Alle prime ore di stamattina,
personale della Squadra Mobile della Questura di Bologna ha eseguito una
ordinanza di arresti domiciliari emessa dal GIP – D.ssa Rossella Materia -
presso il Tribunale di Bologna, su richiesta del Sostituto Procuratore Dr.
Stefano Orsi, nei confronti di OBIRE Rosemary, nata il 11.08.1985,
ritenuta responsabile dei reati di reclutamento, sfruttamento e favoreggiamento
della prostituzione (aggravati perché commessi con violenza e minaccia ed ai
danni di più persone) e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’attività d’indagine condotta dagli
investigatori della Polizia di Stato ha avuto origine dalla denuncia sporta nel
mese di maggio da una giovane cittadina nigeriana, che raccontava
dettagliatamente le proprie vicissitudini da quando, nel luglio del 2016, si
era determinata a lasciare la Nigeria dietro la falsa promessa di un’attività
lavorativa da svolgere in Italia.
Dopo il consueto rito “juju”, che la obbligava alla promessa di
pagare 30.000 euro alla madame alla
quale sarebbe stata affidata, seguiva il viaggio verso la Libia e da lì, in Italia,
dove sbarcava sulle coste della Sicilia nell’ottobre di quell’anno.
Condotta in un centro di accoglienza
di Milano, la ragazza prendeva contatti con l’indagata, della quale aveva
ricevuto il nome ed il numero sin da quando, nel paese d’origine, era stata
sottoposta al rito “juju”. La futura
sfruttatrice la raggiungeva quindi in quella città per poi condurla nella sua
abitazione a Cadelbosco di Sopra (RE), ove già si trovava un’altra giovane
connazionale, anche lei vittima dell’attività di sfruttamento posta in essere
dall’indagata.
Appreso il vero motivo del suo arrivo
in Italia, dietro minaccia, anche la nuova arrivata intraprendeva l’attività
prostitutiva a Modena sotto il controllo della madame e seguendo gli insegnamenti della connazionale.
Nel mese di aprile, stanca di quella
vita, la ragazza riusciva a fuggire durante l’attività di meretricio e
raccontava il dramma che stava vivendo agli investigatori della Squadra Mobile
di Bologna.
L’indagine condotta attraverso una
serie di riscontri sul territorio e di analisi tecniche ha consentito di
raccogliere elementi sull’attività di sfruttamento posta in essere da OBIRE Rosemary, tanto da consentire di
emettere il provvedimento restrittivo nei suoi confronti.
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