UN ARRESTO PER MINACCE AGGRAVATE AL PERSONALE DEL PRONTO SOCCORSO Non aveva tollerato d’essere stato ricoverato dalla nottata nel reparto di osservazione breve intensiva (l’ex astanteria) del Pronto Soccorso di Imola, quando a seguito dei bagordi della domenica sera era stato recuperato dall’ambulanza del 118 in centro città. Così a mezzogiorno di ieri ha dato in escandescenze e, rubate un paio di forbici mediche, ha iniziato ad inveire contro i sanitari, minacciandoli e minacciando anche di infliggersi gravi ferite. La tempestiva chiamata al 112 della Compagnia carabinieri di Imola ha fatto sì che in pochissimi minuti intervenisse in ospedale una pattuglia del pronto intervento “Nucleo Radiomobile” che ha intercettato il soggetto, un giovane polacco ventitreenne, già noto alle cronache. All’iniziale tentativo di riportare alla calma l’uomo, è seguita l’aggressione scomposta dello stesso che, tra minacce e oltraggi ad alta voce rivolti ai militari, ha cercato di impossessarsi violentemente dell’arma individuale di uno degli intervenuti, venendo immediatamente neutralizzato, immobilizzato e ammanettato, senza che riuscisse minimamente a venirne in possesso e senza che alcuno si ferisse. Condotto in caserma è stato tratto in arresto, ristretto nelle camere di sicurezza della Compagnia di Imola, in attesa del rito direttissimo disposto dal PM di turno dott. Gustapane per la giornata di oggi 5 aprile, a Bologna. Il Direttore UOC Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza dell’Ospedale di Imola, dottor Rodolfo FERRARI, ha nel pomeriggio di ieri ricevuto - e personalmente ringraziato - i militari che hanno concretamente risolto una situazione che avrebbe potuto degenerare, coinvolgendo anche i molti degenti presenti nel reparto in quel momento, e si è soffermato con il Maggiore Andrea Oxilia, Comandante della Compagnia e con il Luogotenente Massimo Carullo, Comandante del Nucleo Radiomobile, a condividere e commentare i sostanziali dettami della legge 14 agosto 2020 n.113 recante “disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”. Essa ha di fatto aggravato i reati commessi contro i sanitari, a vera salvaguardia di chi, in prima linea, giorno e notte, compie una missione fondamentale a tutela del diritto alla salute di tutti i cittadini.
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