GUARDIA DI FINANZA BOLOGNA: OPERAZIONE “PIZZA TAX FREE” DENUNCIATE CINQUE PERSONE PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA E SEQUESTRATI BENI IMMOBILI E QUOTE DI SOCIETA’ CHE GESTISCONO UNA NOTA PIZZERIA DEL CENTRO STORICO. I militari della Guardia di Finanza di Bologna hanno eseguito, su disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica dott.sa Antonella Scandellari, un provvedimento di sequestro preventivo di beni immobili e quote societarie del valore di circa due milioni e mezzo di euro nonché una serie di perquisizioni – nelle province di Bologna, Rimini, Padova, Rovigo, Livorno e Salerno – nei confronti di cinque soggetti, a vario titolo coinvolti nel fallimento di alcune società che gestivano tra l’altro una nota pizzeria ubicata nel centro storico felsineo, in quanto ritenuti responsabili dei reati di bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Sequestrati in particolare 8 tra appartamenti e locali commerciali ubicati nei comuni di Bologna, Casalecchio di Reno (BO), Riccione (RN) nonché l’intero capitale sociale di tre società aventi sede nel capoluogo di regione. L’attività di servizio trae origine dall’approfondimento da parte delle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bologna delle vicende relative al fallimento di una delle imprese alternatesi nella gestione della citata pizzeria. Grazie all’esame della documentazione contabile e alla ricostruzione dei passaggi societari si è riusciti a disvelare l’esistenza di un vero e proprio meccanismo di “bancarotte a catena” posto in essere dai principali indagati che vedeva gli stessi, con cadenza periodica e dopo aver accumulato ingenti debiti nei confronti dell’Erario, trasferire la gestione dell’esercizio commerciale a nuove imprese costituite ad hoc, evitando così di onorare i conti con lo Stato. Dopo circa 4/5 anni di gestione, infatti, prima che l’accertamento tributario potesse assumere i caratteri di esecutività, l’attività di ristorazione veniva trasferita – attraverso la simulazione di formali atti di cessione e di affitto d’azienda – in favore di nuove società sempre riconducibili ai principali indagati rimanendo, di fatto, sempre nella disponibilità di quest’ultimi. Le società coinvolte, quindi, ormai spogliate del proprio attivo e ancora piene dei debiti verso il fisco venivano intestate a prestanome nullatenenti e/o irreperibili e trasferite di sede presso indirizzi in cui le stesse non risultavano presenti e, di conseguenza, avviate inevitabilmente al fallimento.
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