OPERAZIONE
“RAGNATELA”: ARRESTI E SEQUESTRI PER CIRCA 2 MILIONI DI EURO.
All’esito di complesse indagini di polizia giudiziaria, i militari dei Comandi Provinciali
della Guardia di Finanza e dell’Arma dei Carabinieri di Bologna hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due soggetti
crotonesi e un sequestro preventivo diretto e “per equivalente” (nei confronti dei medesimi e di altre 21 persone
fisiche e giuridiche) fino alla concorrenza di 2 milioni di euro. I provvedimenti sono stati emessi dal G.I.P. del
Tribunale di Bologna - Dott. Alberto ZIROLDI su richiesta della locale Direzione
Distrettuale Antimafia, nella persona del P.M. - Dott. Roberto CERONI.
Le misure cautelari personali e reali sono state disposte in relazione
ai reati di associazione per delinquere, estorsione (aggravata dal c.d. “metodo mafioso”), bancarotta fraudolenta
patrimoniale, documentale e per operazioni dolose, sottrazione fraudolenta al
pagamento delle imposte, emissione di fatture per operazioni inesistenti,
spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate.
Il sequestro preventivo ha riguardato due aziende lombarde (una società immobiliare di Brescia e un
esercizio di rivendita al dettaglio di generi di monopolio corrente nell’hinterland milanese) e disponibilità liquide.
Le indagini, scaturite dall’attività di controllo del territorio svolta
dalla Stazione dei Carabinieri di Alto Reno Terme, che aveva notato l’anomala
presenza nel comune di Gaggio Montano (BO) di soggetti crotonesi, hanno
permesso di disvelare l’esistenza e l’operatività di una consorteria criminale
che, alla fine del 2015, è subentrata nella gestione di una società - titolare
di una “casa di riposo” di Alto Reno Terme (BO) - in evidente stato di dissesto
economico-finanziario, al solo fine di distrarre gli asset societari, composti dall’azienda e dall’immobile adibito a
struttura residenziale, del valore di oltre 7,5 milioni di euro.
Il disegno criminoso, progettato e attuato dai principali indagati con
la fattiva collaborazione di diverse “teste
di legno”, è consistito nella stipula di un fittizio contratto d’affitto
d’azienda tra la società, appena rilevata, e una cooperativa appositamente
costituita dagli indagati, finalizzato a rendere detti beni inappetibili sul
mercato.
Nel mentre, la vecchia società - oberata da debiti per 4,4 milioni di euro principalmente
verso l’Erario ed Enti previdenziali e assistenziali - è stata portata al
fallimento e svuotata della liquidità ancora giacente sui conti correnti.
Inoltre, nell’ambito dell’operazione d’affitto d’azienda, sono emersi
numerosi e gravi episodi estorsivi attuati, con modalità tipicamente mafiose,
ai danni dei dipendenti della struttura, costretti a dimettersi volontariamente
dopo ripetute minacce, atteggiamenti intimidatori e prevaricazioni di vario
genere (consistiti in demansionamenti, mancata corresponsione delle
retribuzioni e fruizione di “ferie forzate”). Gli stessi sono stati poi assunti
dalla “nuova” società cooperativa (ove si fossero rifiutati di aderire a tale
disegno, sarebbe scattato per loro il licenziamento in tronco).
Le attività investigative hanno così portato alla luce i sofisticati
meccanismi con cui i sodali, seguendo un vero e proprio modus operandi ormai collaudato, hanno drenato liquidità da
entrambe le società, ricorrendo ad assunzioni fittizie, fatture per operazioni
inesistenti rilasciate da soggetti compiacenti (afferenti a lavori di
ristrutturazione mai effettuati, acquisti fittizi di cespiti e prestazioni di
servizio mai ricevute) e a conti e carte di credito delle società utilizzati
per acquisti estranei alle finalità societarie.
Le persone denunciate sono complessivamente 23, tra le quali i professionisti che hanno coadiuvato gli
appartenenti al sodalizio nella realizzazione degli scopi illeciti prefissati.
Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari, il P.M. titolare
delle indagini ha delegato perquisizioni tra Emilia-Romagna, la Lombardia, la
Campania e la Calabria.
Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati beni per oltre 1,5 milioni di euro, tra cui denaro contante per 120 mila euro, 1
società immobiliare, 1 esercizio di rivendita al dettaglio di generi di monopolio, 2 autovetture e 9 orologi di pregio.
L’operazione testimonia l’efficacia della convergenza investigativa
specialistica messa in campo dalla Guardia di Finanza e dall’Arma dei
Carabinieri con il coordinamento e la direzione dell’Autorità Giudiziaria
felsinea.
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