A Castiglione dei Pepoli, quando è festa è festa: ieri sera erano infatti oltre 900 i
commensali, sistemati ordinatamente
nella piazza centrale elungo la via che racchiude il tratto di paese fra la
casa comunale e la chiesa parrocchiale, a cenare e brindare alla 'salute
religiosa e civile del paese', serviti in modo efficace e solerte da ben 150
volontari, grandi e piccini, uniti in un servizio fatto nel nome del santo
patrono, san Lorenzo . Sui tavoli, il frutto del lavoro di un mese (e oltre)
dell'intera comunità parrocchiale, fra cui una quindicina di sfogline che hanno
'tirato' sfoglie e chiuso a uno a uno i tortelloni necessari a una 'truppa' di
1000 invitati. C'erano proprio tutti.
Seduto al centro di una delle tante tavolate, in pausa da una delle sue turnée
mondiali, anche il grande Leo Nucci, il baritono castiglionese, anzi
orgogliosamente castiglionese, gustava i piatti paesani insieme alla famiglia. L'abbiamo avvicinato
e, per non distoglierlo dalle chiacchierate con i suoi compaesani, gli abbiamo
chiesto timidamente, pensando poi di accomiatarci: “ Qual è il ricordo più
bello che ha del suo paese?”. E lui: “ E' sempre l'ultimo, è quello di questa
sera che mi permette di trascorrere ore piacevoli con la mia famiglia, i miei
nipoti e con i miei amici. La mia casa è
qui, non l'ho mai lasciata. I miei impegni mi costringono a tre giri del mondo
l'anno, ma la mia casa è qui”. La serenità che trasmette il suo viso conferma
il piacere di essere a Castiglione, a casa. Il suo semplice e contagioso
sorriso pare voglia dire: 'si può essere cittadini del mondo e viaggiare nei 5
continenti del globo, ma di case ce n'è una sola e la casa di ognuno di noi è
dove abbiamo la famiglia e le radici'. Poi continua: “ I miei bei ricordi sono
legati alla Madonna di Boccadirio,
quando bambini o ragazzi da Castiglione partivamo in comitiva per un
pellegrinaggio al Santuario. Come per ogni bolognese, credente o non, il monte
della Guardia e il santuario della Madonna di San Luca sono un simbolo
cittadino, così per per me lo è il santuario di Baragazza, un simbolo religioso
e civile. Ricordo inoltre i bei castagneti delle pendici di Monte Baducco,
un'altra immagine tutta di Castiglione”.
La serata si è poi conclusa con l'attribuzione ufficiale, da
parte del sindaco, della cittadinanza onoraria di Castiglione a don Albino,
parroco per oltre vent'anni della parrocchia del capoluogo, ora trasferito a
Roma, che ha lasciato un profondo segno e un ricordo pieno di affetto nella
comunità, sia nei bambini che nei ragazzi e nei meno giovani per l'impegno e
l'attività pastorale che l'hanno caratterizzato.
Francesco Fabbriani
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