IMOLA (BO)
E’ stato individuato dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Imola (BO) l’autore del tentato omicidio di B.N., il 22enne etiope residente a Imola (BO).
Si chiama H.F. 36enne albanese residente a Imola (BO), l’autore dell’efferato delitto commesso la sera del 28 agosto scorso al Centro Sociale Zolino di via Tinti. Scovato alle ore 16:00 di ieri dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Imola (BO), mentre prendeva un caffè in compagnia di un connazionale 26enne e di due tunisini, un 27enne e un 40enne, seduti ai tavolini di un bar di Massa Lombarda (RA), il 36enne è stato arrestato e informato che era destinatario di un’ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere, firmata dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna, Dott. Domenico Panza. Ordinanza emessa su richiesta del Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, Dott. Massimiliano Rossi che ha coordinato i Carabinieri titolari dell’indagine. Indagato per tentato omicidio, H.F. è finito ulteriormente nei guai perché al momento dell’arresto, è stato trovato in possesso di tre banconote false da 20 euro e un bastone sfollagente. La posizione del 36enne non si è alleggerita col trascorrere delle ore, anzi si è aggravata in serata quando i militari hanno fatto irruzione in un appartamento di Massa Lombarda (RA) che l’albanese condivideva con un suo connazionale di 31 anni. All’interno di un trolley dell’appartamento, i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Imola (BO) hanno trovato: una carta d’identità, una tessera sanitaria, la copia di un contratto di telefonia mobile intestati a un’altra persona e la prenotazione di un viaggio su autobus da Bologna a Bruxelles del 10 settembre 2020. Quest’ultimo elemento potrebbe essere la prova, al vaglio degli inquirenti, che H.F., consapevole di aver commesso un tentato omicidio, sia fuggito da Imola (BO) per nascondersi in Belgio sotto falso nome, utilizzando la carta di identità rinvenuta dai militari, su cui aveva incolato la sua effige fotografica.
E’ stato individuato dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Imola (BO) l’autore del tentato omicidio di B.N., il 22enne etiope residente a Imola (BO).
Si chiama H.F. 36enne albanese residente a Imola (BO), l’autore dell’efferato delitto commesso la sera del 28 agosto scorso al Centro Sociale Zolino di via Tinti. Scovato alle ore 16:00 di ieri dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Imola (BO), mentre prendeva un caffè in compagnia di un connazionale 26enne e di due tunisini, un 27enne e un 40enne, seduti ai tavolini di un bar di Massa Lombarda (RA), il 36enne è stato arrestato e informato che era destinatario di un’ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere, firmata dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna, Dott. Domenico Panza. Ordinanza emessa su richiesta del Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, Dott. Massimiliano Rossi che ha coordinato i Carabinieri titolari dell’indagine. Indagato per tentato omicidio, H.F. è finito ulteriormente nei guai perché al momento dell’arresto, è stato trovato in possesso di tre banconote false da 20 euro e un bastone sfollagente. La posizione del 36enne non si è alleggerita col trascorrere delle ore, anzi si è aggravata in serata quando i militari hanno fatto irruzione in un appartamento di Massa Lombarda (RA) che l’albanese condivideva con un suo connazionale di 31 anni. All’interno di un trolley dell’appartamento, i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Imola (BO) hanno trovato: una carta d’identità, una tessera sanitaria, la copia di un contratto di telefonia mobile intestati a un’altra persona e la prenotazione di un viaggio su autobus da Bologna a Bruxelles del 10 settembre 2020. Quest’ultimo elemento potrebbe essere la prova, al vaglio degli inquirenti, che H.F., consapevole di aver commesso un tentato omicidio, sia fuggito da Imola (BO) per nascondersi in Belgio sotto falso nome, utilizzando la carta di identità rinvenuta dai militari, su cui aveva incolato la sua effige fotografica.
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