FERRARA:
Proseguono le indagini sull’omicidio
dei cugini Benazzi
La sera del 28 febbraio 2021, verso
le ore 21.30, i Carabinieri della Compagnia di Copparo (FE) intervenivano,
unitamente ai Vigili del Fuoco, in località Rero di Tresignana (FE), ove era
stata segnalata un’auto in fiamme in un campo agricolo. Sul posto
effettivamente veniva individuata una vecchia Volkswagen Polo, avvolta dalle
fiamme. Al termine delle operazioni di spegnimento all’interno dell’auto
venivano individuati i corpi di due persone carbonizzate. Le indagini,
immediatamente avviate dai militari, portavano ad identificare l’utilizzatore
dell’autoveicolo in un codigorese, Benazzi Riccardo, 64 enne disoccupato, del
quale la famiglia aveva, nella serata, segnalato la scomparsa ai Carabinieri di
Codigoro (FE), rappresentando che l’anziano si era allontanato in compagnia del
cugino Benazzi Diego, 70 enne del luogo, affetto da gravi patologie, il quale
necessitava di farmaci. Sul posto interveniva anche il Pubblico Ministero di
turno alla Procura della Repubblica di Ferrara Dr.ssa Lisa Busato, la quale disponeva
che le salme fossero poste a sua disposizione, per gli esami autoptici al fine
di individuare le esatte cause della morte. Le indagini relative ai fatti
venivano, sin da subito, affidate al Reparto Operativo del Comando Provinciale dei
Carabinieri di Ferrara che hanno operato con i Nuclei Operativi delle Compagnie
di Copparo e Comacchio, e si sono nell’immediatezza indirizzate alla
ricostruzione dei movimenti dei cugini e dell’autovettura, e alla verifica
della presenza di testimoni o immagini video che potessero far luce sul tragico
evento. Il personale specializzato in rilievi tecnici del Nucleo Investigativo
di Ferrara, procedeva a tutti i rilievi sull’auto, sui corpi carbonizzati e
successivamente sulla scena del ritrovamento dei cadaveri, per poi estendere le
ricerche di elementi utili ai terreni circostanti. L’auto è stata data alle
fiamme in mezzo ad un terreno agricolo, e non ci sono edifici abitati nelle
vicinanze. Per questa ragione venivano controllati attentamente i tratturi di
accesso al sito ed ai fondi limitrofi, tra cui un piccolo appezzamento di
terreno, distante circa 800 metri, già “in uso” ad una società di cui il
Benazzi Riccardo era socio in passato, ma di fatto abbandonato. Proprio su quel
fazzoletto di terra, giace ancora il prototipo, incompiuto, di un sistema
eolico “inventato” dal Benazzi
Riccardo, al quale l’uomo era ancora particolarmente legato, ancorché il
brevetto e lo sviluppo dei nuovi prototipi avessero trovato corso in altri
siti, fuori regione, a cura della società titolare del brevetto originale.
Essendo fallita la società agricola,
proprietaria del terreno, a suo tempo dato in comodato per la realizzazione
dell’impianto eolico, il curatore fallimentare ordinava lo sgombero dell’area
dai resti del traliccio della torre fotovoltaica. In tale contesto il Benazzi
Riccardo, otteneva dal curatore fallimentare di occuparsi di tale incombenze,
pur non avendo alcun obbligo o legame con il fallito, col curatore, con la
società titolare del brevetto ovvero verso terzi. Nei giorni precedenti al
ritrovamento dei cadaveri, risulta che il Benazzi si fosse recato presso
l’appezzamento di terreno per organizzare lo smantellamento della torre e la
sua rimozione dal sito. Sulla base anche
di queste informazioni i Carabinieri addetti ai rilievi tecnici compivano un
accurato sopralluogo nel campo e tra le sbarre metalliche del traliccio,
rinvenendo a terra delle evidenti tracce di sangue e due “borre” di cartucce da caccia. Sulla base degli elementi raccolti il Pubblico
Ministero disponeva che, oltre all’autopsia, sui cadaveri venisse effettuata una
Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) per accertare la presenza di corpi
estranei sui resti dei due Benazzi. Nei giorni successivi al ritrovamento dei
cadaveri, gli investigatori hanno proceduto all’individuazione e alla
verbalizzazione delle dichiarazioni di diverse persone informate sui fatti, le
quali hanno contribuito a ricostruire i rapporti tra i due defunti, le
rispettive famiglie e la cerchia di conoscenze, oltre che a delineare il quadro
economico e sociale delle vittime. Venerdì 5 marzo, presso l’istituto di
Medicina legale di Ferrara, i consulenti del Pubblico Ministero hanno proceduto
all’autopsia e alla TAC sui cadaveri, da cui è emersa l’origine traumatica del decesso.
In particolare, sui resti di entrambi i corpi carbonizzati, risultavano
presenti diversi pallini di arma da caccia, che ricondurrebbero
inequivocabilmente ad un’azione omicidiaria. Allo stato il fascicolo
d’indagine, presso la Procura della Repubblica di Ferrara, risulta iscritto per
duplice omicidio a carico di ignoti.
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