BOLOGNA: eseguite dalla Polizia di Stato 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di un intero nucleo familiare ritenuto gravemente indiziato di aver sequestrato e ridotto in servitù una ragazza serba di 22 anni
Nella
giornata di ieri, nell’ambito di un’attività coordinata dalla Procura della
Repubblica di Bologna (PM dott. Roberto Ceroni), personale della Squadra Mobile
della Questura di Bologna ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in
carcere nei confronti di un intero nucleo familiare, composto da 4 persone,
ritenuto gravemente indiziato di aver sequestrato e ridotto in servitù una
ragazza serba di 22 anni, attirata in Italia sotto la falsa promessa di
matrimonio.
L’attività investigativa ha preso avvio il 1
febbraio c.a., allorquando gli agenti della Squadra Mobile apprendevano del
ricovero presso uno dei Pronto Soccorso cittadini di una ragazza ivi giunta in
ambulanza dopo l’assunzione volontaria di una non ben definita sostanza
chimica, poi risultata essere detersivo. La giovane dichiarava che l’estremo
gesto era stato dettato dalla volontà di sottrarsi alla condizione di servitù
in cui l’avevano costretta, una volta giunta in Italia, il suo fidanzato,
unitamente alla madre, al fratello e al compagno della donna[1]. La ragazza era stata
attirata in Italia con la falsa promessa di matrimonio e dall’attività
investigativa è emerso un desolante quadro di vessazioni ed angherie perpetrate
ai danni della ragazza dall’intero nucleo familiare residente in Pianoro
Vecchio (BO), al fine di avviarla alla prostituzione e all’accattonaggio.
In
particolare, la giovane ragazza, al suo arrivo, era stata subito privata del
passaporto e del telefono e costretta ad eseguire tutti i lavori domestici,
nonché a subire costanti maltrattamenti, sfocianti in percosse con calci e
pugni, con annesse denigrazioni ed umiliazioni. Le era inoltre impedito di
uscire di casa - controllata costantemente anche quando si recava al bagno - ed
anticipato sin da subito la sua imminente destinazione al meretricio ed
all’accattonaggio al fine di restituire il debito di 400,00 euro contratto per
raggiungere l’Italia.
Il
GIP, riconosciuto il grave quadro indiziario, ha dunque disposto la traduzione
in carcere per tutti gli indagati.
[1]
M. C. nato in Romania il 10/12/1984; B. F. nata in Kosovo il 24/03/1984; M. R.
nato a Bologna il 27/02/1999; M. M. nato a Bologna il 16/06/2001.
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