Al termine di una complessa attività investigativa,
che si è conclusa con gli interrogatori di garanzia difensiva nel mese di
giugno, condotta dalla squadra di Polizia Giudiziaria Sezione Rame — del Compartimento
di Polizia Ferroviaria per l'Emilia Romagna nel periodo 2016-2018, nell'ambito
del traffico illecito di rifiuti pericolosi e non pericolosi, si dava
esecuzione alla denuncia in stato di libertà di 26 persone, la maggior parte
delle quali legali rappresentanti o titolari di aziende operanti nel settore
dei rifiuti.
Le ipotesi di reato emerse nel corso dell'articolata
attività investigativa, coordinata dalla locale Procura della Repubblica presso
il Tribunale di Bologna, Direzione Distrettuale Antimafia, protrattasi per
oltre due anni, sono il concorso nel traffico illecito di rifiuti speciali
pericolosi e non pericolosi e il riciclaggio.
Nello specifico, i
reati ipotizzati dagli investigatori sono previsti dall'art. 648 bis co. 1 e 2
(riciclaggio) e dall'art. 452 quaterdecies c.p. (Attività organizzate per il
traffico illecito di rifiuti) che disciplina le condotte criminose di chiunque,
al fine di conseguire un ingiusto profitto, con più operazioni e attraverso
l'allestimento di mezzi e attività continuative organizzate, cede, riceve,
trasporta, esporta, importa o comunque gestisce abusivamente ingenti
quantitativi di rifiuti.
Le indagini sono state avviate a seguito di numerosi
controlli effettuati dalla Polizia Ferroviaria presso le ditte di rottamazione,
nell'ambito dell'attività di prevenzione e repressione del fenomeno dei furti
di rame. In tale quadro la Squadra Rame di questo Compartimento Polfer ha
scoperto una impresa individuale con sede a Bologna che commercializzava
ingenti quantitativi di rifiuti e il cui titolare risultava noto con l'epiteto
"nonno del ferro". Insospettiti dalla consistente movimentazione gli
operatori procedevano ad accertamenti investigativi presso la sede della ditta
che consentivano di verificare che la stessa operava in assenza della prevista
autorizzazione a stoccare e gestire rifiuti in genere. Il titolare della ditta,
peraltro ubicata nel cortile del rispettivo condominio, poneva in essere
operazioni inesistenti fungendo da prestanome (in gergo testa di legno).
A seguito dell'accertata gestione abusiva dei rifiuti
si procedeva a verificare il coinvolgimento di altre aziende nell'illecita
attività. Attraverso indagini tecniche (intercettazioni telefoniche), servizi
di pedinamento e appostamento si giungeva all'individuazione, a Pieve di Cento,
di un capannone abusivo dove venivano "stoccati" ingenti quantitativi
di rifiuti considerati dalla Polizia di dubbia provenienza, identificando quale
artefice nonché "regista" di tale traffico un noto pregiudicato
ferrarese, M.M. di anni 68, con numerosi precedenti di Polizia per reati
analoghi il quale, unitamente alla figlia, gestiva tale attività in complicità
con altre aziende.
Si stima che, nel periodo oggetto di indagine, la
ditta di Pieve di Cento, abbia movimentato 936.310 Kg di rifiuti speciali tra
pericolosi e non, per un valore complessivo tra entrate e uscite di euro
5.404.240,7.
Nel maggio 2017 il citato M.M. veniva colto in
flagranza mentre caricava su un camion un ingente quantitativo di batterie
esauste, considerate rifiuti pericolosi, prelevandole dal proprio magazzino
abusivo dove erano stoccate e facendo risultare dai formulari di
identificazione dei rifiuti (F.I.R.) luoghi diversi di provenienza, impedendo
così la reale tracciabilità dei rifiuti. Veniva quindi posto sotto sequestro,
ai fini della confisca, l'intero capannone, con tutto il materiale stoccato
abusivamente, documentazione cartacea e numerosi timbri di aziende risultate
poi non più esistenti. Da ulteriori approfondimenti emergevano numerose ditte
emiliano-romagnole del settore che avevano effettuato operazioni simili a
quella sopra descritta conseguendo illeciti profitti in violazione dell'art.
452 quaterdecies c.p.
Nucleo prevenzione furti di rame
Nel 2006, a seguito della recrudescenza del fenomeno
del furto di materiali di rame sottratti agli impianti ferroviari, il Servizio
Polizia Ferroviaria decide di istituire, nell'ambito delle squadre giudiziarie
compartimentali, nuclei investigativi specifici destinati al contrasto di tale
fenomeno.
L'attività del Nucleo Prevenzione furti di rame
consiste soprattutto nel monitoraggio a scopo di prevenzione sul territorio
regionale e delle aziende che trattano la rottamazione dei metalli nella
regione Emilia Romagna.
L'attività preventiva consiste nel pattugliamento
degli obiettivi ferroviari ritenuti più sensibili, quali i depositi dove sono
custoditi rilevanti quantitativi di rame anche se dotati di sistemi di allarme
nonché le aree della linea caratterizzate dalla presenza di trecce di rame ad
alto rischio di asportazione.
Il Nucleo Prevenzione furti rame opera in sinergia con
i Reparti Volo e l'ausilio di elicotteri che consentono di sorvolare e
controllare le linee ferroviarie, specie dell 'Alta Velocità.
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