mercoledì 3 ottobre 2018
GUARDIA DI FINANZA BOLOGNA: OPERAZIONE HELIOS, ARRESTATO IMPRENDITORE PER TRUFFA AI DANNI DELLO STATO E AUTORICICLAGGIO. SEQUESTRATI BENI PER CIRCA 1 MILIONE DI EURO
I militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Bologna, su disposizione del
GIP del Tribunale di Bologna Dott.ssa Francesca Zavaglia, hanno dato esecuzione ad una
misura di custodia cautelare in carcere nei confronti di un imprenditore bolognese, A.M.
classe 1965, reo di aver posto in essere una truffa finalizzata percepire indebitamente
contributi pubblici destinati a favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili.
In militari hanno proceduto, inoltre al sequestro di disponibilità bancarie, beni mobili ed
immobili per quasi un milione di euro pari al valore dell’importo delle somme illecitamente
ottenute.
In particolare, l’indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore Dott.ssa Antonella Scandellari
e condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, trae origine
dall’approfondimento di alcune segnalazioni per operazioni sospette, pervenute alle fiamme
gialle felsinee dal circuito bancario, da cui emergeva come l’imprenditore, nonostante fosse
stato inabilitato all’esercizio di qualsiasi attività commerciale a seguito delle condanne
riportate nell’ambito del noto procedimento penale relativo al fallimento UNI LAND, stesse
continuando ad amministrare società per conseguire illeciti guadagni servendosi della
collaborazione del coniuge e di una fidata professionista del posto, anch’esse indagate.
Nello specifico, grazie anche all’esame della documentazione e dei messaggi di posta
elettronica acquisiti nel corso di alcune perquisizioni, è stato accertato come attraverso una
di queste società, operante nel settore delle energie rinnovabili, fosse stata messa in piedi
una frode per ottenere indebitamente dal Gestore dei Servizi Energetici incentivi pubblici
per circa 1 milione di euro dichiarando falsamente, attraverso l’utilizzo di atti appositamente
artefatti, di avere messo in esercizio un impianto fotovoltaico situato in Monghidoro quando
in realtà non era stato ancora completato e nemmeno era idoneo ad entrare in funzione.
L’accusa di autoriciclaggio è scaturita invece dal fatto che una parte delle somme ottenute
indebitamente sono state poi dirottate a società lussemburghesi estranee alla compagine
societaria dell’azienda italiana, a titolo di “rimborso finanziamento soci”, nonostante il fatto
che tali società non vantassero alcun credito.
L’operazione sviluppata dalla Guardia di Finanza, sotto la guida dell’A.G., s’inquadra nelle
rinnovate linee strategiche dell’azione del Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni illeciti più gravi e insidiosi, integrando le funzioni di polizia economico-finanziaria
con le indagini di polizia giudiziaria e garantendo il perseguimento degli obiettivi di
aggressione dei patrimoni dei soggetti dediti ad attività criminose, al fine di assicurare
l’effettivo recupero delle somme frutto, oggetto o provento delle condotte illecite.
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