martedì 16 gennaio 2018
Momenti di panico al supermercato: trentaseienne arrestato dai Carabinieri per rapina a mano armata
I
Carabinieri del Nucleo Operativo di San Giovanni in Persiceto hanno
arrestato un trentaseienne italiano, residente a Cento (FE), per rapina aggravata e resistenza a pubblico ufficiale.
E’ successo ieri pomeriggio, quando la Centrale Operativa del 112 è
stata informata che un soggetto, alto, magro, col volto travisato da un
passamontagna, armato di pistola e col coltello infilato tra i
pantaloni, aveva rapinato il supermercato Dpiù di via Centese e si era
dato alla fuga. La notizia è stata diramata subito alle pattuglie
dell’Arma che in quel momento si trovavano in zona per i consueti
servizi di controllo del territorio. La celerità dell’intervento dei
militari e la perfetta collaborazione con chi aveva assistito ai fatti,
non ha lasciato scampo al rapinatore. I Carabinieri, infatti, dopo aver
raccolto le testimonianze, hanno capito subito che dietro a quella
rapina c’era la firma del trentaseienne, noto alle Forze di Polizia per i
suoi precedenti di polizia specifici. A quel punto, è iniziata la
caccia all’uomo, terminata qualche minuto dopo a Cento, dove una
pattuglia dei Carabinieri ha individuato il soggetto mentre stava
camminando lungo un marciapiede, poco distante da casa. Alla vista dei
militari, il malvivente ha cercato di scappare, ma non ci è riuscito ed è
finito in manette. Sottoposto a una perquisizione personale, il
soggetto è stato trovato in possesso di 875 euro in contanti, mentre all’interno di un’auto parcheggiata nelle vicinanze e intestata alla sua convivente, i Carabinieri hanno trovato un coltello, dei capi di abbigliamento e un passamontagna nero
corrispondenti alla descrizione rilasciata dai testimoni. La pistola
non è stata trovata. Ecco cosa hanno detto i testimoni ai Carabinieri: “Lo stesso mi afferrava per la maglia e mi trascinava in detto ufficio poi chiudeva la porta.”; “Successivamente
ci intimava di aprire la cassaforte altrimenti ci avrebbe ammazzato e
di non chiamare nessuno altrimenti avremmo fatto una brutta fine.”; “…l’individuo si agitava e mi prendeva per i capelli puntandomi la pistola alla testa.” “…mi afferrava per il giaccone e mi trascinava nell’ufficio.”; “Lo stesso successivamente mi gettava a terra mi strappava la borsa…”; “Sotto
la minaccia dell’arma entravo in ufficio ed il soggetto mi intimava di
sdraiarmi faccia a terra, poi indossava un passamontagna e guanti, poi
dopo aver spento la luce mi minacciava di aprire la cassaforte
altrimenti mi avrebbe ammazzata.” Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Ferrara, il trentaseienne è stato tradotto in carcere.
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