giovedì 6 settembre 2018
Operazione Evasion Bluffing – frode carosello, riciclaggio, reati fiscali e fallimentari. Disposti sequestri per 234 milioni di euro
Dalle prime luci dell’alba i militari della Guardia di Finanza di Bologna e Reggio Emilia,
coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di quest’ultimo capoluogo di
Provincia, stanno eseguendo una serie di perquisizioni in tutta Italia nei confronti degli
appartenenti a un sodalizio criminale responsabili – a vario titolo – della commissione di
una pluralità di reati di natura fiscale e fallimentare, riciclaggio, truffa ai danni dello Stato
e altri reati comuni.
Contestualmente è in corso il sequestro preventivo per equivalente dei beni e delle
disponibilità finanziarie degli indagati e delle società agli stessi riconducibili per un
ammontare complessivo di 234 milioni di euro, in esecuzione a provvedimento
cautelare emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Emilia.
Le indagini – condotte su più fronti dai militari del Nucleo di Polizia Economico
Finanziaria di Reggio Emilia e di Bologna e sviluppatesi ab origine in distinti contesti
investigativi – hanno consentito di individuare e ricostruire la complessa struttura
criminale composta da oltre 100 persone che, attraverso l’impiego di un numero
consistente di società aventi sede nel centro-nord Italia e la contabilizzazione di false
fatture per centinaia di milioni di euro, ha indebitamente generato falsi crediti
d’imposta e false compensazioni per diverse decine di milioni di euro.
Lo schema di frode prevedeva l’utilizzo di società “fantasma” e false fatturazioni nelle
transazioni economiche tra soggetti comunque controllati dall’organizzazione criminale al
fine di ottenere: in alcuni casi beni a prezzi più bassi rispetto a quelli di mercato ed in altri
notevoli risparmi d’imposta per effetto delle cd. “indebite compensazioni”.
Più nel dettaglio l’organizzazione – dopo aver individuato e acquisito il controllo di
imprese in evidenti difficoltà finanziarie – le utilizzavano per frapporle fittiziamente nelle
transazioni tra soggetti economici controllati dagli indagati, generando, a seconda dei
casi, crediti di imposta fittizi, utilizzati per la compensazione con altri debiti (reali) tributari,
previdenziali o assistenziali, o costi parimenti fittizi, grazie ai quali l’organizzazione
riusciva ad immettere i prodotti sul mercato a prezzi decisamente bassi con i conseguenti
effetti negativi sulla concorrenza.
Comando Provinciale
Bologna
Comando Provinciale
Reggio Emilia
Le società “cartiere” – ovviamente inadempienti sotto tutti i punti di vista agli obblighi di
natura fiscale – terminato il loro “ciclo vitale” della durata di qualche anno venivano
intestate a soggetti prestanome nullatenenti e trasferite di sede in paesi esteri al fine di
renderne più complessa l’individuazione in caso di eventuali controlli.
Al termine delle indagini è stato possibile quantificare il profitto del reato di tale ingente
frode fiscale e di sequestrare consistenze patrimoniali equivalenti a detto illecito profitto,
nei confronti delle persone ritenute responsabili, tra cui: 114 fabbricati, 38 terreni, 48
automezzi, quote di partecipazione nelle società investigate e saldi attivi di rapporti
bancari, per ammontare complessivo di oltre 234 milioni di euro.
L’operazione sviluppata dalla Guardia di Finanza si inquadra nelle rinnovate linee
strategiche dell’azione del Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni
illeciti più gravi e insidiosi, nonché a incrementare ulteriormente la qualità degli interventi
ispettivi, integrando le funzioni di polizia economico-finanziaria con le indagini di polizia
giudiziaria e garantendo il perseguimento degli obiettivi di aggressione dei patrimoni dei
soggetti dediti ad attività criminose, al fine di assicurare l’effettivo recupero delle somme
frutto, oggetto o provento delle condotte illecite.
In tale contesto, la lotta alle frodi fiscali costituisce l’ambito di intervento dove meglio si
esprime la valenza dell’azione della Guardia di Finanza, cui sono contestualmente
attribuite – com’è noto – le funzioni di polizia giudiziaria e di polizia economico
finanziaria.
L’organizzazione criminale scoperta, in effetti, si è dimostrata particolarmente pericolosa
non solo per l’entità delle imposte evase alla collettività e ai cittadini onesti, ma
soprattutto per le modalità attuative concretamente poste in essere, fondate sull’utilizzo
di documentazione falsa e, in quanto tale, espressiva di condotte criminali fortemente
aggressive.
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