mercoledì 31 luglio 2019

BOLOGNA

BOLOGNA
CARABINIERI ATTENTI, QUELL’UOMO È ARMATO
TUNISINO ARMATO DI COLTELLO DENUNCIATO DAI CARABINIERI
I Carabinieri della Stazione Bologna Navile hanno denunciato un 33enne tunisino per porto di armi od oggetti atti ad offendere. È successo questa notte, quando una pattuglia dei Carabinieri della Stazione Bologna Navile, mentre stava transitando davanti a un bar di via di Corticella per un’operazione di sostegno alla pubblica sicurezza denominata “Operazione Strade Sicure”, unitamente al personale del 121° Reggimento Artiglieria Contraerea “Ravenna”, è stata fermata da un soggetto, in forte stato di agitazione, che si lamentava perché il titolare del locale non gli aveva somministrato da bere. Mentre i militari ascoltavano il richiedente, identificato nel 33enne tunisino, un altro cliente di nazionalità camerunense usciva velocemente dal locale gridando: “Carabinieri attenti, quell’uomo è armato!”. I Carabinieri, dopo aver chiesto ausilio alla Centrale Operativa del Comando Provinciale Carabinieri di Bologna hanno bloccato immediatamente il tunisino, lo hanno perquisito e gli hanno trovato quello che il cittadino camerunense gli aveva effettivamente rivelato: un coltello, in particolare, un modello sardo a serramanico, finemente affilato. Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Bologna e una pattuglia della P.S. L’arma è stata sequestrata unitamente ad alcuni grammi di marijuana che il 33enne tunisino, pluripregiudicato, aveva in tasca.   

martedì 30 luglio 2019

Tamponamentro in autostrada

Tamponamento tra due mezzi pesanti in autostrada con un morto proprio nel punto dove un anno fa ci fu un altro tamponamento e il crollo del ponte a Borgo Panigale.

giovedì 25 luglio 2019

CASTEL GUELFO

INCIDENTE STRADALE GRAVE IN VIA DI DOZZA
Questa notte, i Carabinieri della Stazione di Castel Guelfo sono intervenuti in via di Dozza per rilevare un incidente stradale di un automobilista italiano di 52 anni, residente in provincia di Biella, che è finito fuori strada mentre si trovava al volante di una Smart. A seguito delle ferite riportate nell’impatto violento, l’uomo è stato soccorso dai sanitari del 118 e trasportato in codice rosso al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Bologna.

mercoledì 24 luglio 2019

I vigili del fuoco intervengono per un incendio in via Panigale a Bologna

I vigili del  fuoco  intervengono per   un  incendio in via  Panigale  a  Bologna. Bologna,24/07/2019.  Alle  ore  14:50  la  sala  operativa  115  di  Bologna  ha ricevuto  una  chiamata  di  soccorso  per  un  incendio  divampato  in  uno  stabile  in via  Panigale,  in  città,  nei  pressi  di  via  Emilia  Ponente.  A  bruciare-  quasi completamente-  è  stato  un  appartamento  posto  all’ultimo  piano  del  civico  49  di via  Panigale.  Al  momento  dell’incendio  pare  che  in  casa  non  ci  fosse  nessuno  e le  stanze  si  presentavano  apparentemente  disabitate.  Si  è  sviluppata  una notevole  colonna  di  fumo  per  le  scale  e  dalle  finestre.  I  vigili  del  fuoco  sono intervenuti  con  le  squadre  e  i  mezzi  dei  due  distaccamenti  cittadini  più  vicini,  il “Carlo  Fava”  e  “Dante  Zini”,  con  due  autobotti  e  un’autoscala.  La  sede  centrale ha  poi  inviato  di  rinforzo  un’altra  squadra  con  un’altra  autobotte.  I  pompieri hanno  evacuato  una  persona  rimasta  all’interno  dell’edificio  e  hanno  spento  le f iamme  con  mandate  d’acqua  sia  dall’interno  dell’edificio  sia  dall’esterno  con l’ausilio  dell’autoscala.  Gli  operatori  sono  entrati  all’interno  dello  stabile  con maschere  e  autorespiratori.  Nulla  si  sa  ,  al  momento,  circa  le  cause  del  rogo,  su cui  le  autorità  giudiziarie  stanno  indagando.  Via  Panigale  è  rimasta  interdetta  al traffico  per  alcune  ore  per  permettere  le  operazioni  di  soccorso.  Sul  posto  il funzionario  tecnico  di  servizio  dei  vigili  del  fuoco  bolognesi  per  le  valutazioni  dei danni  all’edificio  e  per  la  determinazione  dell’agibilità.  Accorsi,  oltre  al  115, anche  i  sanitari  del  118  con  un’ambulanza-  anche  se  non  si  registrano  feriti-  i CC e  la  Polizia  Locale  che  ha  interrotto il  traffico veicolare.

GUARDIA DI FINANZA BOLOGNA: SEQUESTRATI BENI DEL VALORE DI OLTRE UN MILIONE DI EURO

GUARDIA DI FINANZA BOLOGNA: SEQUESTRATI BENI DEL VALORE DI OLTRE UN MILIONE DI EURO E DENUNCIATE 4 PERSONE PER INTESTAZIONE FITTIZIA DI BENI, FINALIZZATA AD ELUDERE L’APPLICAZIONE DI MISURE DI PREVENZIONE PATRIMONIALI.


I militari della Guardia di Finanza di Bologna hanno dato esecuzione, su disposizione del Giudice per le indagini preliminari dr. Domenico Truppa, a un provvedimento di sequestro preventivo di quote societarie, beni aziendali e disponibilità finanziarie del valore complessivo di oltre un milione di euro nei confronti di quattro soggetti ritenuti responsabili, in concorso fra loro, del reato di “Trasferimento fraudolento di valori”, previsto e punito dall’art. 512-bis del Codice Penale (già art. 12-quinquies D.L. n. 306/1992). Si tratta, in particolare, delle quote di una azienda agricola con sede in Argenta (FE), che si estende su una superficie di oltre 5.000 mq, e di tutti gli elementi presenti nel patrimonio aziendale (tra cui autovetture, alcune centinaia di capi di bestiame e le attrezzature agricole). L’attività, svolta dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bologna, sotto la direzione del Sostituto Procuratore Dott. Flavio Lazzarini, rappresenta l’epilogo di una vicenda giudiziaria che – nel luglio dello scorso anno – aveva visto come destinatario di misure di prevenzione patrimoniali a norma del cd. “Codice Antimafia” uno dei quattro soggetti ora indagati: C.L., classe 1946, di origini pugliesi e residente nella provincia di Ferrara ma con interessi economici anche nel bolognese, nel ravennate e nel tarantino. In particolare, al soggetto – pluripregiudicato per la commissione di diversi reati contro il patrimonio e gravato da oltre 90 condanne definitive – erano stati confiscati beni immobili e società per un valore complessivo di circa 3,6 mln di euro, in quanto incongruenti con il suo profilo reddituale, dal momento che era stato ritenuto soggetto “socialmente e fiscalmente pericoloso”. I successivi approfondimenti investigativi hanno permesso di appurare come lo stesso, in concomitanza con il procedimento applicativo delle misure di prevenzione, avesse attribuito fittiziamente a terzi (la figlia ed altri soggetti prestanome anche loro indagati) somme di denaro ed una società, al fine di scongiurarne l’apprensione da parte dello Stato. Come evidenziato dallo stesso GIP, il C.L. “nel corso degli anni ha proceduto a intestare beni/immobili, quote societarie e altri beni a soggetti prestanome utilizzando false generalità… sue e dei suoi congiunti”, in attuazione di “una logica preventiva consistente nel sottrarre tali beni (illecitamente realizzati) da eventuali aggressioni patrimoniali o misure di prevenzione”. Dalle indagini svolte, nello specifico, è emerso come il pregiudicato per l’intestazione dei beni o comunque per ostacolarne l’apprensione da parte delle procedure di legge si sia servito dell’azienda agricola oggetto dell’odierno sequestro, della quale lo stesso è risultato essere l’effettivo “dominus”. Contestualmente all’esecuzione delle misure patrimoniali sono state eseguite anche perquisizioni locali delle abitazioni degli indagati e della società coinvolta. L’attività svolta testimonia l’impegno del Corpo della Guardia di Finanza nel contrasto alla criminalità, perpetrato attraverso il sequestro di tutte quelle manifestazioni economiche che scaturiscono da condotte illecite connesse alla commissione di reati finanziari di particolare spessore.

martedì 23 luglio 2019

CASALECCHIO DI RENO - GRANAROLO EMILIA

Il PREZZO DEL TESTIMONE
SE VUOI SAPERE CHI TI HA DANNEGGIATO L’AUTO MI DEVI PAGARE
35ENNE MOLDAVO ARRESTATO PER ESTORSIONE DAI CARABINIERI
I Carabinieri della Stazione Bologna Borgo Panigale hanno arrestato un 35enne moldavo, residente a Bologna, per estorsione. È successo ieri sera quando i militari sono venuti a conoscenza che un 29enne italiano era stato ricattato da uno sconosciuto che, per 100 euro, era disposto a fornirgli i dati di un’automobilista che, durante una manovra, gli aveva urtato la macchina parcheggiata al Centro Commerciale “Meridiana” di Casalecchio di Reno. Il 29enne telefonava all’anonimo interlocutore tramite un numero di telefono che aveva trovato scritto, unitamente alla frase: “Chiamami per paraurti rotto”, su un foglietto di carta attaccato sul finestrino della sua Lancia Y, effettivamente danneggiata all’altezza del paraurti posteriore. Durante la telefonata, il 29enne confermava di essere disposto a incontrare il testimone per avere le informazioni, ma dietro a un pagamento inferiore a quello pattuito. All’appuntamento si sono presentati anche i Carabinieri della Stazione Bologna Borgo Panigale e a pagamento avvenuto, 50 euro, anziché 100, il testimone, identificato nel 35enne moldavo, è finito in manette. All’interno dello smartphone in uso al 35enne, i militari hanno rinvenuto alcune foto di un’altra vettura che potrebbero essere state scattate all’interno del centro commerciale, proprio per escogitare il piano criminale ai danni del 29enne. Su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna, il 35enne, gravato da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, è stato sottoposto agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto, prevista per la giornata odierna.

INCIDENTE STRADALE SULLA S.P. 86 LUNGOSAVENA
Questa mattina, i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di San Lazzaro di Savena sono intervenuti sulla Strada Provinciale “86-Lungosavena”, all’altezza di Granarolo Emilia, per rilevare un incidente stradale grave tra due automobilisti italiani alla guida di un SUV, un 56enne alla guida di una Volvo XC 70 e una 55enne alla guida di una Volkswagen Tiguan. A seguito delle ferite riportate nell’impatto violento, i due automobilisti sono stati soccorsi dai sanitari del 118 e trasportati d’urgenza al Pronto Soccorso.

POLIZIA DI STATO : IN TRASFERTA DA NAPOLI A BOLOGNA PER TRUFFA SU ACQUISTO TELEFONI CELLULARI- DENUNCIATI


Indagine lampo degli Agenti della Polizia Ferroviaria - Squadra di Polizia Giudiziaria - del Compartimento Emilia Romagna, che hanno smascherato e denunciato due giovani partenopei, M.S. di 29 anni e I.S. di 21, responsabili del reato di truffa in concorso, tentata truffa in concorso continuata e possesso di documenti falsi.
In particolare nel pomeriggio di venerdì 19 luglio scorso, durante i servizi di vigilanza e prevenzione predisposti per il periodo estivo, gli agenti in servizio di autopattuglia hanno notato uno dei due suddetti aggirarsi davanti ad un negozio Tim cittadino di Via Zanardi. Hanno deciso di scendere dall’auto per controllare l’individuo, ma nel frattempo questo si è allontanato.
Nel dubbio sui sospetti movimenti dell’individuo, gli agenti hanno chiesto al negoziante del punto Tim se ci fossero state operazioni di telefonia sospette, e hanno appreso che poco prima un altro giovane ha tentato di pagare un telefono cellulare con dei documenti che all’esercente erano apparsi non genuini, al punto da negare l’acquisto del telefono; nella circostanza ha fornito anche la descrizione dettagliata del giovane ai poliziotti.
Gli operatori hanno inteso che i due fossero insieme e hanno deciso quindi di recarsi in altro negozio Tim più vicino, ipotizzando l’intenzione dei due di portare a termine la loro operazione, ed infatti nel negozio Tim del vicino Centro Commerciale Lame, hanno ritrovato il giovane notato poco prima, in compagnia del complice del quale il negoziante di via Zanardi ha fornito la descrizione, proprio mentre tentavano di portare a termine la loro truffa per lacquisto di un Iphone XS.
Uno dei due infatti aveva appena presentato al commesso una carta di identità con la sua fotografia, ed anche la tessera sanitaria, ma il tutto era intestato ad altra persona.
Dalla perquisizione personale dei due emergevano una serie di documenti falsi in possesso di entrambi, intestati a diverse persone, ma sempre con le fotografie di uno o dell’altro; inoltre i due sono stati trovati in possesso della somma in contanti di 2.800 euro, e nella loro auto, presa a noleggio per raggiungere Bologna, sono stati trovati anche altri due Iphonecon i relativi contratti di acquisto a rate effettuati nello stesso negozio Tim nella stessa mattina, con un altro dipendente del negozio.
Di fronte alle contestazioni i due hanno ammesso laddebito, e hanno dichiarato di aver raggiunto Bologna per effettuare acquisti con documenti falsi, per poi rivendere a Napoli i telefoni acquistati.

Operazione “OUTLET”


L’indagine denominata “Outlet” di cui al p.p. 19872/16 mod. 21 coordinata dalla DDA della Procura di Bologna (PM dott. Ceroni) trae origine dagli esiti investigativi di una precedente attività d’indagine (di cui al p.p. 18374/15 mod. 21 D.D.A.) che aveva fatto emergere una serie di indizi a carico di un gruppo di soggetti albanesi dediti all’importazione di ingenti quantitativi di cocaina e marijuana.
In particolare, il 2 dicembre 2016, personale della VI sezione di questa Squadra Mobile arrestava in flagranza di reato 8 detenzione di 3,5 kg di hashish, 250 gr di cocaina e 740 gr di marijuana) un cittadino marocchino il quale, nell’immediatezza dei fatti, riferiva informalmente di aver ricevuto lo stupefacente il giorno precedente da alcuni cittadini albanesi, suoi abituali fornitori, incontrati presso il Centro Commerciale “Meraville” di Bologna, poco distante dal quartiere Pilastro (da cui il nome dell’operazione “OUTLET”).
Le attività successivamente intraprese consentivano di risalire ad un primo gruppo organizzato di cittadini albanesi e italiani dedito all’importazione e rivendita di ingenti quantitativi di marijuana e cocaina, al vertice del quale si collocavano ALIAJ Ilirjan e un connazionale attualmente irreperibile.
Lo stabile insediamento dei vertici del gruppo e di una buona parte dei correi nel territorio bolognese, faceva sì che l’intera programmazione, ogni accordo illecito e direttiva esecutiva venissero di fatto a perfezionarsi e ad essere adottate proprio in questa provincia. Il gruppo era solito comunicare attraverso una chat criptata la cui decodifica da parte degli investigatori consentiva di disvelare una vasta rete di narcotrafficanti. L’imponenza dell’attività illecita, pur avendo come epicentro il capoluogo emiliano romagnolo, ne consentiva necessariamente la ramificazione anche in altre regioni, tra le quali precipuamente la Puglia (punto di approdo degli ingenti carichi di stupefacente provenienti dall’Albania), l’Umbria e la Toscana, ed era strutturata in termini tali da garantire un costante approvvigionamento dello stupefacente ed un celere smistamento delle partite di volta in volta importate e/o acquistate. Il gruppo, pur se non strutturato al punto da integrare gli estremi di una compagine associata, presentava comunque una stabilità operativa ed organizzativa tanto da consentire l’immediata sostituzione di uno dei componenti in caso di sopravvenuti arresti e/o comprovata infedeltà o inaffidabilità.
Esemplificative in tal senso risultavano la sostituzione di un corriere arrestato nel corso dell’indagine (colto con oltre 1 kg di cocaina mentre faceva rientro da Perugia a Bologna), ovvero quella dei fratelli MARZANO Antonio e Gregorio, fidati ed esperti trasportatori dello stupefacente con i quali sorgevano questioni in merito ai rispettivi compensi.
Lo stupefacente importato dall’estero, principalmente marijuana e hashish, veniva reperito dal gruppo direttamente in Albania e stoccato in attesa del trasferimento in Italia. Il gruppo, infatti, vantava un canale di approvvigionamento privilegiato in Albania, dove poteva godere di numerosi appoggi. Grazie infatti alle notevoli disponibilità economiche, era possibile non soltanto portare a termine gli ingenti acquisti di droga, ma anche occuparsi di tutte le spese necessarie per i trasferimenti di quest’ultima. D’altra parte gli ingenti quantitativi acquistati ogni volta permettevano di ottenere prezzi ridotti all’ingrosso, nell’ordine di qualche centinaio di euro al chilogrammo, così da garantire ancora maggiori guadagni dalla successiva vendita (un kg veniva acquistato a 800/1000 euro e rivenduto anche a 2.000/2.500 se la qualità era eccellente).
Il trasporto via mare avveniva poi a bordo di potenti gommoni, in grado di trasportare sino a 1.000 chilogrammi di marijuana per traversata, condotti tendenzialmente da piloti italiani, in grado di attraversare il mare Adriatico anche in condizioni di criticità e di raggiungere ed attraccare a ridosso di calette della costiera pugliese, zona geografica più prossima all’Albania. I riferimenti pugliesi per tale parte dell’azione illecita venivano identificati in PALMA Saverio e VINDICE Vincenzo, soggetti dimoranti nel brindisino ed a loro volta narcotrafficanti, che offrivano un importante contributo proprio per gli aspetti “logistici”, vale a dire il reperimento del pilota, del gommone e della relativa motorizzazione, oltre che l’attività primo stoccaggio dello stupefacente giunto in Italia.
Lo smistamento e comunque il trasporto sul territorio nazionale da e per l’Emilia Romagna veniva svolto sia da cittadini albanesi, sia da cittadini italiani residenti a Bologna. Questi ultimi, in particolare, si occupavano in maniera disgiunta e mediante l’utilizzo di veicoli propri del trasferimento dello stupefacente dalle coste pugliesi a questo capoluogo e, quale compenso per il viaggio, venivano ricompensati con somme di denaro proporzionali ai quantitativi trasportati o semplicemente con l’equivalente in stupefacente.
Per l’occultamento e la custodia dello stupefacente a Bologna il gruppo era solito servirsi di alcuni box auto, ovviamente non formalmente riconducibili ad alcuno dei componenti del gruppo. Successivamente alla scoperta di tali nascondigli e al conseguente importante sequestro di diversi kilogrammi di stupefacente (548 kg di marijuana, 214 kg di hashish e 275 gr di cocaina e 15 proiettili calibro 7,65), il gruppo iniziava a servirsi di ricoveri di fortuna ricavati tra la vegetazione in isolate zone di campagna (uno dei quali riscontrato con un sequestro di 50 kg di marijuana) e in una cascina di proprietà di uno degli italiani arrestati.
I clienti finali, sostanzialmente stabili, erano composti sia da connazionali, sia da centroafricani, che acquistavano quantitativi considerevoli di stupefacente, non associabili ad un uso esclusivamente personale.
L’organizzazione, poi, era in grado di procurarsi anche discreti quantitativi di cocaina, perlopiù acquistati tramite connazionali operanti in Bologna.
L’estensione delle indagini verso taluni dei fornitori in Italia del gruppo citato, infine, consentiva di individuare un’altra cellula criminale, sempre composta da cittadini albanesi, localizzata tendenzialmente tra la Toscana (provincia di Arezzo) e l’Umbria (provincia di Perugia). Dopo aver effettuato un’ingente fornitura di marijuana in provincia di Bologna, veniva avviata un’attività di intercettazione ed effettuati diversi servizi di p.g. che portavano a riscontrare diverse importazioni/acquisti di stupefacente (del tipo cocaina e marijuana) per quantitativi davvero considerevoli, poi piazzato in diverse regioni del territorio nazionale ed anche all’estero (ad es. sequestro di 53 kg di marijuana a Perugia).
Le indagini complessivamente svolte, durate circa un anno (dal dicembre 2016 a dicembre 2017) permettevano così di procedere al sequestro dei quantitativi di stupefacente di seguito riportati ed alla conseguente adozione di misure pre-cautelari nei confronti dei diretti responsabili oggi eseguite.

Oggi, in costanza di esecuzione dei provvedimenti precautelari (27 i destinatari di OCC), esecuzioni avvenute in tutta Italia con la collaborazione delle Squadre Mobili di Reggio Emilia, Ferrara, Arezzo, Brindisi, Cremona, Foggia, Perugia, Monza-Brianza e Siena, a dimostrazione di come il gruppo continuasse ad operare nel narcotraffico, a Bologna è stato tratto in arresto in flagranza di reato il già indagato MARZANO Antonio a cui è stata sequestrata sostanza stupefacente del tipo marijuana (oltre 5 kg suddivisa in 12 barattoli) , cocaina e ketamina, nonché sostanza da taglio del tipo manitolo. Inoltre a casa di uno degli albanesi del gruppo è stata sequestrata la somma in contanti di oltre 50.000 € debitamente occultata.


RISULTANZE:
-       nr. 35 indagati
-       nr. 17 destinatari di OCC di 16 in custodia cautelare in carcere e 1 agli arresti domiciliari (di cui 9 italiani e 7 albanesi e 1 nigeriano)
-       nr. 23 arrestati in flagranza di reato
-       nr. 33 perquisizioni personali e domiciliari delegate
-       sequestro di 1.517 Kg di marijuana, 114 Kg di hashish, 2 Kg di cocaina

sabato 20 luglio 2019

Inaugurazione Second Life

Inaugurata dall' assessore Aitini il posto del riuso Second Life a Borgo Panigale dopo i restauri dovuti al vandalismo di marzo

venerdì 19 luglio 2019

CAMBIO AL VERTICE DEL COMANDO PROVINCIALE DELLA GUARDIA DI FINANZA DI BOLOGNA

CAMBIO AL VERTICE DEL COMANDO PROVINCIALE DELLA GUARDIA DI FINANZA DI BOLOGNA. AL GENERALE LUCA CERVI SUBENTRA IL GENERALE GIANLUCA FILIPPI.
Con una cerimonia svoltasi presso la caserma “Sottobrigadiere Antonio Vaiani” sede del Comando Provinciale di Bologna, presieduta dal Comandante Regionale Emilia Romagna, Generale di Divisione Giuseppe Gerli, è avvenuto il passaggio di consegna tra i Generali di Brigata Luca Cervi e Gianluca Filippi. Il Generale di Brigata Luca Cervi lascia il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna per assumere l’incarico di Capo di Stato Maggiore presso il Comando Regionale Toscana. I tre anni che lo hanno visto al vertice delle Fiamme Gialle bolognesi sono stati particolarmente intensi ed hanno consentito di realizzare numerose iniziative a favore del personale e di conseguire importanti risultati in tutti i settori di interesse istituzionale, dall’accertamento di evasioni fiscali in ambito nazionale ed internazionale alla tutela della spesa pubblica, dalla lotta contro la criminalità economico-finanziaria a quella organizzata, dal contrasto al traffico internazionale di droga a quello di valuta. Particolare attenzione è stata posta, poi, nella stretta collaborazione con le altre forze di Polizia in seno al Comitato Provinciale Ordine e Sicurezza, che ha visto impegnato il Corpo in tutte le iniziative contro il degrado e al ripristino della legalità in ogni suo settore. Il Generale di Brigata Gianluca Filippi 50 anni, originario di Pontecorvo (FR), è entrato in Accademia nel 1988. Nel corso della sua carriera ha ricoperto numerosi e prestigiosi ruoli di comando operativi e addestrativi, ha inoltre svolto incarichi di staff presso l'Ufficio del Sottocapo di Stato Maggiore e il Primo Reparto del Comando Generale del Corpo Già Comandante Provinciale di Lucca, ha nell’ultimo biennio ha ricoperto il ruolo di Vice Comandante Operativo del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma, ove ha diretto e coordinato, in ambito nazionale, delicatissime inchieste. Laureato in Scienze della Sicurezza Economico-finanziaria, in Giurisprudenza ed in Economia e Commercio 1° livello, il Generale Filippi ha frequentato il Corso Superiore di Polizia Tributaria ed ha conseguito inoltre il Master di 2° livello in “diritto tributario dell’impresa” ed il Master, 1° e 2° livello, in “Alta Specializzazione in Diritto Amministrativo Militare”.

BOLOGNA: Action day contro furti in abitazione


I furti in abitazione destano particolare preoccupazione nella popolazione in quanto, oltre a generare un danno economico, implicano spesso un forte coinvolgimento emotivo, causando un vero e proprio trauma dovuto alla violazione della propria sfera privata.
Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza - Direzione Centrale della Polizia Criminale, al fine di rendere sempre più incisiva l'azione di prevenzione e contrasto di tali reati, ha promosso nei giorni scorsi la realizzazione di un Action day, giornata dedicata alla lotta dei furti in appartamento, in alcune aree territoriali interessate dal fenomeno delittuoso in esame.
Sono state invitate le Autorità Provinciali di Pubblica Sicurezza ad esaminare in sede di Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica le misure da intraprendere in chiave preventiva e repressiva.
In particolare, in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Puglia e Sicilia, le Forze di polizia e le polizie locali hanno operato sinergicamente realizzando servizi mirati a prevenire e a contrastare in maniera strutturata i furti in abitazione, particolarmente frequenti nella stagione estiva.
Sono state intraprese, a livello locale, iniziative informative e di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini anche attraverso la distribuzione, presso centri di aggregazione, di opuscoli e vademecum con suggerimenti sulle precauzioni da adottare, in via di autotutela, per prevenire i delitti in parola o per minimizzarne i danni sul territorio nazionale.
Sul territorio nazionale al servizio hanno preso parte, in totale, 4.772 operatori della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e delle Polizie locali.
Nella sola città di Bologna sono state oltre 250 le persone sottoposte a controllo da parte delle forze dell’ordine nelle 24 h dedicate all’iniziativa.

giovedì 18 luglio 2019

GUARDIA DI FINANZA BOLOGNA: OPERAZIONE “MACUMBA”

GUARDIA DI FINANZA BOLOGNA: OPERAZIONE “MACUMBA”. DISARTICOLATA INTERA FILIERA DELLA CONTRAFFAZIONE. ESEGUITE PERQUISIZIONI IN EMILIA ROMAGNA, LOMBARDIA, PIEMONTE, VENETO, MARCHE, SARDEGNA E CAMPANIA NEI CONFRONTI DI 26 INDAGATI. INDIVIDUATI 3 SITI DI PRODUZIONE, 1 TIPOGRAFIA E SEQUESTRATI OLTRE MEZZO MILIONE DI PRODOTTI CONTRAFFATTI.
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno dato esecuzione, nelle province di Bologna, Parma, Ferrara, Verona, Brescia, Bergamo, Torino, Macerata, Napoli e Nuoro, ad un provvedimento di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica di Bologna nei confronti di 26 soggetti italiani, senegalesi e marocchini, facenti parte di una ramificata organizzazione criminale dedita all’importazione, produzione e commercializzazione di capi d’abbigliamento ed accessori di moda contraffatti. L’operazione che ha visto l’impiego di oltre 150 finanzieri, si è svolta a conclusione di un’articolata e complessa attività investigativa condotta dal Gruppo Tutela Mercato Beni e Servizi del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, sotto il coordinamento dei Sostituti Procuratori Stefano Orsi e Augusto Borghini, finalizzata a contrastare la proliferazione del mercato del falso nel settore economico della moda, ed ha permesso di individuare 3 siti di produzione ed 1 tipografia, nonché di sequestrare oltre mezzo milione tra capi di abbigliamento, accessori, etichette, minuteria metallica e macchinari (plotter tipografici e macchine da cucire professionali). Le indagini, anche di natura tecnica (intercettazioni telefoniche e telematiche) supportate da servizi di pedinamento, osservazione e controllo, hanno preso le mosse dal monitoraggio di alcuni soggetti operanti nelle province di Bologna, Ferrara, Macerata, Brescia e Nuoro che proponevano via internet la vendita di capi di abbigliamento e accessori dei più famosi brand di moda (quali Chanel, Louis Vuitton, Balenciaga, Lacoste, Ralph Lauren, Gucci, Fred Perry, Moncler). Nello specifico, attraverso la sezione Marketplace di Facebook e diversi siti web di annunci di compravendita, commercializzavano sia all’ingrosso che al dettaglio, merce contraffatta su tutto il territorio nazionale. Sui social network venivano creati appositi gruppi all’interno dei quali veniva pubblicizzata la merce esplicitamente indicata come non originale. I potenziali acquirenti contattavano gli amministratori del gruppo e, dopo aver ricevuto specifiche indicazioni da questi ultimi, effettuavano gli ordini dei prodotti che venivano spediti dai venditori subito dopo l’avvenuto pagamento effettuato tramite Paypal, versamento su PostePay o bonifico bancario. Le attività investigative hanno poi permesso di accertare come i venditori on line si approvvigionassero dei capi contraffatti o importandoli direttamente dalla Turchia e dalla Cina oppure rivolgendosi ad una ben organizzata e specializzata rete di produzione, costituita da cittadini italiani e senegalesi con varie ramificazioni sul territorio nazionale, che provvedeva ad acquistare capi “neutri” privi di marchio che poi venivano assemblati e rifiniti all’interno di laboratori clandestini (individuati nelle province di Bologna e Brescia), attraverso l’apposizione di minuteria metallica e loghi dei vari brands che venivano prodotti in provincia di Brescia e Napoli, dove è stata individuata una vera e propria stamperia di etichette.

venerdì 12 luglio 2019

IMOLA

FERMANO GLI ANZIANI E SI SPACCIANO PER APPARTENENTI ALLE FORZE DELL’ORDINE
DUE DONNE DENUNCIATE DAI CARABINIERI

Ieri pomeriggio, i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Imola hanno intercettato due malviventi bolognesi che stavano escogitando qualcosa di losco ai danni di un’anziana automobilista che avevano fermato mentre stava percorrendo via Montericco. Fortunatamente, il piano criminale delle due donne, una 25enne e una 27enne, è stato interrotto subito da una pattuglia dei Carabinieri che alla vista delle due auto ferme lungo la strada si è affiancata per capire cosa fosse successo. Dopo aver scoperto che le due giovani, socialmente pericolose e specializzate in reati contro il patrimonio, in particolare ricettazioni, truffe, furti di ogni genere e rapine, avevano bloccato l’anziana automobilista, 72enne del luogo, facendole credere di essere due appartenenti alle Forze dell’ordine, i militari, quelli veri, oltre a denunciarle per sostituzione di persona in concorso, le hanno proposte all’Autorità competente per il foglio di via obbligatorio dal Comune di Imola.

GUARDIA DI FINANZA: CONFISCATI, TRA LE REGIONI EMILIA-ROMAGNA, CAMPANIA, LAZIO E SARDEGNA

GUARDIA DI FINANZA: CONFISCATI, TRA LE REGIONI EMILIA-ROMAGNA, CAMPANIA, LAZIO E SARDEGNA, BENI DEL VALORE DI 300 MILIONI DI EURO RICONDUCIBILI AD UN “IMPRENDITORE” OPERANTE NEL SETTORE IMMOBILIARE CONTIGUO AI CLAN CAMORRISTICI.

In data odierna i finanzieri del Comando Provinciale di Bologna e del Comando Provinciale di Napoli, hanno sottoposto a confisca un ingente patrimonio del valore di circa 300.000.000 di euro, in esecuzione di un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria napoletana, riconducibile a P.A., cl. 1956, “imprenditore” operante nel settore immobiliare, condannato nell’ambito della nota operazione “Omphalos” per i reati di esercizio abusivo del credito ed intestazione fittizia di quote societarie e di beni, quest’ultimo con l’aggravante del cd. “metodo mafioso” per aver agevolato vari clan camorristici L’odierno provvedimento costituisce un primo epilogo delle complesse indagini di polizia giudiziaria e di polizia economico-finanziaria condotte in stretta collaborazione dalle Fiamme Gialle felsinee e campane, in particolare dagli specialisti del G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) dei Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna e Napoli, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia partenopea, che avevano portato, nel mese di luglio del 2017, all’arresto di 17 persone ed al sequestro di di beni del valore complessivo di 700.000.000 di euro. Le attività investigative (sviluppate tramite intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e attività di osservazione e appostamenti), le approfondite e sofisticate ricostruzioni dei flussi bancari e analisi societarie nonché le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia hanno consentito di ricostruire l'operatività di un articolato gruppo criminale legato a diversi clan camorristici (clan MALLARDO, clan DI LAURO, clan degli SCISSIONISTI, clan PUCA, clan AVERSANO, clan VERDE e clan PERFETTO). L’organizzazione, operante in diverse regioni italiane - quali Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Umbria, Sardegna, Lombardia – ma con base prevalente in Campania era risultata attiva in diversi settori illeciti, quali le truffe alle assicurazioni, l’esercizio abusivo del credito, gli investimenti immobiliari e l’intestazione fittizia di beni, effettuando in questo modo un’attività di reimpiego sistematico di enormi somme di denaro di provenienza illecita. Dalle indagini era poi emerso come il gruppo camorristico fosse riuscito ad operare indisturbato anche grazie allo stabile e determinante appoggio di insospettabili colletti banchi; funzionari di banca e commercialisti infedeli i cui apporti si erano rivelati cruciali per la vita e l’espansione della compagine criminale. La confisca eseguita ha interessato l’intero compendio patrimoniale e monetario illecitamente accumulato dall’imputato, costituito da un ingente numero di cespiti dislocato in 7 province (Bologna, Ravenna, Napoli, Caserta, Benevento, Latina e Sassari); si tratta, infatti, di ben 628 tra fabbricati e terreni, 16 autovetture, anche di lusso, rapporti bancari e partecipazioni societarie, il cui valore è risultato nettamente sproporzionato rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati dallo stesso e dal suo nucleo familiare.

Bologna: Aveva ingerito 10 ovuli con droga – arrestato


Nella tarda serata di ieri gli Agenti della Polizia di Stato in servizio presso il Settore Operativo e presso la Squadra di P.G del Compartimento di Polizia Ferroviaria per l’Emilia Romagna, hanno proceduto all’arresto di un cittadino nigeriano, O.J. di 37 anni, responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. In particolare nel primo pomeriggio di ieri, durante i servizi di vigilanza e prevenzione predisposti per il consistente afflusso di viaggiatori in partenza in treno in direzione della Riviera Romagnola, dove in serata si è tenuto il concerto “Jova Beach Party”, l’attenzione dei poliziotti veniva catturata dall’atteggiamento nervoso del suddetto cittadino straniero, notato al binario 11 della Stazione Ferroviaria di Bologna in procinto di salire sul treno diretto a Rimini. L’uomo, con precedenti di Polizia, veniva identificato ed accompagnato presso gli Uffici della Polfer per ulteriori accertamenti, che in un primo momento davano esito negativo. Lo stesso però durante i controlli manifestava insistentemente la necessità di utilizzare i servizi igienici, tanto da indurre gli agenti ad approfondire il controllo, accompagnandolo –previa autorizzazione del magistrato di turno-presso l’Ospedale Sant’Orsola, per effettuare un esame radiografico, che dava esito positivo, evidenziando la presenza all’interno dello stomaco di numerosi corpi estranei. Questi risultavano essere 10 ovuli termosaldati contenenti in totale circa gr. 110 grammi di sostanza stupefacente tipo eroina, che il predetto espelleva fino alla tarda serata di ieri, quando veniva dimesso dall’ospedale e accompagnato presso la Casa Circondariale di Bologna a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


mercoledì 10 luglio 2019

SAN GIOVANNI IN PERSICETO

SAN GIOVANNI IN PERSICETO
SPORT VIOLENTO – INTERVENGONO I CARABINIERI
OTTO PERSONE, CINQUE STRANIERI E TRE ITALIANI, DENUNCIATE PER RISSA

I Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di San Giovanni in Persiceto hanno denunciato otto persone, cinque stranieri e tre italiani, di età compresa tra i 19 e i 30 anni, per rissa. La denuncia è scaturita a seguito delle indagini che i militari avevano avviato qualche sera fa, in occasione di una violenta scazzottata esplosa tra i giocatori di una partita di “calcetto saponato” che si stava disputando all’interno di un’area sportiva allestita durante una festa. Nel corso dell’episodio, uno dei giovani denunciati rimaneva lievemente ferito.

                                                                             IMOLA
GIOVANE MAROCCHINO DENUNCIATO DAI CARABINIERI
I Carabinieri della Stazione di Imola hanno denunciato un 23enne marocchino per oltraggio a pubblico ufficiale. E’ successo ieri mattina durante una pattuglia a piedi che i militari stavano effettuando nella “Galleria Risorgimento”, davanti a Piazza Caduti per la Libertà. Alla vista dei Carabinieri che si stavano avvicinando per procedere all’identificazione, il marocchino ha iniziato a insultarli cercando di temporeggiare il controllo che è stato successivamente portato a termine con l’ausilio di un’altra pattuglia dell’Arma che ha accompagnato il giovane in caserma per il fotosegnalamento. La procedura ha consentito di accertare l’identità del soggetto, gravato da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, la persona, in materia di armi e immigrazione clandestina.