Ieri, gli uomini della Questura di Bologna e del Nucleo di Polizia
Tributaria della Guardia di Finanza di Bologna, in prosecuzione delle attività congiunte
già svolte lo scorso mese di marzo, hanno applicato , su disposizione del locale Tribunale, la misura di prevenzione personale
della “Sorveglianza
Speciale di Pubblica Sicurezza” ed
eseguito il sequestro, e contestuale confisca, di 1 motoveicolo
di grossa cilindrata e di 1 auto di lusso (una Porsche Carrera) del valore di circa 50.000 euro a carico di un cittadino bolognese del 1985.
Quest’ultimo, sulla base delle indagini
condotte dalla Polizia di Stato è stato giudicato persona attualmente socialmente pericolosa per la sicurezza pubblica, in quanto
dedita alla commissione di reati, specialmente contro il patrimonio (quali furti
ai danni di sportelli bancomat di istituti di credito, realizzati mediante
l'uso di miscele esplosive); lo stesso, infatti, era stato
tratto in arresto nel mese di agosto del 2016, unitamente ad altri complici, in
quanto ritenuto responsabile di una serie di assalti a sportelli bancomat nelle
province di Bologna, Roma e Milano.
Inoltre,
grazie alle indagini patrimoniali svolte parallelamente
dagli specialisti del G.I.C.O. delle Fiamme Gialle di Bologna, è stato possibile
riscontrare che il “prevenuto” ha
svolto "in maniera abituale e professionale un’attività di
compravendita di autovetture esercitando di fatto un'impresa commerciale, attività economica che è stata svolta in
nero e che ha fruttato - formalmente -
appena 11.000 euro, ovvero poco più di mille euro annui, somma ritenuta dallo stesso Tribunale insufficiente
anche alla mera sussistenza”.
Per questi motivi, è stata disposta dal Tribunale di Bologna a
carico del
menzionato cittadino, in applicazione del Codice
Antimafia, sia la “Sorveglianza
speciale di P.S.” per la durata di 1 anno, che la misura di prevenzione
patrimoniale del sequestro, e della conseguente confisca, dei citati beni mobili registrati, risultati di valore sproporzionato
rispetto alle disponibilità dichiarate dallo stesso e dai membri del suo nucleo
familiare.
Questi beni, il cui valore va ad aggiungersi a quello dei cespiti già
sottoposti a vincolo nei confronti di un altro componente della medesima
“batteria” di rapinatori, per un importo complessivo pari a circa 600.000 euro, verranno gestiti dall’Agenzia Nazionale per i beni Sequestrati e Confiscati che ne
curerà la destinazione e il riutilizzo sociale.
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