domenica 30 dicembre 2018

QUALCHE DATO RELATIVO ALL’EMILIA ROMAGNA


Nel corso del 2018 il Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni per l’Emilia Romagna, nell’ambito del contrasto dei crimini informatici, ha improntato la propria attività operando non soltanto sulla repressione dei reati: nella consapevolezza delle continue evoluzioni del fenomeno - in una società in cui le tecnologia ha permeato ogni ambito della vita quotidiana - il Reparto con sede nel capoluogo felsineo ha deciso di potenziare la sua azione sul fronte della prevenzione, puntando trasversalmente su formazione e informazione.
Quest’ottica ha portato innanzitutto alla sottoscrizione di Protocolli con le aziende cd. “a rischio”, volti alla condivisione delle informazioni sulle nuove tecniche utilizzate in materia di attacchi informatici (nel 2018 521 diramati alert): una collaborazione che consente, dal lato imprenditoriale, di acquisire gli “indici di compromissione” filtrati dal C.N.A.I.P.I.C. per identificare, in tempo reale, possibili vulnerabilità dei sistemi informatici; dal lato investigativo, di raccogliere e monitorare tipologie e dimensioni del fenomeno.
L’accordo quadro recentemente siglato con Confindustria Emilia ha rappresentato un’evoluzione in tale ambito: aprendosi alla successiva adesione da parte delle aziende consociate, consente infatti di allargare il numero delle imprese interessate in quanto potenziali vittime, sensibilizzandole su una tematica ancora poco percepita e pertanto sottovalutata. In proposito, esemplificativo delle dimensioni del fenomeno appare il numero delle transazioni segnalate relative al finalcial cyber crime:  430 nel solo 2018 (contro le 61 del 2017), a riprova dell’aumento esponenziale del rischio. Parimenti, la tempestività delle segnalazioni da parte delle aziende colpite ha consentito a questo Reparto di recuperare/bloccare circa 1.500.000,00 Euro che sarebbero altrimenti entrati irrimediabilmente nella disponibilità di sodalizi criminali operanti a livello transnazionale.  

La collaborazione con enti esterni ha altresì ispirato l’azione del Compartimento sul piano della tutela delle fasce deboli (e nello specifico dei minori), giungendo alla sottoscrizione di un protocollo, unico nel suo genere, con l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna – Policlinico S. Orsola. Tale convenzione prevede la creazione di un “punto di ascolto” volto ad “intercettare” il disagio o il malessere derivante dall’uso inopportuno e/o illecito dei mezzi di socializzazione da parte di giovani ospiti in un luogo di permanenza quale il Reparto di Pediatria, rientrando pertanto - e pienamente - nelle prerogative della Specialità, impegnata in prima linea nella lotta ai rati di prevaricazione nei confronti dei minori.
In quest’ambito appare doveroso fare riferimento al fenomeno del cyber bullismo, dove l’attività di prevenzione ha portato ad un sensibile calo delle fattispecie criminose ad esso riconducibili: rispetto al 2017 (in cui si erano registrate 33 denunce), nel 2018 sono scese a 2, con una riduzione di oltre il 90%. Particolarmente eloquente appare il numero delle segnalazioni informali (18) pervenute a questo Reparto tramite contatti telefonici e/o mail: un dato che comprova innanzitutto consapevolezza e sensibilità sul tema, maturata anche grazie ad una capillare opera di formazione/informazione nelle scuole (e non solo), rivolta tanto ai ragazzi quanto a genitori ed insegnati; allo stesso tempo, testimonia come la corretta ed immediata gestione, da parte dei personale specializzato, dei casi rappresentati consenta di impedire derive dannose del fenomeno prima di attivare il “circuito” giudiziario.
Con specifico riferimento, infine, alla pedopornografia on line, di esclusiva competenza di questa specialità, l’attività di prevenzione e di monitoraggio dei siti web dedicati (saliti a 225 nel 2018 rispetto ai 119 dell’anno precedente) ha portato all’inserimento nella black list di 42 siti, con un incremento del 40%.
In crescita i risultati anche sul fronte della attività investigativa vera e propria, ove nel 2018 si registra un aumento delle persone arrestate (6) e denunciate all’A.G. (41).

QUALCHE CONSIGLIO IN PILLOLE DA CHI “LAVORA PER LA SICUREZZA IN RETE”

- Resistere al “fascino seduttivo” del monitor; non tutto quello che viene proposto on-line è corretto, non tutto quello che può essere visto è vero. Accade che vengano presentate offerte (occasioni imperdibili!) che tali non sono, anzi sono vere e proprie truffe. Possono proporsi persone con profili accattivanti, ma che non gli appartengono; dietro quei profili possono celarsi abili truffatori o persone con interessi morbosi.
Per gli acquisti on-line i più noti siti di e-commerce offrono servizi a tutela degli acquirenti (alert, utilizzo di metodi di pagamento che prevedono la possibilità di annullare l’ordine con recupero delle somme versate, gestione delle controversie tra utenti ecc.). É quindi più sicuro privilegiare quelle piattaforme internet, evitando di “contrattare” con il venditore al di fuori di quei siti; occorre inoltre fare attenzione a leggere attentamente gli indirizzi internet (URL) sui quali si sta navigando, per evitare di essere ingannati da loghi e impaginazioni grafiche che appaiono identici a quelli dei più noti spazi di e-commerce ma che, in realtà, riconducono a siti appositamente creati per acquisire credenziali di accesso (userid e password) e truffare gli internauti.
Ai più giovani va sempre rammentato che non può mai sapersi chi si celi dietro ad un profilo anche particolarmente accattivante; probabilamente un coetaneo, ma nessuno può escludere vi sia un adulto con un’insana deriva sessuale.

- Non demonizzare il web: con le necessarie precauzioni, rimane uno strumento di straordinaria importanza (specie per i più giovani); abbatte qualsiasi barriera, riduce ogni distanza, agevola lo studio e la ricerca, consente interazioni sociali che nessun altro mezzo consente. Proprio perché si tratta di uno strumento potentissimo, deve essere utilizzato con la necessaria attenzione e prudenza. Navigare “responsabilmente”.

- Pur nella consapevolezza che i principali social network sono nati proprio con lo spirito di “condividere” informazioni, l’evoluzione dei modelli comportamentali insegna come sia buona norma immettere dati od immagini personali in rete con grandissima prudenza. Fotografie od informazioni intime, ma anche solo confidenze o giudizi, una volta in rete escono dalla disponibilità di chi li ha immessi e ben difficilmente potranno essere recuperati. Per lo stesso motivo anche l’invio di dati od immagini personali (specie se a sfondo sessuale) ad altre persone rappresenta un rischio elevatissimo che se ne possa perdere il controllo e che divengano “virali” in rete.

- Provvedere puntualmente agli aggiornamenti dei sistemi operativi e degli antivirus, installando le patch di sicurezza dei software che periodicamente vengono rese disponibili dai produttori, realizzare backup frequenti dei contenuti importanti (meglio se calendarizzati con procedure automatiche) ed isolandoli successivamente dalla rete per evitare che tali copie di sicurezza vengano “infettate” da malware ma, soprattutto, non affidarsi ciecamente alla tecnologia ed utilizzare, anche in rete, la prudenza (la “diffidenza”) che si adotta nella vita reale, soprattutto quando ci si relaziona con persone sconosciute.

- Chi rimane vittima di un reato deve denunciare sempre l’accaduto; il comprensibile pudore nel riferire particolari intimi o nell’ammettere di essersi comportati ingenuamente non deve prevalere sul legittimo diritto ad essere tutelati ed a veder perseguito l’autore di comportamenti illegali. Il personale della Polizia di Stato è tenuto per legge al massimo riserbo ed è anche preparato all’ascolto di vicende “intime” ed in grado di prestare assistenza adeguata.

- La sicurezza in rete non è un problema solo del singolo, ma ha riflessi sulla collettività e va presa con grande attenzione. La “leggerezza” con cui sovente si approccia il tema della sicurezza informatica personale rappresenta, infatti, terreno fertile per coloro che, sfruttando le vulnerabilità dei dispositivi ed approfittando della libera disponibilità di punti di accesso alla rete internet privi di sistemi di accreditamento, acquisiscono arbitrariamente non solo i dati della vittima ma anche di tutti quelli a cui la stessa è in qualche modo collegata, potendo peraltro prendere il totale controllo del device ed utilizzarlo per commettere azioni digitali illecite.

Resoconto dell’attività della Polizia Postale e delle Comunicazioni nel 2018


In uno scenario nel quale la continua evoluzione tecnologica influenza ogni azione del vivere quotidiano, l’impegno della Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’anno 2018 è stato costantemente indirizzato alla prevenzione e al contrasto della criminalità informatica in generale, con particolare riferimento ai reati di precipua competenza di questa Specialità.
Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O)
Nell’ambito del contrasto alla pedopornografia online sono stati eseguiti 43 arresti e denunciate 532 persone; tra le operazioni più significative, coordinate dal Centro Nazionale del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, si segnala l’operazione “Ontario” che ha consentito l’esecuzione di 22 perquisizioni, 4 persone tratte in arresto e 18 persone denunciate in stato di libertà; nell’ambito dell’operazione “Safe Friend” sono state eseguite 15 perquisizioni che hanno consentito di arrestare 2 persone e denunciarne 13.
Le indagini svolte anche in modalità sotto copertura nell’Operazione “Good Fellas” hanno consentito di eseguire 14 perquisizioni, portando all’arresto di 4 persone, nonché di denunciare in stato di libertà altri 10 indagati. L’Operazione denominata “Showcase” si è conclusa con l’esecuzione di 15 perquisizioni, la denuncia di 14 persone e l’arresto di un altro indagato.
Dalle complesse attività di prevenzione, è scaturita una assidua attività di monitoraggio della rete che ha riguardato 33086 siti internet, di cui 2182 inseriti in black list.
Le indagini relative al fenomeno dell’adescamento di minori online hanno portato all’arresto di 3 persone e alla denuncia di 136 indagati.
Fondamentale importanza assume la collaborazione con organismi internazionali dalla quale prendono avvio importanti attività investigative tra le quali alcune iniziate negli ultimi mesi con approfondimenti tuttora in corso.
Il Centro rivolge massima attenzione al contrasto di fenomeni emergenti che scaturiscono dalla fragilità psico-emotiva dei minori tra i quali emergono episodi di istigazione all’autolesionismo e al suicidio, strutturati anche in modalità di sfida o di gioco. In particolare, dal 2017, il Centro ha avviato un’attività di monitoraggio della rete finalizzata a contrastare il fenomeno noto come “Blue Whale”, attività rivolta a individuare le vittime e i “curatori” e che ha fatto registrare circa 700 segnalazioni, delle quali 270 confluite in comunicazioni di notizie di reato alle Procure. Nell’ambito dei reati contro la persona perpetrati sul web, il ricatto on line è un fenomeno in continua crescita con 940 casi trattati dall’inizio dell’anno, atteso che il dato emerso è parziale e fortemente ridotto rispetto alla reale entità del fenomeno. Sono 20 le persone denunciate e 2 le persone arrestate in Italia nel 2018. Anche grazie a una complessa attività condotta in ambito internazionale in collaborazione con la Gendarmerie Royale del Marocco, tramite gli organi di coordinamento istituzionali, sono stati arrestati 23 cittadini marocchini destinatari delle transazioni finanziarie provento di estorsioni a sfondo sessuale. Dal mese di gennaio ad oggi, sono state denunciate 955 persone e 8 persone sono state tratte in arresto, per aver commesso estorsioni a sfondo sessuale, stalking, molestie sui social network, minacce e trattamento illecito di dati personali. Tra i reati contro la persona, in costante aumento sono le diffamazioni on line, soprattutto ai danni di persone che ricoprono incarichi istituzionali o che sono note. In questo ambito, nel 2018, sono state denunciate 685 persone. Si registra inoltre una continua evoluzione nella tipologia dei reati commessi. L’ultima modalità della violenza sulle donne è il fenomeno dei c.d. stupri virtuali: all’interno di gruppi chiusi i partecipanti di sesso maschile condividono foto, ricercate sui social o copiate da contatti whatsapp, di donne ignare, ritratte nella loro vita quotidiana, dando poi sfogo a fantasie violente e comportamenti offensivi.
L’aumento del numero degli adolescenti presenti sul web ha determinato una crescita esponenziale del numero di minorenni vittime di reati contro la persona: dai 104 casi registrati nel 2016 si è passati a 177 nel 2017 e 202 casi trattati nel 2018, le vittime hanno tutte un’età compresa tra i 14 e i 17 anni.
Di rilievo è l’attività condotta dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni nel contrasto ai reati d’incitamento all’odio, svolgendo il prezioso ruolo di punto di contatto nazionale per il contrasto all’hate speech on line. Sono oltre 5000 gli spazi virtuali monitorati nel 2018 per condotte discriminatorie di genere, antisemite, xenofobe e di estrema destra.
Le truffe on line sono in continua crescita: nel 2018 la Specialità ha denunciato 3355 persone, ne ha arrestato 39, ha sequestrato 22.687 spazi virtuali, ha ricevuto e trattato circa 160.000 segnalazioni di truffe o tentate truffe. Significativa l’attività svolta sulle cosiddette frodi delle assicurazioni.  Questa tipologia di truffa viene commessa attraverso la commercializzazione di polizze assicurative mediante la creazione di portali, in taluni casi con riproduzioni di pagine web di compagnie note, sulle quali sono promosse polizze assicurative temporanee false, esercitando in tal modo l’attività di intermediazione assicurativa in difetto di iscrizione al registro degli intermediari assicurativi.
CNAIPIC
Di evidente incremento è l’attività di contrasto alla minaccia cyber svolta dal Centro Nazionale Anticrimine per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (C.N.A.I.P.I.C.), attestata dal rilevante aumento del numero di alert diramati alle infrastrutture critiche nazionali che, rispetto al 2017, è quasi raddoppiato sino a raggiungere 55843 segnalazioni di sicurezza.
La tempestiva condivisione dei c.d. “indicatori di compromissione” dei sistemi informatici con le più importanti infrastrutture critiche ha consentito di rafforzare gli strumenti volti alla protezione della sicurezza informatica, garantita anche dalla costate attività di monitoraggio informativo in ambienti di interesse investigativo.
Inoltre in particolare la Sala Operativa del Centro ha gestito:
  • 442 attacchi informatici nei confronti di servizi internet relativi a siti istituzionali e infrastrutture critiche informatizzate di interesse nazionale;
  • 97 richieste di cooperazione nell’ambito del circuito “High Tech Crime Emergency”.
Tra le attività investigative condotte, in tale ambito, si segnalano 68 indagini avviate nel 2018 per un complessivo di 15 persone deferite in stato di arresto ovvero in stato di libertà alle competenti AA.GG .
Tra le attività più significative si segnala un’operazione, frutto di una proficua attività di collaborazione internazionale intrapresa con la polizia olandese, che ha ricevuto il supporto di Europol per il tramite dell’European Cyber Crime Centre della Joint Cybercrime Action Taskforce. Il Centro, con l’ausilio della Sezione Polizia Postale di Cosenza ed il supporto logistico della Stazione dei Carabinieri di San Giorgio Albanese (CS) ha eseguito una perquisizione locale e personale nei confronti di un ventottenne italiano residente nella provincia di Cosenza resosi responsabile del reato di “intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche” (Art. 617 quater C.P.).
Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati computer e supporti informatici utilizzati per portare a compimento l’attività illecita.
Nell’ottica di un’efficace condivisione operativa, il Centro ha proseguito la stipula di specifici protocolli a tutela delle infrastrutture critiche nazionali: al riguardo, nel 2018 sono state sottoscritte 8 nuove convenzioni con le società WindTre, Sky Italia, Fincantieri, MM S.p.A., Monte dei Paschi di Siena, Consip S.p.A., Nexi S.p.A. e BT Italia, oltre al rinnovo delle convenzioni in essere con Sogei, ATM, ENI, RAI, ENAV e TERNA.
Si rappresenta, altresì, che analoghe forme di collaborazione sono state avviate dagli uffici territoriali della Specialità con strutture sensibili di rilevanza territoriale, sia pubbliche che private, al fine di garantire un sistema di sicurezza informatica capillare e coordinato.
SEZIONE FINANCIAL CYBERCRIME
Con riferimento al financial cybercrime, le sempre più evolute tecniche di hackeraggio, attraverso l’utilizzo di malware inoculati mediante tecniche di phishing, ampliano a dismisura i soggetti attaccati, soprattutto nell’ambito dei rapporti commerciali, anche per l’utilizzo di particolari tecniche di social engineering e di cyber profiling. Infatti lo scopo delle organizzazioni criminali è quello di intromettersi nei rapporti commerciali tra aziende, attraverso le informazioni acquisite, dirottando asset finanziari verso conti correnti nella disponibilità dei malviventi. Il BEC (business e-mail compromise) o CEO (Chief Exeutive Officer) fraud sono la moderna applicazione della tecnica di attacco al sistema economico nazionale denominata “man in the middle”.
Nonostante la difficoltà operativa di bloccare e recuperare le somme frodate, soprattutto perché inviate verso paesi extraeuropei (Cina, Taiwan, Hong Kong), grazie alla versatilità della piattaforma OF2CEN (On line Fraud Cyber Centre and Expert Network) per l’analisi e il contrasto avanzato delle frodi del settore, nell’anno 2018, la Specialità a fronte di una movimentazione in frode denunciata di 38.400.000,00 € ha potuto già recuperare e restituire circa 9 milioni mentre sono in corso attività di cooperazione internazionale finalizzate al recupero delle restanti somme. La piattaforma in questione frutto di specifiche convenzioni intercorse mediante ABI con gran parte del mondo bancario, consente di intervenire in tempo reale sulla segnalazione bloccando la somma prima che venga polverizzata in vari rivoli di prestanome.
Nell’ambito della Cooperazione Internazionale appare opportuno segnalare la recente operazione di respiro internazionale denominata “Emma4”, coordinata dal Servizio Polizia Postale con la collaborazione di 30 Paesi Europei e di Europol, volta a identificare i c.d. “money mules”, riciclatori primi destinatari delle somme provenienti da attacchi informatici e campagne di phishing, che offrono la propria identità per l’apertura di conti correnti e/o carte di credito sui quali vengono poi accreditate le somme illecitamente carpite.
L’operazione ha consentito sul territorio nazionale di identificare 101 money mules di cui ben 50 tratti in arresto e 13 denunciati in stato di libertà.
Le transazioni fraudolente sono state 320, per un totale di circa 34 milioni di euro, di cui 20 milioni di euro sono stati bloccati e/o recuperati grazie alla piattaforma per la condivisione delle informazioni denominata “OF2CEN”, realizzata appositamente al fine di prevenire e contrastare le aggressioni al sistema economico finanziario.
Anche in ambito nazionale il settore per il contrasto al Financial Cyber Crime ha prodotto notevoli risultati operativi ed in particolare nel marzo dell’anno in riferimento è stata condotta un’articolata operazione di Polizia giudiziaria denominata “Bruno” condotta dalla Specialità in collaborazione con le Autorità rumene, che ha consentito di denunciare complessivamente 133 soggetti, 14 sottoposti a ordinanza di custodia cautelare 3 dei quali in territorio rumeno, per associazione a delinquere transnazionale dedita ad attacchi e frodi informatiche su larga scala e riciclaggio. Da questa operazione per la prima volta sono emersi elementi dell’interessamento da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso verso il settore del Financial Cyber Crime.
Nel luglio si è conclusa l’Operazione denominata “Sim Swap” che prende il nome dalla particolare tecnica utilizzata dai malviventi, che rappresenta una modalità innovativa di attacco ai sistemi di home banking, che prevede la sostituzione, attraverso dealers compiacenti, delle sim telefoniche attraverso le quali giungono ai titolari dei conti attaccati le OTP (one time password) per effettuare le disposizioni di trasferimento di denaro. L’operazione si è conclusa con l’esecuzione di 14 ordinanze di custodia cautelare.
Nel novembre si è conclusa l’Operazione denominata “Travellers” nella quale la Specialità ha eseguito 6 ordinanze di custodia cautelare, verso un gruppo criminale definito dall’AG. “itinerante” in quanto operante indistintamente su tutto il territorio nazionale. L’associazione disponeva di un proprio “apparato tecnico-finanziario” che si occupava di dotare gli associati di conti correnti (intestati a società inesistenti o appositamente create), apparati POS portatili (anche operativi su circuiti internazionali) abilitati a transazioni con carte di credito e carte prepagate con funzioni on-line, attraverso i quali riciclare i proventi delittuosi.
SEZIONE CYBER TERRORISMO
La recente direttiva del Sig. Ministro dell’Interno sui comparti di specialità ha confermato in capo alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, sia a livello centrale che territoriale, le competenze in materia di contrasto al fenomeno del terrorismo di matrice jihadista in rete, con particolare riferimento al monitoraggio del web, quale principale strumento di strategia mediatica del Daesh, già espletato da personale della Polizia Postale e delle Comunicazioni, affiancato da un qualificato, supporto di mediazione linguistica e culturale.
Tale rinnovato, rafforzato, impegno della Polizia Postale e delle Comunicazioni in tale ambito ha reso necessario implementare le attività in argomento, ampliando il coinvolgimento di un maggior numero di Compartimenti nel summenzionato monitoraggio, nonché un potenziamento del numero dei mediatori linguistici e culturali, il cui prezioso apporto, per la peculiarità della materia e dei relativi contenuti multimediali presenti nella rete, risulta assolutamente indispensabile.
Nell’ambito della prevenzione e contrasto al terrorismo internazionale di matrice jihadista e, in particolare, ai fenomeni di radicalizzazione, la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha svolto attività sia di iniziativa, che su specifica segnalazione, al fine di individuare i contenuti di eventuale rilevanza penale all’interno degli spazi e servizi di comunicazione on line, siti o spazi web, weblog, forum, portali di social network e i cosiddetti “gruppi chiusi”, anche a seguito di informazioni pervenute dai cittadini tramite il Commissariato di P.S. Online.
L’attività, funzionale a contrastare il proselitismo e prevenire fenomeni di radicalizzazione, ha portato a monitorare circa 36.000 spazi web e alla rimozione di diversi contenuti (250).
Nel corso di tale attività di monitoraggio, si è inoltre riscontrato un effettivo incremento dell’azione da parte dei maggiori fornitori di servizi Internet (Facebook, Google, Twitter, etc.) volta alla rimozione di contenuti illeciti presenti sulle proprie piattaforme, grazie anche alla richiesta di maggiore collaborazione elaborata in numerose sedi istituzionali nell’ambito di progetti internazionali (es. EU Internet Forum), ai quali ha preso parte la Specialità.
A seguito di tale strategia, si è rilevato un repentino passaggio dei fenomeni di diffusione e divulgazione dei contenuti riconducibili al radicalismo islamico su piattaforme di comunicazione social ritenute più sicure (Telegram, WhatsApp), in quanto garantiscono maggiore riservatezza. Inoltre, fornendo ai propri utenti un grado di anonimato più elevato, come da policies aziendali, di fatto finiscono per attrarre la quasi totalità delle attività di diffusione di contenuti illeciti, o comunque di propaganda, poste in essere da soggetti contigui ad ambienti filo-jihadisti e agli stessi membri delle organizzazioni terroristiche.
Nell’ultimo anno, in concomitanza con le recenti perdite territoriali da parte del c.d. Stato Islamico, si è riscontrato un significativo decremento dell’attività mediatica del Daesh, in particolare per quanto concerne la diffusione di nuovi contenuti di proselitismo nel web, sia in termini quantitativi, che qualitativi. Infatti, si è notato che i pochi filmati e le info-grafiche emanati hanno standard qualitativi palesemente inferiori a quelli precedenti, segno, verosimilmente, che il Califfato è in fase di riorganizzazione/trasformazione e sta ristrutturando il suo network interno e ridelineando la propria strategia. In particolare, si sta passando da forme di comunicazione di massa, ben strutturate, alla diffusione di materiale autoprodotto attraverso l’utilizzo di mezzi più semplici, quali smartphones, ma che comunque trovano diffusione attraverso canali sommersi e forme di comunicazione compartimentate.
L’attività preventiva e informativa della Polizia Postale e delle Comunicazioni ha visto, inoltre, momenti di collaborazione con la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e le locali Digos, anche per la collaborazione specialistica in caso di necessari approfondimenti tecnici in relazione a posizioni emergenti o monitorate sul territorio nazionale.
Infatti, la Polizia Postale e delle Comunicazioni concorre con altri organi di Polizia e di intelligence alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di proselitismo on line e di radicalizzazione, sia a livello nazionale che internazionale, posti in essere attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e di comunicazione telematica. La sinergia tra i diversi comparti in tale ambito è divenuta sempre più incisiva, sia nell’ambito del raccordo info-investigativo che di quello tecnico-operativo.
Per quanto concerne, invece, l’attività di contrasto, la Polizia Postale e delle Comunicazioni si avvale di profili sotto copertura creati ad hoc e gestiti dagli operatori, con l’affiancamento dei mediatori linguistici e culturali. L’utilizzo di uno di tali account fittizi, nel tempo fatto “maturare” dagli investigatori nel corso delle diverse, quotidiane, attività di monitoraggio informativo e, dunque, accreditato all'interno dei canali e gruppi frequentati dagli internauti sostenitori dello Stato Islamico, ha permesso di condurre diverse, complesse, attività tecnico-investigative.
A titolo esemplificativo, si evidenziano, in particolare, due significativi risultati investigativi.
Il primo risultato investigativo (Operazione ANSAR) ha portato all’individuazione di un minore italiano, di seconda generazione, di origine algerina, il quale, attraverso la rete, svolgeva un’intensa campagna di proselitismo di matrice jihadista su Telegram, istigando altri utenti a commettere delitti di terrorismo, fatti aggravati in quanto le azioni venivano compiute attraverso strumenti informatici e telematici. All’interno del canale Telegram, frequentato da circa 200 utenti e considerato tra i principali veicoli della narrativa dell’IS, venivano pubblicati messaggi testuali, immagini, video, infografiche e audio di propaganda del Daesh, tradotti in lingua italiana e rivolti in particolare ai c.d. “lupi solitari” presenti sul territorio nazionale.
Considerata l’impossibilità di acquisire elementi investigativi utili all’identificazione dell’amministratore del canale attraverso vie ufficiali dirette, il Servizio Polizia Postale ha attivato una mirata attività tecnico-investigativa che ha permesso di orientare le indagini finalizzate a individuarne l’amministratore, la cui identificazione è risultata complicata, in quanto il minore si è dimostrato particolarmente abile e competente a livello informatico, poiché utilizzava tecniche di anonimizzazione evolute (connessioni attraverso servizi di VPN e nodi TOR).
È stato possibile raggiungere il risultato sperato soltanto a seguito di una difficile e articolata attività tecnica svolta da personale del Servizio Polizia Postale anche attraverso l’utilizzo di software sviluppati ad hoc e rivelatisi di particolare efficacia. Le successive attività d’indagine, svolte attraverso l’attivazione di servizi di intercettazione delle comunicazioni telematiche, telefoniche e ambientali, nonché riscontrate da servizi di diretta osservazione, hanno consentito di acquisire concreti elementi di prova a carico di un cittadino italiano minorenne di “seconda generazione”, nato in Italia da genitori di origine algerina, che è stato indagato per aver compiuto attività di proselitismo a favore dell’IS mediante diffusione e traduzione di contenuti di propaganda on line. Nonostante la giovane età, il minore risultava in possesso di elevate capacità tecnico-informatiche, padronanza linguistica non comune e approfondita conoscenza dei principali testi sacri dell’Islam, proponendosi quale punto di riferimento per tutti coloro che intendevano contribuire attivamente alla causa jihadista.
L'attività investigativa ha consentito di riscontrare e raccogliere elementi in ordine al percorso di autoradicalizzazione del minore, intrapreso esclusivamente in rete e sfociato in una successiva diffusione on line del proselitismo di matrice jihadista. Infatti, nella vita reale il ragazzo non frequentava la moschea, né ambienti contigui all’estremismo islamico. Anche il contesto familiare, sebbene musulmano, risultava di impostazione musulmana, ma non integralista.
Oltre ai risultati operativi conseguiti, tale indagine ha presentato anche profili di rilevanza giudiziaria e sociale, in quanto è stata riconosciuta la pericolosità reale delle iniziative adottate dell’indagato, le quali, lungi da esaurire i propri effetti nella “dimensione virtuale”, sono risultate concretamente rilevanti. Il puntuale intervento della Procura dei minori e della Polizia di Stato ha consentito di superare la mera fase accertativa della responsabilità penale del minore, avviando un dedicato percorso di recupero e deradicalizzazione, reso possibile dallo “scollegamento” del giovane dalla rete della c.d. “cyber jihad”. Come noto, infatti, ormai il web assurge a un ruolo fondamentale quale strumento strategico di propaganda dell’ideologia del Daesh, di reclutamento di nuovi combattenti, di finanziamento, di scambio di comunicazioni riservate nella pianificazione degli attentati e di rivendicazione degli stessi.
Infine, la seconda Operazione, denominata “Lupi del deserto” si è conclusa nell’arresto di un cittadino egiziano di 22 anni, irregolare sul territorio nazionale, per associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione e apologia per delitti di terrorismo.
Le indagini, avviate nel 2017 con intercettazioni telefoniche, ambientali, telematiche e specifici servizi di osservazione e pedinamento h24. Il giovane arrestato è un appartenente all’ISIS, indottrinatosi con il materiale di propaganda di DAESH reperito on line. Gli elementi raccolti hanno evidenziato che il predetto ascoltava in continuazione, in una sorta di “brain washing”, files audio di Imam radicali e della rivista “Dabiq” inneggianti all’odio per l’occidente, alla jihad e a sostegno degli atti di martirio. Dalle intercettazioni telematiche e accertamenti tecnici svolti dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, è emerso che il giovane è altresì organico anche alla macchina della propaganda del sedicente stato islamico. Infatti, gestiva gruppi e canali chiusi su Telegram, nei quali venivano diffuse le notizie delle attività dello Stato Islamico, tramite le agenzie mediatiche del Califfato. In particolare, era in assiduo contatto con due connazionali, anch’essi radicalizzati, con i quali scambiava video e audio Jihadisti e inneggianti l’Islam radicale.
Nei loro confronti il Ministro dell’Interno ha emesso un decreto di espulsione dal territorio italiano.
Trattandosi di un fenomeno a carattere transnazionale, sia per la natura internazionale del fenomeno, che per la stessa connaturata struttura della rete, risulta imprescindibile l’attivazione efficiente degli strumenti della cooperazione sovranazionale, sia ordinari che “nuovi”, soprattutto per la condivisione di informazioni che, collegate a situazioni peculiari interne, riescono ad apportare indiscusso valore aggiunto alle attività di prevenzione messe in atto dalle diverse forze di polizia nazionali.
In ambito europeo, il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni è il punto di contatto nazionale dell’Internet Referral Unit (IRU) di Europol, Unità preposta a ricevere dai Paesi Membri le segnalazioni relative ai contenuti di propaganda jihadista diffusi in rete e di orientarne l’attività. Lo scambio delle informazioni tra Paesi Membri viene effettuato attraverso l’utilizzo di specifiche piattaforme tecnologiche, tra cui Check-the-Web (CTW) e SIRIUS, appositamente create in ambito IRU a supporto del monitoraggio e delle indagini nell’ambito di terrorismo in Internet.
Parallelamente all’incremento dell’uso di strumenti telematici, sono cresciute le aspettative di sicurezza da parte del cittadino. 
La Polizia Postale e delle Comunicazioni è impegnata, ormai da diversi anni, in campagne di sensibilizzazione e prevenzione sui rischi e pericoli connessi all’utilizzo della rete internet, rivolte soprattutto alle giovani generazioni.
Nello specifico si evidenzia la campagna itinerante della Polizia Postale e delle Comunicazioni “Una Vita da Social”, grazie alla quale sino ad oggi sono stati incontrati oltre 1 milione e 700 mila studenti, 180.000 genitori, 100.000 insegnanti per un totale di 15.000 Istituti scolastici e 250 città italiane.
Un progetto dinamico, innovativo e decisamente al passo con i tempi, che si avvicina alle nuove generazioni evidenziando sia le opportunità del web che i rischi di cadere nelle tante trappole dei predatori della rete, confezionando un vero e proprio “manuale d’uso”, finalizzato ad evitare il dilagante fenomeno del cyberbullismo e tutte quelle forme di uso distorto della rete in generale e dei social network.
A disposizione degli utenti è presente la pagina facebook e twitter di “Una vita da social”, gestita direttamente dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, dove vengono pubblicati gli appuntamenti, le attività, i contributi e dove i giovani internauti possono “postare” direttamente le loro impressioni ad ogni appuntamento.
Grande consenso ha riscosso la campagna #cuoriconnessi, che ha coinvolto 30.000 studenti, attraverso la proiezione di un docufilm e le testimonianze dirette dei minori vittime di prevaricazioni, vessazioni e violenze online.
Inoltre nel corso dell’anno sono stati realizzati incontri educativi su tutto il territorio nazionale raggiungendo oltre 300 mila studenti e circa 3000 Istituti scolastici per i quali è stata messa a disposizione anche un’email dedicata: progettoscuola.poliziapostale@interno.it.
Il portale del Commissariato di P.S. online è divenuto il punto di riferimento specializzato per chi cerca informazioni, consigli, suggerimenti di carattere generale, o vuole scaricare modulistica e presentare denunce.
Uno strumento agevole che consente al cittadino, da casa, dal posto di lavoro o da qualsiasi luogo si desideri, di entrare nel portale ed usufruire dei medesimi servizi di segnalazione, informazione e collaborazione che la Polizia Postale e delle Comunicazioni quotidianamente ed ininterrottamente offre agli utenti del web.
Di particolare importanza le denunce e le segnalazioni giunte anche sul sito del Commissariato di P.S. on-line per i reati di cyberbullismo, perpetrati soprattutto in ambito scolastico da parte di studenti nei confronti di compagni e perpetrati attraverso i social media, con atti denigratori e diffamatori nei confronti delle giovani vittime. Alcune attività sono sfociate nell’emissione da parte dei Questori di provvedimenti di ammonimento anche al fine di responsabilizzare minori autori del reato.
Attività del Commissariato di PS online
Richieste di informazioni evase
19.088
Segnalazioni ricevute dai cittadini
18.722
Denunce presentate dagli utenti
10.922

sabato 29 dicembre 2018

OZZANO EMILIA – OSTERIA GRANDE

 SI MASCHERA E TENTA UNA RAPINA. INDIVIDUATO DAI CARABINIERI
Individuato e deferito a piede libero dai Carabinieri della Stazione di Ozzano Emilia e Castel San Pietro Terme il rapinatore mascherato da “Ghostface” che nella sera di giovedì scorso, ha tentato di rapinare due bar situati lungo la via Emilia.
I fatti hanno inizio alle ore 22:05, quando la titolare del “Bar Incontro” di Ozzano Emilia è stata aggredita da un soggetto armato di coltello e col volto travisato che le intimava di consegnargli l’incasso della giornata: “Tira fuori i soldi!”. La donna, 40enne cinese, non si è lasciata intimorire dal rapinatore e dopo aver reagito lo ha costretto a desistere. Lo stesso è uscito dal locale e si è allontanato a bordo di un’automobile che aveva parcheggiato nelle vicinanze.
Alle ore 22:27, nuovo tentativo presso il “Bar Centrale” di Osteria Grande, quando la titolare del locale, 41enne cinese, è stata aggredita da un soggetto armato di coltello e col volto travisato da una maschera raffigurante “Ghostface”. Anche in quell’occasione, il rapinatore ha tentato di impressionare la barista dicendole: “Voglio i soldi, vuota la cassa, vuota la cassa!”, ma anche nella fattispecie ha incontrato la pronta reazione della donna che, dopo aver impugnato un machete, anche al fine di proteggere le due figlie piccole che le stavano accanto, ha deciso di fronteggiarlo, facendolo rinunciare.
I due tentativi sono stati attentamente analizzati dai Carabinieri intervenuti che, mettendo a sistema le sommarie informazioni testimoniali, modus operandi del reo e qualche frammento dei filmati estrapolati dagli impianti di videosorveglianza presenti sono riusciti ad addivenire all’identità del reo, nonostante questi avesse opportunamente indossato una maschera in occasione dei due tentativi di rapina effettuati. Trattasi di Z.S., 31enne bolognese, con precedenti di polizia. L’uomo, denunciato a piede libero per tentata rapina, ha ammesso le proprie responsabilità. 

venerdì 28 dicembre 2018

Lunedì 31 dicembre, dalle 21.30 l’attesa festa di Capodanno

BABY K, ENRICO RUGGERI E FEDERICO ANGELUCCI:
BELLARIA IGEA MARINA SALUTA L’ARRIVO DEL NUOVO ANNO AL PALACONGRESSI
 
Cominciato a Bellaria Igea Marina il conto alla rovescia che porterà, lunedì 31 gennaio, alla grande festa di Capodanno al Palacongressi: appuntamento a ingresso gratuito, in cui la città saluterà l’arrivo del 2019 in compagnia di Baby K, Enrico Ruggeri e Federico Angelucci.
Per brindare al nuovo anno, al Palacongressi si alterneranno musica e comicità, con apertura della serata alle 21.30 animata dall’intrattenimento per bambini e famiglie. Poi, alle 22.30, l’esibizione di Federico Angelucci, vincitore di Amici e del programma Rai “Tale e quale show”, e, dalle 23.00, largo alla musica di Enrico Ruggeri, cantautore, musicista ma anche apprezzato volto televisivo. Dopo il brindisi di mezzanotte, all’1.00 è previsto il concerto di Baby K, la "femmina alfa" (come cantava nella title track del suo primo disco, uscito ormai cinque anni fa) della musica italiana. Nel 2015 Baby K pubblica il suo secondo album "Kiss Kiss Bang Bang", anticipato dal singolo "Anna Wintour" e dal duetto con Giusy Ferreri "Roma-Bangkok": ne nasce un videoclip che risulterà il primo nella storia delle canzoni italiane a superare i cento milioni di visualizzazioni su Youtube. Nel 2017 canta con Andrès Dvicio "Voglio ballare con te", che anticipa i due singoli "Aspettavo solo te" e "Da zero a cento" (quest'ultima scelta poi come brano-tormentone pubblicitario). Grazie a "Voglio ballare con te", Baby K nel 2018 si aggiudica il Premio Multiplatino Singolo dei "Wind Music Awards”.
A completare la serata del Palacongressi dj-set in collaborazione con Radio Gamma, Lattemiele e Radio Bruno.
In attesa della notte di Capodanno, non mancheranno altri appuntamenti da non perdere a Bellaria Igea Marina. Domani (sabato 29 dicembre) e domenica 30 dicembre, alle 15.30 il punto spettacolo tra viale Paolo Guidi e via Dante ospiterà rispettivamente l’appuntamento per i più piccoli “Le Magiche Bolle di Natale” ed il meet&greet con gli youtuber il Biondo, Gionny Scandal e Giulia Penna.

Inoltre, nella serata di domani (sabato 29 dicembre, ore 21.00), presso lo stesso Palacongressi andrà in scena la 21^ edizione del Concerto di fine anno promosso dal Comitato Borgata Vecchia: proporrà, ad ingresso gratuito, l’esibizione del soprano Gladys Rossi, accompagnata da Domenico Menini, Stefano Serafini e dal M° Davide Cavalli. Nell’occasione, si esibiranno anche “La Compagnia”, tribute band ispirata a Mogol e Battisti, e il Xmas Quintet con Luca Quadrelli al sax, Andrea Bolognesi al pianoforte, Luca Angelici al contrabbasso, Pako Montuori alla batteria e Federico Lapa alle percussioni.

VERGATO CONTROLLI ALLA CIRCOLAZIONE STRADALE

AUTOMOBILISTA DENUNCIATO DAI CARABINIERI
I Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Vergato hanno denunciato un’automobilista italiano di ventidue anni per guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. La denuncia è scaturita a seguito dei risultati emersi dalle analisi del sangue che i sanitari del 118 hanno eseguito nei confronti del giovane su richiesta dei Carabinieri, dopo che lo stesso era rimasto coinvolto in un incidente stradale, fortunatamente non grave. Stando all’esito del referto, al momento dei fatti, l’automobilista era “strafatto” di cocaina e marijuana.
Considerata l’attitudine di alcuni automobilisti a ignorare il Codice della Strada, soprattutto durante le festività, mettendo in pericolo la propria e altrui incolumità, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna hanno rafforzato i controlli alla circolazione stradale sulle principali arterie di collegamento tra il capoluogo felsineo e la Provincia.
Mettersi al volante sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o con tassi alcolici superiori a quelli previsti dalla normativa, comporta gravi conseguenze amministrative e penali. Queste possono aumentare qualora il conducente dia luogo ad incidenti con altri utenti della strada.  

giovedì 27 dicembre 2018

Imola: rapinano l’incasso a due connazionali, ma vengono arrestati dalle S.O.S.


La vigilia di Natale ad Imola una pattuglia dell’aliquota radiomobile insieme ai militari di un’ unità S.O.S. (squadre operative di supporto) del 5^ reggimento “Emilia Romagna”, in servizio nel quadro dell’intensificazione delle misure di vigilanza e sicurezza in occasione delle feste disposta dal Comando Provinciale di Bologna, hanno tratto in arresto per il reato in titolo:
-       I. F., nato in Pakistan classe 1987, residente a Reggio Emilia, privo di occupazione, regolare sul territorio nazionale;
-       S. M., nato in Pakistan classe 1985, residente ad Imola, privo di occupazione, regolare sul territorio nazionale;
I due stranieri, alle ore 20.00 circa, nel centro di Imola, presso un negozio di ortofrutta che si apprestava ad abbassare la saracinesca, insieme ad una terza persona rimasta sconosciuta, armati di un bastone e di un martello, dopo aver percosso due lavoratori dell'esercizio, si sono impossessati dell’incasso giornaliero, pari a circa 800,00 euro e si sono allontanati a piedi. Mentre uno dei due lavoratori li inseguiva, l’altro ha chiamato il 112. Le pattuglie immediatamente intervenute, dopo aver raccolto la descrizione dei malfattori, hanno iniziato a cercarli per le vie del centro e proprio una delle unità S.O.S. presenti li ha intercettati. Due sono stati bloccati mentre un terzo è riuscito a scappare.
I commessi sono stati medicati presso il P.S. di Imola ed hanno riportato entrambi 8 giorni di prognosi. Sono anche loro pakistani, di 57 e 47 anni.
Al termine delle formalità i due rapinatori sono stati tradotti presso il carcere della Dozza, in attesa della convalida.

VERGATO

NIGERIANO IRREGOLARE SUL TERRITORIO NAZIONALE TROVA UN PORTAFOGLI E LO CONSEGNA AI CARABINIERI
Questa mattina, un nigeriano si è presentato ai Carabinieri della Stazione di Vergato per consegnare un portafogli pieno di banconote, documenti ed effetti personali che aveva trovato per strada. Come da prassi, dopo aver accertato che il borsello apparteneva a una 35enne di Vergato che lo aveva smarrito in zona, i Carabinieri hanno proceduto all’identificazione del cittadino scoprendo che lo stesso, 32enne, incensurato, senza fissa dimora, risultava irregolare sul territorio italiano. A quel punto i militari hanno eseguito ulteriori accertamenti amministrativi per verificare la posizione dello straniero. Considerato l’esemplare gesto del nigeriano, il Sindaco di Vergato si è reso disponibile a incontrarlo per ringraziarlo personalmente e ad accoglierlo nel suo territorio.
In attesa delle procedure burocratiche, la 35enne ha riavuto il portafogli contenente l’esatta somma di banconote contenute all’interno, ovvero 205 euro e il nigeriano ha pranzato in Caserma in compagnia dei Carabinieri.

DOGANA E GUARDIA DI FINANZA: SEQUESTRO SPECIMEN PROTETTE

 I funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Bologna – S.O.T. Aeroporto, congiuntamente ai finanzieri del I Gruppo Bologna - hanno sequestrato nei giorni scorsi presso l’Aeroporto G. Marconi 800 grammi di caviale di storione appartenente alla famiglia “acipenseridae”, specie rientrante nell’Allegato “B” del Reg. CEE n. 338/97 e succ. mod. e int. Il caviale confezionato in n.8 vasetti da 100 grammi cadauno, sprovvisto della necessaria documentazione ovvero regolare certificato CITES, era stato abilmente occultato tra gli effetti personali nei bagagli al seguito del passeggero. Al trasgressore è stata applicata la sanzione pecuniaria di €. 5.000,00. Dal 1° Gennaio 2017 la Guardia di Finanza è la forza di polizia deputata ai controlli sul commercio di specie protette e al contrasto di specie tutelate negli spazi doganali ai sensi del D.Lgs 177/2016 che trasferisce ad essa le funzioni del disciolto Corpo Forestale dello Stato in materia C.I.T.E.S. Nel 2018 la Guardia di Finanza ha eseguito più di 600 interventi e controlli che hanno permesso, unitamente ai funzionari doganali, di elevare ulteriori 3 verbali di constatazione per illeciti amministrativi in violazione a quanto sancito dalla Convenzione di Washington.

lunedì 24 dicembre 2018

CASTIGLIONE DEI PEPOLI

 GLI ALUNNI dell’Istituto Scolastico Comprensivo “Castiglione-Camugnano-San Benedetto” VISITANO LA STAZIONE CARABINIERI
In occasione delle festività natalizie, una rappresentanza di alunni dell’Istituto Scolastico Comprensivo “Castiglione-Camugnano-San Benedetto” ha voluto esprimere la propria vicinanza all’Arma dei Carabinieri con una visita ai militari della Stazione Carabinieri di Castiglione dei Pepoli. Gli alunni, accompagnati dal Dirigente scolastico e da due insegnati, sono stati accolti dal Comandante, il Maresciallo Maggiore Pietro Di Gaetano e da altri Carabinieri presenti in Caserma. All’allegra cerimonia si è unito anche il  Sindaco del Comune di Castiglione dei Pepoli, Maurizio Fabbri. Gli alunni hanno consegnato ai militari una letterina affettuosa, emozionante e a tratti riflessiva con frasi del tipo: “E’ mai successo che un vostro collega si sia sacrificato nello svolgimento del proprio dovere?.
Non a caso, tra una decina di giorni ricorre il 28° Anniversario dell’eccidio dei tre Carabinieri, Mauro Mitilini, Andrea Moneta e Otello Stefanini, barbaramente uccisi la sera del 4 gennaio 1991 da una banda di criminali che iniziarono a sparare da una Fiat Uno bianca



domenica 23 dicembre 2018

Buonasera a tutti voi lettori del Resto del Dodino

Buonasera a tutti voi lettori del Resto del Dodino.
Con questa immagine collage, chiudo questo anno augurando a tutti voi un felice e sereno Natale 2018 e un migliore anno nuovo 2019 !!!
Tanti sinceri auguri !!!
Arrivederci al prossimo anno...
Claudio Luccarini fotografo

sabato 22 dicembre 2018

“CHRISTMAS CLEAN STATIONS”


OPERAZIONE AD ALTO IMPATTO DELLA POLIZIA DI STATO NELLE PRINCIPALI STAZIONI FERROVIARIE ED ADIACENZE

Il 20 dicembre, nell’ambito di una più vasta operazione di rilievo nazionale denominata “Christmas clean stations”, la Polizia di Stato di Bologna ha effettuato straordinari controlli presso lo scalo ferroviario di Bologna Centrale e presso le aree cittadine limitrofe.
L’operazione ad alto impatto è stata disposta dal Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Franco Gabrielli, per aumentare ulteriormente i livelli di sicurezza rispetto agli scali ferroviari anche alla luce del maggior afflusso di viaggiatori legato alle festività natalizie.

In particolare la Specialità Ferroviaria della Polizia di Stato ha impegnato 55 operatori suddivisi in 18 pattuglie che hanno identificato e controllato un totale di 250 persone.
Le attività, effettuate mediante i sistemi di geolocalizzazione delle pattuglie e remotizzazione delle immagini di stazione, sono state ottimizzate grazie all’utilizzo degli smartphone di ultima generazione in dotazione alle pattuglie per il controllo in tempo reale dei documenti elettronici ed estese ai depositi bagagli, anche con il ricorso ad unità cinofile e metal detector.
All’operazione hanno preso parte anche il personale di Protezione Aziendale delle Ferrovie dello Stato e Guardie Particolari Giurate, il cui contributo ha agevolato le attività di osservazione e di intervento attraverso la canalizzazione dei flussi di viaggiatori su un numero limitato di varchi di accesso alla stazione presenziati dagli operatori.

associazione per delinquere finalizzata alla truffa

ESEGUITA DAI CARABINIERI del nucleo investigativo DI BOLOGNA
UN’ORDINANZA DI applicazione di misure CAUTELARi PER
associazione per delinquere finalizzata alla truffa E CONCORSO IN TRUFFA AGGRAVATA
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bologna hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari (tre arresti domiciliari e un obbligo di dimora) nei confronti di quattro italiani, tre uomini e una donna, indagati per associazione per delinquere finalizzata alla truffa e per concorso in truffa aggravata.
Il provvedimento, firmato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna, Dott. Alberto Gamberini, scaturisce dagli esiti di una indagine intrapresa dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bologna, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, Sostituto Procuratore Dott.ssa Gabriella Tavano, per risalire agli autori di una truffa milionaria ai danni di una nota multinazionale piemontese specializzata in prodotti dolciari.
La vicenda ha inizio qualche tempo fa, quando l’azienda finita nel mirino della banda ricevette la mail di una società savonese con sede logistica in via Zanardi a Bologna che chiedeva il recapito di un venditore per avviare una trattativa commerciale finalizzata all’ordinazione di prodotti alimentari. Come da prassi, la società piemontese incaricava due funzionari di zona per mettersi in contatto con il cliente, tale “Paoloni Antonello”. Dopo aver rafforzato la fiducia con il venditore, attraverso il pagamento di un carico di crema alla nocciola del valore complessivo di 100.000 euro e avergli mostrato che la società era in attivo di 3.115.964 euro, attraverso un documento che durante la fase investigativa è risultato falso, il cliente aumentava le ordinazioni fino a 500.000 euro. Importo che veniva saldato con l’emissione di alcuni assegni bancari. Dopo qualche giorno, coloro che avevano ricevuto gli assegni, scoprivano che gli stessi erano scoperti. I funzionari della multinazionale chiedevano spiegazioni al cliente che dopo essersi scusato per l’inconveniente, prometteva che avrebbe sistemato le cose in brevissimo tempo: “Tranquilli che sistemo tutto”. Il pagamento non c’è stato e quando i responsabili piemontesi hanno scavato più a fondo cercando l’azienda di via Zanardi si sono accorti che a quell’indirizzo c’era un vecchio capannone chiuso. È stato a quel punto che i funzionari dell’azienda hanno capito di essere stati truffati e si sono rivolti ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bologna.
Il primo tassello del puzzle che i Carabinieri hanno ricomposto è stato quello di capire chi c’era dietro al capannone di via Zanardi. A maggio 2015, l’immobile era stato affittato a un soggetto da un’agenzia immobiliare che era stata delegata dal proprietario del fondo, un cittadino bolognese. Questi, sentito dai Carabinieri, riferiva che subito dopo la stipula del contratto aveva iniziato ad avere dei problemi nella ricezione delle mensilità, in ritardo nei primi mesi, assenti nei successivi. Una mattina, il proprietario dell’immobile, recandosi sul posto per avere qualche spiegazione in più dall’inquilino, si imbatteva in un cittadino che si lamentava di essere stato truffato dalla società che risiedeva in quel capannone. Non solo, ma la nuova vittima riferiva che anche un distributore situato nelle vicinanze era stato truffato dagli stessi per un importo di circa 8.000 euro a seguito di numerose forniture di gasolio che la società aveva ricevuto per alimentare i veicoli. Il proprietario dell’immobile, resosi conto della gravità dei fatti, dava avvio alla risoluzione dell’atto di affitto per morosità dell’inquilino, tale “Paoloni Antonello”. Nel corso delle indagini, sempre più certosine da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bologna, è emerso che la società bolognese di via Zanardi aveva assunto, con un annuncio pubblicato sul web, un’impiegata part-time per curare la burocrazia che si stava accumulando, conseguentemente alle tonnellate di crema alla nocciola che venivano recapitate a quell’indirizzo. Abbandonata la sede di via Zanardi, la società riapriva una nuova sede, legale a Roma e logistica in via XXV Aprile a Granarolo Emilia. Questo, per ripartire da zero e truffare nuovi clienti con la solita strategia.
L’iter criminale è stato interrotto dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bologna che hanno smantellato la banda che utilizzava nomi falsi, come “Paoloni Antonello” e consegnato i responsabili all’Autorità Giudiziaria.
I destinatari dei provvedimenti risiedono in provincia di Treviso e Napoli, sebbene uno di essi abbia dimorato per diversi anni in provincia di Bologna.