MINERBIO (BO)
LA CACCIA ALLA LEPRE FINISCE A PUGNI
DUE CACCIATORI, PADRE E FIGLIO, DENUNCIATI DAI CARABINIERI
I Carabinieri della Stazione di Minerbio (BO) hanno denunciato due cacciatori italiani, padre e figlio di 56 e 30 anni, per concorso in lesioni personali aggravate e invasione di terreni.
I fatti risalgono al 2 novembre scorso, la giornata dedicata alla
commemorazione dei defunti, quando i due cacciatori, residenti in altra
provincia, decidono di andare a sterminare lepri e fagiani nei campi di
Via Savena Inferiore, nel Comune di Minerbio (BO), unitamente a una
squadriglia di cacciatori, sette in totale, tutti armati di fucile. Al
loro arrivo, però, dopo aver parcheggiato le auto in zona, i cacciatori
sono stati educatamente invitati a tornare indietro dalla titolare di
un’azienda edile, perché il terreno, segnalato da cartelli stradali, fa
parte di una proprietà privata che in passato avrebbe subito dei danni
proprio a causa dei proiettili vaganti sparati dai cacciatori.
Inizialmente, la squadriglia torna indietro, ma la tentazione di entrare
nel terreno, ricco di fauna selvatica autorizzata all’abbattimento, tra
cui lepri e fagiani, è troppo forte, così ritenta l’ingresso nell’area
proibita, ma s’imbatte nei parenti della donna, il marito 57enne e il
figlio 35enne. Tra uomini, non ci sono discussioni, ma solo pugni e
colpi inferti con i calcioli dei fucili che sono utilizzati come bastoni
da parte dei due cacciatori, il 56enne e il figlio 30enne. Non tutti i
cacciatori si uniscono alla scazzottata. La battuta di caccia termina
con quattro persone ferite, fortunatamente non gravi, i parenti della
donna e i due cacciatori denunciati dai Carabinieri. Viste le dinamiche
dei fatti, i Carabinieri della Stazione di Minerbio (BO) hanno proceduto
anche al ritiro cautelativo delle armi.
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