GALLIERA (BO)
A seguito di attività informativa scaturita dal personale della Stazione Carabinieri di Galliera (BO), i militari del Nucleo Carabinieri CITES di Bologna, in collaborazione con la stessa Stazione Carabinieri di Galliera, hanno deferito all’A.G. un allevatore di pappagalli per violazione alle norme sul benessere animale ed in materia CITES. La persona denunciata, un imprenditore bolognese di 53 anni, deteneva all’interno di un capannone agricolo di Galliera (BO), alcune decine di pappagalli appartenenti a specie tutelate dalla Convenzione di Washington (CITES) in pessime condizioni igieniche per la presenza di escrementi, residui di mangimi sul pavimento e sul fondo delle gabbie, nonché rifiuti di varia natura. In diversi casi le gabbie apparivano sottodimensionate rispetto alle normali esigenze dei pappagalli in esse contenuti. Un pappagallo presentava una grave forma di deplumazione, sintomo di disagio legato alle cattive condizioni di vita e un altro veniva rinvenuto morto. La carcassa di quest’ultimo pappagallo è stata inviata all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Bologna per l’esame necroscopico, volto ad accertare le cause della morte. Sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati alla verifica della legale provenienza dei pappagalli detenuti dall’allevatore bolognese, che verranno effettuati anche ricorrendo all’analisi del DNA.
A seguito di attività informativa scaturita dal personale della Stazione Carabinieri di Galliera (BO), i militari del Nucleo Carabinieri CITES di Bologna, in collaborazione con la stessa Stazione Carabinieri di Galliera, hanno deferito all’A.G. un allevatore di pappagalli per violazione alle norme sul benessere animale ed in materia CITES. La persona denunciata, un imprenditore bolognese di 53 anni, deteneva all’interno di un capannone agricolo di Galliera (BO), alcune decine di pappagalli appartenenti a specie tutelate dalla Convenzione di Washington (CITES) in pessime condizioni igieniche per la presenza di escrementi, residui di mangimi sul pavimento e sul fondo delle gabbie, nonché rifiuti di varia natura. In diversi casi le gabbie apparivano sottodimensionate rispetto alle normali esigenze dei pappagalli in esse contenuti. Un pappagallo presentava una grave forma di deplumazione, sintomo di disagio legato alle cattive condizioni di vita e un altro veniva rinvenuto morto. La carcassa di quest’ultimo pappagallo è stata inviata all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Bologna per l’esame necroscopico, volto ad accertare le cause della morte. Sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati alla verifica della legale provenienza dei pappagalli detenuti dall’allevatore bolognese, che verranno effettuati anche ricorrendo all’analisi del DNA.
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