Nel corso della serata di
ieri personale della Polizia di Stato in servizio presso la Squadra Mobile di Bologna
ha eseguito un fermo di indiziato di delitto emesso dal Sostituto Procuratore
dr. Michele Martorelli nei confronti di Tivatar Cezarin Robert, di anni 31, di
nazionalità rumena, ritenuto l’autore della violenza sessuale avvenuta ai danni
di una giovane studentessa universitaria la mattina di domenica.
La serrata indagine,
condotta dalle donne e dagli uomini della Sezione Contrasto alla violenza di
genere, in strettissimo rapporto con la Procura della Repubblica, fatta di
acquisizioni di immagini, riscontri oggettivi, ha permesso di individuare in
pochissimo tempo colui che si era reso protagonista di un tale grave fatto di
reato.
Era la mattina di domenica
quando la giovane studentessa stava facendo ritorno a casa, dopo aver trascorso
una delle prime serate primaverili in compagnia dei suoi amici, quando ha avuto
la sensazione di essere seguita da un uomo.
Pur accelerando il passo
non è riuscita ad individuare colui che sarebbe diventato il suo aggressore,
tanto che inconsapevolmente lo ha condotto sino all’ingresso della sua
abitazione, sita in zona centrale di Bologna ed è stata aggredita.
Le immagini che sono state
visionate dagli investigatori della Squadra Mobile di Bologna hanno presentato
un’azione dell’uomo veloce, brutale che soltanto l’immediata reazione della
ragazza non ha portato alle estreme conseguenze; difatti, lei, dopo essere
stata aggredita ed essere stata quasi denudata, ha reagito con forza ed è
riuscita a divincolarsi dalla presa dell’uomo riuscendo anche a ferirlo sia al
volto che al capo.
Soltanto tale reazione ha
costretto l’uomo dal desistere dal suo intento criminoso ed allontanarsi.
La ragazza ancora sconvolta
si è subito rivolta alle forze dell’ordine; è iniziato il lavoro investigativo
con la raccolta e la visione delle immagini di tutte le telecamere che hanno
ripreso il percorso fatto dalla ragazza quella sera permettendo di verificare
che effettivamente era stata seguita per un lungo tratto di strada e
consentendo di dare un volto al suo aggressore.
La contemporanea attivita’
di analisi ha consentito di dare un nome ed un cognome all’aggressore, il quale
gia’ nel 2014 si era reso responsabile di due episodi analoghi avvenuto la sera
dell’11 gennaio quando aveva aggredito due giovani ragazze intente a rientrare
all’interno delle rispettive abitazioni ed aveva cercato di violentarle. Anche
in quelle occasioni, soltanto la reazione delle donne aveva fatto desistere
l’uomo.
Le identiche modalita’
delle aggressioni, il fatto che tutti gli episodi fossero avvenuti in zone
centrali della citta’ hanno convinto gli investigatori di essere sulla strada
giusta; difatti, a seguito di una perquisizione delegata dalla Procura della Repubblica,
ieri mattina, all’interno della abitazione del Tivadar, sono stati rinvenuti
gli abiti indossati la mattina di tre giorni fa.
L’uomo, resosi conto di
essere stato individuato, sottoposto ad interrogatorio da parte del magistrato
incaricato di coordinare le indagini, ha ammesso le sue responsabilita’ ed è
stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto.
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