Mercoledì
30 maggio, alle 18, all’Ambasciatori verrà presentato il mio libro
“L’inganno di Berlinguer”, edito da Pendragon. Ne discuteremo con Walter
Vitali e Piero Ignazi. Condurrà Olivio Romanini del Corriere di
Bologna.
Il
libro è la storia della fine del Pci, ma è soprattutto la storia della
sconfitta del suo ultimo grande leader: Enrico Berlinguer. Aveva ragione
o torto, Berlinguer? Di lui colpisce un paradosso, a
vederlo bene un vero e proprio inganno. Tra i tanti strappi compiuti
durante la sua decennale segreteria, Berlinguer non fece quello che
sarebbe stato il più importante per il popolo comunista italiano: la
svolta verso una sinistra di governo alternativa ma pienamente inserita
nella democrazia occidentale.Svolta che avrebbe implicato la rottura con i Paesi del blocco sovietico e con il leninismo. La
sua non fu mancanza di coraggio, ma di visione. Era sincero e credeva
in quello che faceva: era convinto che bisognasse restare ancorati al
campo del comunismo. La sua ostinazione
fece pagare un prezzo molto salato al Pci, e più in generale al popolo
italiano, rinviando all’89, quello che poteva essere fatto con ben altra
efficacia almeno dieci anni prima.
Questo libro è
un viaggio dentro quegli anni per capire che rapporto ci fosse tra Pci e
democrazia, attraverso ricerche e incontri con i protagonisti di quella
stagione, politici e non. Da Occhetto a Macaluso. Da D’Alema a Luciana
Castellina. Da Napolitano a Mieli. Un viaggio nel passato fino al cuore
di una sinistra che non esiste più, affrontato oggi in questa stagione
di massima crisi del centro-sinistra.
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