martedì 18 dicembre 2018

GUARDIA DI FINANZA BOLOGNA: OPERAZIONE DIONISO

GUARDIA  DI  FINANZA  BOLOGNA:  OPERAZIONE  DIONISO. SEQUESTRATI  NEL  RAVENNATE  BENI  DEL  VALORE  DI  OLTRE  1 MILIONE  DI  EURO  RICONDUCIBILI  AD  UN  PLURIPREGIUDICATO. I  finanzieri  del Comando  Provinciale  della  Guardia  di  Finanza  di Bologna  hanno  sequestrato beni  mobili  ed  immobili  del  valore  complessivo  di  oltre  un  milione  di  euro  nei  confronti  di  un pluripregiudicato,  V.S.  classe  1960,  di  Castel  Bolognese  (RA),  del  coniuge,  S.D.G.,  classe 1963  e  della  madre,  A.C.,  classe  1936. In  particolare  il  sequestro  ha  avuto  ad  oggetto  rapporti  bancari,  due  autoveicoli, un’abitazione,  un’autorimessa,  un  fabbricato  per  lo  svolgimento  di  attività  agricole  e  terreni ubicati  nel comune  di  Faenza  (Ravenna). Il  provvedimento,  disposto  dall’Ufficio  Misure  di  Prevenzione  del  Tribunale  di  Bologna  ed eseguito  dal  G.I.C.O.  (Gruppo  Investigazione  Criminalità  Organizzata)  del  Nucleo  di  Polizia Economico-Finanziario  di  Bologna,  costituisce  l’epilogo  di  complesse  indagini  di  polizia economico-finanziaria,  condotte  ai  sensi  del  cd.  “Codice  Antimafia”  su  delega  della  Procura della  Repubblica  di  Ravenna  che,  come  si  legge  nel  dispositivo,  ”hanno  consentito  di acquisire  una  molteplice  serie  di  elementi  in  base  ai  quali  formulare  un  giudizio  di pericolosità  sociale,  atteso  che  il  “proposto”  è  stato  indagato  e  tratto  in  arresto  più  volte,  a partire  dal  1977  e  sino  al  2014  per  reati  inerenti  il  traffico  di  stupefacenti,  talora  in  concorso con  soggetti  pluripregiudicati,  gravitanti  nel  territorio  emiliano-romagnolo,  ma  anche  in  ambiti più  vasti  ed  aventi legami con  la  criminalità  organizzata”. Tra  il  1985  e  il  1986  V.S.  fu  anche  indagato,  unitamente  ad  altri  sodali  facenti  parte  di  Cosa Nostra,  nella  nota  indagine  convenzionalmente  denominata  “Iron  Tower”,  all’epoca  condotta dal  giudice  istruttore  di  Palermo  dott.  Giovanni  Falcone,  finalizzata  alla  repressione  di  un vasto  traffico  di sostanze  stupefacenti tra la  Sicilia  e  gli  Stati Uniti d’America. L’approfondimento  della  posizione  personale  e  patrimoniale  del  soggetto  “proposto”,  esteso anche  ai  familiari/conviventi,  ha  consentito  di  far  emergere  a  fronte  di  un’impressionante sequenza  di  precedenti  penali  e  di  polizia  a  suo  carico  (traffico  di sostanze  stupefacenti, furto,  estorsione,  ricettazione),  anche  la  disponibilità  di  una  serie  di  beni  di  valore sproporzionato  rispetto  alle  entrate  reddituali dichiarate  dall’intero  nucleo  familiare. In  definitiva  è  stato  dimostrato,  si  legge  ancora  nel  provvedimento,  come  “…gli  acquisiti mobiliari  ed  immobiliari,  direttamente  o  indirettamente  riconducibili  a  V.S.  sono  stati  resi possibili  grazie  ad  una  rilevante  disponibilità  di  denaro  contante  e  gli  incrementi  patrimoniali si  sono  concentrati  in  un  arco  temporale  in  cui  il  “proposto”  è  risultato  pienamente  inserito  nel circuito  criminale  dedito  principalmente  al traffico  di stupefacenti”.


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