GUARDIA DI FINANZA BOLOGNA: SEQUESTRO DI BENI PER 3 MILIONI
DI EURO NEI CONFRONTI DI SOCIETA’ E IMPRENDITORI CHE HANNO
OMESSO DI VERSARE LE IMPOSTE DOVUTE ALL’ERARIO.
I Finanzieri del Comando Provinciale di Bologna stanno eseguendo, su tutto il territorio
nazionale, un provvedimento di sequestro di circa 3 milioni di euro - beni immobili, quote
societarie, polizze assicurative e conti correnti - nei confronti di società e imprenditori del
contesto economico romagnolo.
I reati contestati, a vario titolo, nei confronti dei 3 soggetti indagati, tutti di nazionalità
italiana, sono stati posti in essere mediante 9 società a loro riconducibili, per lo più
operanti nel settore automobilistico e della “pubblicità”. Alcune di queste sono note
concessionarie di autovetture, mentre altre si sono rivelate mere “società fantasma”,
istituite appositamente per permettere la commissione dei delitti di “emissione ed utilizzo
di fatture per operazioni inesistenti”, “dichiarazione infedele”, “omessa dichiarazione
fiscale” e “truffa”.
Le indagini di polizia economico-finanziaria, inquadrate nell’operazione di servizio
denominata “Runaway” ed eseguite dai militari della Compagnia di Imola, hanno permesso
di appurare che gli indagati avrebbero costituito delle società “cartiere”, prive di effettiva
struttura imprenditoriale e completamente sconosciute al fisco, con l’unico scopo di
commettere reati di natura fiscale in favore di numerose altre società, realmente esistenti,
permettendo a quest’ultime di ottenere un illecito risparmio d’imposta.
Complessivamente, le verifiche eseguite hanno permesso di constatare redditi non
dichiarati per oltre 4 milioni di euro, operazioni iva non dichiarate per quasi 8 milioni
di euro, iva dovuta per quasi 2 milioni di euro e scoprire nr. 24 lavoratori in nero.
In particolare, tramite il sofisticato sistema fraudolento messo in atto per anni, le società
di pubblicità “fantasma” hanno emesso fatture - del tutto inesistenti oppure con importi
“gonfiati” - per prestazioni di servizio fittizie, al fine di predisporre documenti attestanti forme
di pubblicità, in realtà mai avvenute, in favore delle società automobilistiche utilizzatrici.
Le società che utilizzavano le fatture false, oltre ad ottenere un illecito vantaggio fiscale
,grazie ai costi fittizi, ottenevano anche dei contributi, indebiti, da parte delle proprie case
madri.
Il provvedimento di sequestro, emesso dal G.I.P. del capoluogo felsineo, dott. Domenico
Truppa, su richiesta del Sost. Proc. della Repubblica di Bologna, dott.ssa Manuela
Cavallo, ha riguardato le somme di denaro presenti sui conti correnti, gli immobili, le
autovetture e le quote societarie nella disponibilità finanziaria/patrimoniale delle società e
degli indagati, per un valore pari al profitto ottenuto dalla consumazione del reato. L’attività condotta dalle Fiamme Gialle bolognesi s’inquadra nelle rinnovate linee strategiche
dell’azione del Corpo, volto a rafforzare il contrasto e la reale aggressione patrimoniale
ai più complessi fenomeni di frode ed evasione.
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