GUARDIA DI FINANZA BOLOGNA E MODENA:
OPERAZIONE
“DAEDALUS”. DENUNCIATE 22 PERSONE PER REATI TRIBUTARI
SEQUESTRATI BENI PER CIRCA 27 MILIONI DI EURO.
I finanzieri dei Comandi Provinciali di Bologna e Modena hanno dato esecuzione, nelle
province di Bologna, Modena, Parma, Ravenna, Reggio Emilia, Taranto e Sassari, su
disposizione del Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Modena (Dott.ssa Paola
Losavio), a un provvedimento di sequestro preventivo di disponibilità bancarie, beni mobili ed
immobili per quasi 27 milioni di euro, pari al profitto degli illeciti penali, nei confronti di 10 società
e 22 persone ritenute, a vario titolo, responsabili dei reati di infedele dichiarazione, omessa
dichiarazione, occultamento di scritture contabili e indebita compensazione di crediti d’imposta
inesistenti.
L’operazione è il frutto delle indagini condotte dai militari del Nucleo di Polizia Economico
Finanziaria di Bologna e della Tenenza di Vignola - coordinate dalla locale Procura della
Repubblica diretta dal dott. Paolo Giovagnoli - sviluppatesi ab origine in distinti e autonomi
contesti i cui esiti sono stati riuniti dall’A.G. procedente di Modena in un unico procedimento
penale alla luce delle molteplici convergenze soggettive e oggettive rilevate.
Gli ulteriori accertamenti condotti su più fronti (anche attraverso l’esecuzione di mirate verifiche
fiscali da parte della Tenenza di Vignola), sotto il coordinamento della Procura della Repubblica
di Modena, nella persona del Sost. Proc. dott.ssa Francesca Graziano, hanno così consentito,
come si legge nel dispositivo, di raccogliere significativi elementi indiziari circa l’esistenza un
preordinato meccanismo fraudolento messo in atto da più soggetti operanti sul territorio
emiliano attraverso numerose società intestate a prestanome le quali, al fine di non versare i
debiti erariali, utilizzavano costantemente crediti inesistenti IVA e IRAP, anche attraverso
dichiarazioni fiscali artatamente compilate con dati non veritieri e occultando le scritture
contabili obbligatorie.
In particolare, lo schema di frode prevedeva la falsificazione diretta delle dichiarazioni fiscali
finalizzata a generare crediti inesistenti; esemplificativa della spregiudicatezza delle condotte
illecite poste in essere è la circostanza che ha visto compensate imposte e contributi del 2016
con IVA a credito dell’anno d’imposta precedente (2015) pur in assenza della relativa
dichiarazione che ne attestasse la creazione, ovvero pur in presenza di dichiarazioni che
certificavano la presenza di un credito IVA, la presentazione di comunicazioni dei dati IVA
riportante, al contrario, un’imposta a debito.
Tutto ciò è stato reso più agevole grazie al coinvolgimento attivo di due professionisti (i fratelli
S.F. e S.M.), di origine modenese, ritenuti i principali artefici ed ideatori della frode in rassegna
per aver commesso i reati ascritti nell’esercizio dell’attività di consulenza fiscale attraverso
l’elaborazione dei modelli di frode che sono stati posti in essere.
Si tratta, in particolare, degli stessi professionisti già implicati nelle vicende criminose relative
all’operazione “SALDO 0,01” portata a termine lo scorso mese di novembre dal Nucleo di
Polizia Economico-Finanziaria del capoluogo geminiano, che aveva permesso di sgominare
un analogo e articolato sodalizio criminale attivo nel settore delle frodi all’Erario.
Al termine delle indagini è stato possibile quantificare il profitto del reato di tale ingente frode
fiscale e di sequestrare consistenze patrimoniali equivalenti a detto illecito profitto, nei confronti
delle persone ritenute responsabili per ammontare complessivo di circa 27 milioni di euro.
L’operazione sviluppata dalla Guardia di Finanza si inquadra nelle rinnovate linee strategiche
dell’azione del Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni illeciti più gravi e
insidiosi, nonché a incrementare ulteriormente la qualità degli interventi ispettivi, integrando le
funzioni di polizia economico-finanziaria con le indagini di polizia giudiziaria e garantendo il
perseguimento degli obiettivi di aggressione dei patrimoni dei soggetti dediti ad attività
criminose, al fine di assicurare l’effettivo recupero delle somme frutto, oggetto o provento delle
condotte illecite.
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