giovedì 24 maggio 2018
GUARDIA DI FINANZA BOLOGNA: SEQUESTRATI BENI DEL VALORE DI CIRCA 400.000 EURO NEI CONFRONTI DI UN PREGIUDICATO INDIZIATO DI APPARTENERE AD UN’ASSOCIAZIONE MAFIOSA
I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, dando
esecuzione ad un provvedimento emesso dal GIP del locale Tribunale, Dott.sa Francesca
Zavaglia, hanno sequestrato beni del valore complessivo di circa 400.000 euro nei confronti
di C.G., nato nel 1953 a Villabate (PA) residente a Bologna, gravato da condanne definitive
per riciclaggio, rapina, estorsione, truffa, bancarotta fraudolenta, nonchè destinatario, in via
definitiva, di misure di prevenzione personali e patrimoniali emesse dai Tribunali di Bologna
e Palermo in quanto indiziato di appartenere a "cosa nostra" ed in particolare alla "famiglia
mafiosa di porta nuova" di Palermo.
Nello specifico, il sequestro preventivo ha riguardato liquidità detenute presso conti
correnti accesi in istituti bancari dell’Emilia-Romagna e unità immobiliari ubicate in
provincia di Palermo.
Le indagini economico-patrimoniali svolte dagli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia
Economico-Finanziaria, sotto la direzione del Sostituto Procuratore della locale
Direzione Distrettuale Antimafia Dott. Stefano Orsi, hanno permesso di accertare come
l’indagato, già sottoposto alla misura di prevenzione della “Sorveglianza Speciale di Pubblica
Sicurezza” emessa nel 2004 dal Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione di Bologna
(divenuta irrevocabile nel 2008), abbia omesso di comunicare alla Guardia di Finanza, così
come previsto dalla legge, una serie di operazioni di carattere patrimoniale compiute tra il
2011 e il 2012,
Il Codice delle leggi Antimafia prevede infatti l’obbligo per le persone sottoposte ad una
misura di prevenzione l’obbligo di comunicare al Corpo per dieci anni tutte le variazioni del
proprio patrimonio di importo superiore ai 10.329 euro. Lo scopo della norma è quello di
garantire il costante monitoraggio di quei soggetti ritenuti socialmente pericolosi al fine di
accertare tempestivamente se l’incremento dei loro beni e disponibilità finanziarie possa
dipendere dallo svolgimento di attività criminali.
Accanto al sequestro dei beni per un valore equivalente a quello delle variazioni patrimoniali
è scattata altresì la segnalazione alla Procura della Repubblica ed ora il soggetto denunciato
rischia una condanna fino a sei anni di reclusione.
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