giovedì 31 gennaio 2019
Incendio in appartamento
Incendio questa mattina in appartamento in via Nullo alla Pescarola. Sul posto sono intervenuti, poco dopo l' allarme, i Vigili del Fuoco e la Polizia. Due sono le persone intossicate trasportate al Sant' Orsola e due medicate sul posto.
martedì 29 gennaio 2019
IMOLA INCIDENTE STRADALE IN VIA L. PIRANDELLO
DUE PEDONI INVESTITI MENTRE ATTRAVERSANO LA STRADA
Ieri
sera, i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di
Imola sono intervenuti in via L. Pirandello per rilevare un’incidente
stradale tra un’automobilista, 51enne alla guida di una Citroën C4 e due
pedoni, una 68enne e una 69enne, tutti e tre italiani e residenti a
Imola. Ad avere la peggio sono stati i due pedoni, investiti
dall’automobilista mentre stavano attraversano la strada. Le due donne
sono state soccorse dai sanitari del 118 e trasportate d’urgenza al
Pronto Soccorso. La 68enne, in elicottero, all’Ospedale Maggiore “Carlo
Alberto Pizzardi” di Bologna, mentre la 69enne all’Ospedale “Santa Maria
della Scaletta” di Imola.
lunedì 28 gennaio 2019
Bologna: la Polizia di Stato ha tratto in arresto un cittadino del Camerun per il reato di rapina aggravata
Nella tarda mattinata di domenica 27
gennaio u.s., il personale della Polizia di Stato in servizio presso la Sezione
Polizia Stradale di Bologna, ha proceduto all’arresto in flagranza di reato per
rapina aggravata nei confronti di un cittadino camerunense di 38 anni,
irregolare sul territorio nazionale e già gravato da precedenti penali.
Lo straniero, dopo aver prelevato dagli
scaffali del supermercato Lidl di via Francesco Baracca in Bologna un bollitore
elettrico ed alcune scatolette di tonno ed aver nascosto la merce all’interno
di uno zaino, tentava di uscire da una cassa momentaneamente chiusa allo scopo
di evitare il pagamento. La scena però non passava inosservata ad una cassiera
del supermercato la quale tentava di bloccare l’uomo, che, però, colpiva la
donna violentemente ad una spalla procurandole delle lesioni guaribili in
cinque giorni, e si dava a precipitosa fuga inseguito da un altro dipendente
del supermercato. L’uomo in fuga, veniva notato da una pattuglia della Polizia
Stradale di passaggio che si poneva all’inseguimento del reo e poco dopo
riusciva a bloccare il fuggitivo nella vicina via Emilia Ponente. Lo straniero,
veniva pertanto immediatamente arrestato per il reato di rapina impropria
aggravata e procurate lesioni personali e la refurtiva immediatamente
restituita ai legittimi proprietari.
Nel corso del giudizio per direttissima
svoltosi questa mattina presso il Tribunale di Bologna, il giudice ha
convalidato l’arresto, disposto l’obbligo di dimora dell’imputato presso il
domicilio sito in Monghidoro e rinviato il processo per l’udienza del 21 marzo
2019.
Bologna: Arrestato dalla Polizia di Stato un cittadino albanese per l’esecuzione di un mandato di arresto europeo
Nella mattinata del 26 gennaio u.s. personale dell’Ufficio Polizia di Frontiera dell’Aeroporto “G. Marconi”, nell'ambito dei






sabato 26 gennaio 2019
Erika Seta candidata sindaco
Presentazione di Erika Seta con Nofori FDI, Marco Lisei FI e Mauro Muratori Lega Nord, a candidata sindaco di Casalecchio di Reno.
Vedi su Youtube
www.youtube.com/watch?v=WtHhSC4-8ik
Vedi su Youtube
www.youtube.com/watch?v=WtHhSC4-8ik
CASTEL D’AIANO
I Carabinieri della Stazione di Castel d’Aiano hanno sequestrato un’azienda agricola adibita ad allevamento di bovini da latte.
Il
provvedimento, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del
Tribunale di Bologna, dott.ssa Francesca Zavaglia, nasce da
un’informativa dei Carabinieri, coordinati dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, dott.ssa Gabriella Tavano, nel corso di un’ispezione
alle aziende agricole dell’Alta Valle del Reno. Tra le ditte
controllate dai Carabinieri della Stazione di Castel d’Aiano, coadiuvati
dai colleghi del NAS di Bologna e dal personale del Servizio
Intercomunale di Polizia Municipale dell’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese, dell’Arpa – Distretto Territoriale di Montagna e del Servizio Veterinario AUSL di Bologna, ne era stata sorpresa una che non rispettava la normativa ambientale in materia di smaltimento dei rifiuti, anche pericolosi (letami e liquami zootecnici, batterie al piombo fuori uso e lubrificanti esausti) che venivano dispersi nel terreno circostante e nel Torrente Gea.
L’amministratore unico dell’azienda in questione, 42enne e il suo procuratore speciale, 48enne, italiani, sono stati denunciati in concorso per aver violato le norme in materia ambientale – Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e in materia di abusi edilizi.
venerdì 25 gennaio 2019
VISITA DELL’ORDINARIO MILITARE
VISITA DELL’ORDINARIO MILITARE PER L’ITALIA S.E.
REVERENDISSIMA MONS. SANTO MARCIANO’ AI FINANZIERI DELLA
GUARDIA DI FINANZA DELL’ EMILIA ROMAGNA.
Il 25 gennaio l’Ordinario Militare per l’Italia, S.E. Rev.ma Mons. Santo MARCIANÒ, si è recato in visita alla Guardia di Finanza di Bologna per manifestare la propria vicinanza ed il proprio sostegno al personale del Comando Regionale e dei Reparti dipendenti a questa sede. Accolto dal Comandante Regionale, Generale di Divisione Giuseppe Gerli e dal Capo Servizio Assistenza Spirituale, don Daniele Benecchi, l’Arcivescovo ha salutato tutti i militari presenti all’incontro, esprimendo il proprio apprezzamento per l’impegno profuso nella delicata attività di servizio sul territorio. Successivamente, Mons. Marcianò ha officiato una SS. Messa presso la Chiesa di Sant’Isaia, nel corso della quale ha somministrato il Sacramento della Cresima ad alcuni militari. Alla visita hanno preso parte anche il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, Generale di Brigata Luca Cervi, una folta rappresentanza di Finanzieri in servizio ed in congedo della locale Sezione dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia e i delegati Co.Ba.R. dell’Emilia Romagna.
Foto di ZucchiniFoto
Il 25 gennaio l’Ordinario Militare per l’Italia, S.E. Rev.ma Mons. Santo MARCIANÒ, si è recato in visita alla Guardia di Finanza di Bologna per manifestare la propria vicinanza ed il proprio sostegno al personale del Comando Regionale e dei Reparti dipendenti a questa sede. Accolto dal Comandante Regionale, Generale di Divisione Giuseppe Gerli e dal Capo Servizio Assistenza Spirituale, don Daniele Benecchi, l’Arcivescovo ha salutato tutti i militari presenti all’incontro, esprimendo il proprio apprezzamento per l’impegno profuso nella delicata attività di servizio sul territorio. Successivamente, Mons. Marcianò ha officiato una SS. Messa presso la Chiesa di Sant’Isaia, nel corso della quale ha somministrato il Sacramento della Cresima ad alcuni militari. Alla visita hanno preso parte anche il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, Generale di Brigata Luca Cervi, una folta rappresentanza di Finanzieri in servizio ed in congedo della locale Sezione dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia e i delegati Co.Ba.R. dell’Emilia Romagna.
Foto di ZucchiniFoto
giovedì 24 gennaio 2019
CARABINIERI
SASSO MARCONI
ESEGUITA DAI CARABINIERI UN’ORDINANZA DI CARCERAZIONE DI
NANNI NICOLA CONDANNATO ALL’ERGASTOLO
I
Carabinieri della Stazione di Sasso Marconi hanno eseguito un’ordinanza
di carcerazione dell’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della
Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Bologna nei confronti di NANNI Nicola,
il 55enne bolognese riconosciuto colpevole di aver ucciso la madre
78enne il 5 gennaio 2000. Le indagini, che inizialmente non portarono ad
alcun risultato, furono riaperte nel 2008 dalla Procura della
Repubblica di Bologna e affidate ai Carabinieri del Nucleo Investigativo
del Comando Provinciale di Bologna. Il rinvenimento di un’accetta nel
capanno degli attrezzi di casa, nel quale furono repertate delle tracce,
permisero di indagare NANNI Nicola e chiederne il rinvio a giudizio.
L’uomo,
arrestato questa mattina, alle ore 9:30 circa, mentre si trovava
all’interno della sua abitazione di Sasso Marconi, in compagnia del
figlio 30enne, è stato tradotto presso la caserma dei Carabinieri di
Borgo Panigale per le procedure di foto segnalamento, in attesa di
essere tradotto presso la Casa Circondariale di Bologna e scontare la
pena stabilita dell’ergastolo.
ALTO RENO TERME
TRE NAPOLETANI ARRESTATI
PER FURTO AGGRAVATO IN CONCORSO
I Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Vergato hanno arrestato tre napoletani per furto aggravato in concorso.
È
successo ieri pomeriggio, quando la Centrale Operativa del 112 è stata
informata che un generatore di corrente, collocato all’interno di un
furgone parcheggiato davanti a un bar situato a Ponte della Venturina,
frazione del Comune di Alto Reno Terme, era stato rubato da tre soggetti
che si erano allontanati a bordo di un altro furgone. Questo veniva
intercettato pochi istanti dopo da una pattuglia del Nucleo Operativo
Radiomobile della Compagnia di Vergato che era stata allertata. La
refurtiva, rinvenuta dai militari nel vano di carico del veicolo, è
stata recuperata e restituita al legittimo proprietario, un fabbro,
titolare di una ditta del luogo che al momento del furto era all’interno
del bar per pranzare con i suoi due dipendenti che si sono accorti del
furto e hanno dato l’allarme. Durante i fatti, i tre ladri avevano
attirato l’attenzione dei clienti del bar che erano usciti fuori per
fermare i tre malviventi, ma quello alla guida del furgone, invece di
fermarsi e restituire il bottino aveva accelerato, rischiando di
investire uno dei clienti che si era messo in mezzo alla strada per fare
da scudo. I tre napoletani, un 48enne e un 25enne, padre e figlio e un 34enne,
tutti con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, sono
stati tradotti in camera di sicurezza, in attesa dell’udienza di
convalida dell’arresto prevista questa mattina presso le aule
giudiziarie del Tribunale di Bologna.
mercoledì 23 gennaio 2019
automobilista UBRIACA SI SCHIANTA CONTRO UN MURO
automobilista UBRIACA SI SCHIANTA CONTRO UN MURO
denunciatA dai Carabinieri
I Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Imola hanno denunciato una sessantaduenne per guida sotto l’influenza dell’alcool.
La donna è stata controllata a seguito di un incidente stradale non grave accaduto ieri notte in Viale
Francesco Domenico Guerrazzi, dove si è schiantata contro un muro
mentre si trovava al volante della sua utilitaria. Sottoposta all’alcol
test, la donna è risultata positiva con un valore di 1,74 g/l. Per la sessantaduenne sono scattati il ritiro della patente di guida e il sequestro dell’auto. Foto archivio
Polizia di Stato: la Questura di Bologna avvisa gli anziani
In queste ultime settimane si
è registrata una recrudescenza del fenomeno delle truffe, soprattutto ai danni
di persone anziane, bersaglio preferito di persone senza scrupoli che approfittano
di loro per raggirarli e derubarli in diversi modi. È pertanto compito della
Polizia di Stato ribadire di fare attenzione e di non aprire la porta di casa a
sconosciuti.
Nella maggior parte dei casi le
persone vittime di truffa descrivono gli autori quali:
- persone distinte o di
bell'aspetto,
- persone in uniforme;
- persone che lavorano per
qualche servizio di pubblica utilità,
- impiegati di banca, Poste
Italiane, Enel o altri Enti o ditte.
- liberi professionisti quali
avvocati o medici.
Le motivazioni con le quali
gli autori si fanno consegnare denaro o monili sono le più svariate ma quelle
che si registrano con maggiore frequenza sono:
·
l’avvocato che telefona alla vittima richiedendo con urgenza una somma di
denaro in cambio della immediata liberazione di un familiare sul quale gravano
problemi di giustizia per cui si presenta a casa un uomo in divisa per ritirare
la somma;
·
l’amico del figlio o di un parente prossimo che chiede un aiuto economico
per il parente della vittima o addirittura finge di essere il nipote o il
parente della vittima stessa con l’intento anche in questo caso di ottenere
denaro o monili dall’anziano;
·
il falso postino che suona alla porta e chiede alla vittima di scendere
mentre un complice approfitta della situazione per intrufolarsi in casa;
·
addetti al controllo di utenze che si presentano alla porta della vittima
avanzando la richiesta di dover saldare alcune fatture o bollette in sospeso o
di dover installare apparecchi di vario tipo obbligatori per legge;
·
quelle nelle quali gli autori con la scusa di dover controllare se il
denaro o i monili in possesso della vittima siano falsi o contaminati, si
introducono in casa e approfittando di momenti di poca lucidità delle anziane persone
portano via tutto;
·
casi nei quali semplicemente si presenta alla porta della vittima un falso
medico per controllare lo stato di salute dell’anziana vittima ma che in realtà
si introduce in casa e richiede in cambio denaro o porta via illegalmente beni
preziosi approfittando della distrazione del malcapitato.
Ogni pretesto è utile per
entrare in casa: è opportuno quindi fare attenzione e diffidare da chi bussa
alla porta.
In proposito si ricorda che
nessun Ente manda personale a casa per il pagamento di bollette, rimborsi o
verifica e sostituzione di eventuali banconote false.
È consigliato in tali casi
rivolgersi ad un familiare o vicino di casa oppure semplicemente telefonare
all'Ente, alla ditta o al 113 per accertarsi della loro veridicità e onestà.
Inoltre, si ricorda di fare
attenzione a chi fa offerte di varia natura anche se la persona appare distinta
e dai modi gentili, di non accettare passaggi da sconosciuti e di contattare il
113 se il soggetto manifesta insistenza nel volere prestare aiuto o
nell’ottenere ciò che ha richiesto.
Bologna: denunciati due algerini per tentato furto aggravato in concorso
La
Polizia di Stato ha denunciato due algerini per il reato di tentato furto
aggravato in concorso commesso presso l’aeroporto “G. Marconi”.
In
particolare, personale dell’Ufficio di Polizia di Frontiera aerea di Bologna, al
fine di contrastare il fenomeno dei borseggiatori che frequentemente commettono
furti a danno dei passeggeri dello scalo felsineo, ha predisposto dei servizi
mirati nelle zone del terminal di maggiore transito, grazie ai quali è stato possibile
individuare i due rei di origine algerina classe 1975 e 1985.
Il
loro modus operandi –già conosciuto alle forze dell’ordine- consisteva nel fingersi
clienti di una pizzeria molto affollata sita in zona arrivi dell’aeroporto. Mentre
uno dei due osservava la situazione fungendo da “palo”, l’altro avvicinava lo
schienale della sua sedia a quella del cliente alle sue spalle. Quindi il ladro
infilava le mani nella giacca della vittima individuata asportandogli il
portafoglio; dopo avere sottratto il denaro, lo riponeva all’interno della
tasca della giacca del malcapitato, del tutto ignaro di quanto stava accadendo.
Tutta
la scena è stata notata da una pattuglia in borghese della Polizia di Frontiera
dell’aeroporto di Bologna che prontamente ha bloccato i due rei prima che
potessero darsi alla fuga.
Uno
dei due soggetti, è stato anche riconosciuto quale autore di un furto
perpetrato con le medesime modalità, nel mese di dicembre 2017 e denunciato
anche per questo reato.
martedì 22 gennaio 2019
GUARDIA DI FINANZA BOLOGNA: SI FA SPEDIRE LA DROGA PER POSTA. DENUNCIATI MITTENTE E DESTINATARIO
I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna nei giorni scorsi,
nell’ambito delle attività di controllo del territorio, hanno individuato e sequestrato presso
uno spedizioniere, occultati all’interno di un pacco postale in partenza, contenente generi
alimentari, circa 60 grammi di hashish.
In particolare il rinvenimento è stato effettuato da una pattuglia del Nucleo di Polizia
Economico-Finanziaria di Bologna, che operava nell’ambito del dispositivo permanente a
contrasto dei traffici illeciti che viene attuato a livello regionale e che prevede periodici
controlli presso i centri di smistamento postale avvalendosi anche di unità cinofile.
I successivi approfondimenti hanno permesso di risalire al mittente, una studentessa
universitaria domiciliata a Bologna, che si era prestata ad effettuare la spedizione a proprio
nome per conto del destinatario, un uomo di origini calabresi, gravato da numerosi
precedenti specifici per reati inerenti lo spaccio e il traffico di sostanze stupefacenti.
Le operazioni di perquisizione eseguite a casa della ragazza hanno portato al sequestro di
ulteriori dieci grammi di hashish.
Entrambi i soggetti sono stati denunciati a piede libero all’Autorità Giudiziaria per detenzione
di sostanze stupefacenti.
lunedì 21 gennaio 2019
DOGANA E GUARDIA DI FINANZA: CONTROLLI VALUTARI AL “MARCONI”
Proseguono fitti i controlli della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Dogane
di stanza presso l'Aeroporto di Bologna, disposti per il rispetto dell’obbligo di
dichiarazione di denaro contante per importi superiori a 10.000,00 euro che
hanno permesso di intercettare, nei primi giorni del nuovo anno, denaro non
dichiarato per oltre 90.000,00 euro, trasportato da passeggeri in uscita dal
territorio nazionale, e rinvenuto, perlopiù, sulla persona e all’interno dei bagagli.
In particolare un cittadino senegalese residente in Italia è stato trovato in
possesso di valuta non dichiarata per circa 25.500 euro, mentre due cittadini
marocchini, anche loro residenti in Italia, viaggiavano con oltre 15.000 euro
ciascuno.
Nel rispetto della vigente normativa valutaria, i viaggiatori si sono avvalsi della
facoltà di estinguere le violazioni accertate mediante l’oblazione immediata, con
il pagamento di una sanzione amministrativa.
Foto, filmato e notizie Comando Prov. Guardia di Finanza
Foto, filmato e notizie Comando Prov. Guardia di Finanza
sabato 19 gennaio 2019
Operazione “MONDO SEPOLTO”
Ancora in corso l’operazione in oggetto, che ha visto nella giornata di ieri l’esecuzione di 30 misure cautelari e di contestuali 43 perquisizioni in direzione di altrettanti indagati. Lunghe e complesse le attività di sequestro disposte dal GIP del Tribunale di Bologna, per un valore complessivo di circa 13 milioni di euro, che hanno visto colpiti ben 6 assetti societari - con il complesso dei beni mobili ed immobili loro riconducibili (35 unità locali e 75 mezzi) - parte dei patrimoni degli indagati in ragione della stima dei profitti realizzati nel corso delle attività di indagine circa 145.000,00 euro), nonché l’ufficio “bunker”, prescelto dai vertici del “C.I.F.” in un’anonimo palazzo nei pressi della centralissima via Ugo Bassi ed eletto quale base logistica dell’associazione, fulcro delle illecite attività amministrativo/contabili del sodalizio stesso.
Erano le complesse attività di osservazione e pedinamento svolte dagli investigatori dell’Arma a consentire la localizzazione del sito in questione, laddove mai in corso d’opera veniva registrato un esplicito riferimento sul punto da parte degli arrestati, che peraltro strategicamente evitavano di portarsi in zona affidandosi alla raccolta “porta a porta” effettuata da BERTAGNI Patrizia, in movimento quasi sempre a piedi e/o con i mezzi pubblici. E’ infatti proprio qui che la donna ed una sua fidata collaboratrice gestivano in perfetta autonomia le ingentissime somme settimanalmente raccolte presso le ditte consorziate (frutto del “nero” realizzato attraverso le mancate fatturazioni relative ai servizi funebri effettuati nel corso dei giorni antecedenti), provvedendo in tale ambito a tenere una contabilità parallela tanto in relazione alle esigenze di regolare rendicontazione nei confronti dei vertici dell’associazione quanto, nell’immediato, al fine di predisporre le buste con i liquidi finalizzate ad alimentare il processo corruttivo degli incaricati di pubblico servizio infedeli e redistribuire il restante tra gli affiliati.
------- -------
Si trattava dunque di un flusso di denaro assolutamente rilevante, in continuo movimento, determinante significativi illeciti introiti per tutti, in proporzione a grado e ruolo rivestito. Le attività di perquisizione condotte all’interno delle abitazioni e degli uffici degli indagati (estese anche a cassette di sicurezza e luoghi di deposito bancario) confermavano infatti quanto sopra, consentendo di rinvenire ingentissime somme, perlopiù in contanti.
Anche le perquisizioni condotte all’interno dell’appartamento bunker, base operativa del “C.I.F.” fornivano esito positivo, laddove non soltanto veniva rinvenuto e sequestrato in blocco il materiale documentale riguardante la contabilità parallela ma anche somme contanti, per euro 112.000,00 circa, pronte per essere riciclate e reimmesse in circuito.
Allo stato, dunque, le attività di perquisizione hanno consentito di sequestrare complessivi 440.000,00 euro in contanti, nonché altri 55.000 euro circa in orologi di valore (ad A.S. cl.’80) ed altro materiale (tra oro, monili ed altri beni) tuttora in via di quantificazione e qualificazione sotto il profilo prettamente investigativo.
Quanto alle modalità di occultamento, le stesse sono risultate talvolta anche elaborate; al di là dell’interno di mobili e/o vani dell’abitazione meno utilizzati, anche siti assolutamente originali, ricercati dai succitati per aumentare le condizioni di sicurezza in caso di indesiderate attenzioni. Precauzioni che nella fattispecie non sono bastate. Attività, quelle in oggetto, rese particolarmente lunghe dalla mole e complessità del materiale rinvenuto e via via sottoposto a sequestro e che, tuttavia, stanno apportando inequivocabili ulteriori riscontri alle acquisizioni investigative raccolte in corso d’opera, confermando ancora una volta il quadro indiziario complessivo.
Le intercettazioni ambientali e video hanno documentato in maniera inequivocabile le varie fasi delle condotte corruttive, consentendo di registrare decine di episodi presso gli uffici di ambedue le camere mortuarie, ove risultavano destinate le mazzette predisposte.
Sistematica infatti la presenza di addetti delle varie agenzie funebri che, previa attivazione degli addetti presso gli ospedali, si portavano sul posto per prendere contatti con i familiari dei defunti e proporre, anche all’interno di quegli uffici (in palese contravvenzione di norme Regionali) le “offerte” del momento. La successiva visita, come documentato dagli allegati estratti video, risultava invece finalizzata al pagamento della prestazione: innumerevoli gli episodi censiti acclaranti le consegne di liquidi da parte di titolari ed addetti delle imprese ai loro referenti di base, con cifre variabili tra i 200 ed i 350 euro (“… lo sai che quando posso ti do di più !…”), tanto “in chiaro” (magari passando le banconote brevi manu o infilandole sotto un passacarte, quanto con le buste predisposte (che poi gli stessi incaricati di pubblico servizio provvedevano a dividere tra loro, in ragione della partecipazione alla specifica aggiudicazione di lavoro). Usi e consuetudini che le indagini emergevano essere assolutamente consolidate e risalenti nel tempo. Lo dimostra tanto la nutrita schiera di soggetti affiliati negli anni, presso entrambi gli ospedali (il che metteva i vertici in condizione di operare con sistematicità, e dunque non soltanto in costanza di turno di lavoro di uno o due addetti “amici” in particolare), ma anche il ricorso sempre meno frequente a linguaggio criptico nel corso delle conversazioni (indice di una grande sicurezza maturata nello specifico ambito) o la mancanza di dialoghi incentrati sul quantum da ricevere per ogni lavoro acquisito piuttosto che finalizzati a prendere appuntamenti volti a corrispondere il dovuto o trattare dettagli. Tutto secondo rodati automatismi.
Erano le complesse attività di osservazione e pedinamento svolte dagli investigatori dell’Arma a consentire la localizzazione del sito in questione, laddove mai in corso d’opera veniva registrato un esplicito riferimento sul punto da parte degli arrestati, che peraltro strategicamente evitavano di portarsi in zona affidandosi alla raccolta “porta a porta” effettuata da BERTAGNI Patrizia, in movimento quasi sempre a piedi e/o con i mezzi pubblici. E’ infatti proprio qui che la donna ed una sua fidata collaboratrice gestivano in perfetta autonomia le ingentissime somme settimanalmente raccolte presso le ditte consorziate (frutto del “nero” realizzato attraverso le mancate fatturazioni relative ai servizi funebri effettuati nel corso dei giorni antecedenti), provvedendo in tale ambito a tenere una contabilità parallela tanto in relazione alle esigenze di regolare rendicontazione nei confronti dei vertici dell’associazione quanto, nell’immediato, al fine di predisporre le buste con i liquidi finalizzate ad alimentare il processo corruttivo degli incaricati di pubblico servizio infedeli e redistribuire il restante tra gli affiliati.
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Si trattava dunque di un flusso di denaro assolutamente rilevante, in continuo movimento, determinante significativi illeciti introiti per tutti, in proporzione a grado e ruolo rivestito. Le attività di perquisizione condotte all’interno delle abitazioni e degli uffici degli indagati (estese anche a cassette di sicurezza e luoghi di deposito bancario) confermavano infatti quanto sopra, consentendo di rinvenire ingentissime somme, perlopiù in contanti.
Anche le perquisizioni condotte all’interno dell’appartamento bunker, base operativa del “C.I.F.” fornivano esito positivo, laddove non soltanto veniva rinvenuto e sequestrato in blocco il materiale documentale riguardante la contabilità parallela ma anche somme contanti, per euro 112.000,00 circa, pronte per essere riciclate e reimmesse in circuito.
Allo stato, dunque, le attività di perquisizione hanno consentito di sequestrare complessivi 440.000,00 euro in contanti, nonché altri 55.000 euro circa in orologi di valore (ad A.S. cl.’80) ed altro materiale (tra oro, monili ed altri beni) tuttora in via di quantificazione e qualificazione sotto il profilo prettamente investigativo.
Quanto alle modalità di occultamento, le stesse sono risultate talvolta anche elaborate; al di là dell’interno di mobili e/o vani dell’abitazione meno utilizzati, anche siti assolutamente originali, ricercati dai succitati per aumentare le condizioni di sicurezza in caso di indesiderate attenzioni. Precauzioni che nella fattispecie non sono bastate. Attività, quelle in oggetto, rese particolarmente lunghe dalla mole e complessità del materiale rinvenuto e via via sottoposto a sequestro e che, tuttavia, stanno apportando inequivocabili ulteriori riscontri alle acquisizioni investigative raccolte in corso d’opera, confermando ancora una volta il quadro indiziario complessivo.
Le intercettazioni ambientali e video hanno documentato in maniera inequivocabile le varie fasi delle condotte corruttive, consentendo di registrare decine di episodi presso gli uffici di ambedue le camere mortuarie, ove risultavano destinate le mazzette predisposte.
Sistematica infatti la presenza di addetti delle varie agenzie funebri che, previa attivazione degli addetti presso gli ospedali, si portavano sul posto per prendere contatti con i familiari dei defunti e proporre, anche all’interno di quegli uffici (in palese contravvenzione di norme Regionali) le “offerte” del momento. La successiva visita, come documentato dagli allegati estratti video, risultava invece finalizzata al pagamento della prestazione: innumerevoli gli episodi censiti acclaranti le consegne di liquidi da parte di titolari ed addetti delle imprese ai loro referenti di base, con cifre variabili tra i 200 ed i 350 euro (“… lo sai che quando posso ti do di più !…”), tanto “in chiaro” (magari passando le banconote brevi manu o infilandole sotto un passacarte, quanto con le buste predisposte (che poi gli stessi incaricati di pubblico servizio provvedevano a dividere tra loro, in ragione della partecipazione alla specifica aggiudicazione di lavoro). Usi e consuetudini che le indagini emergevano essere assolutamente consolidate e risalenti nel tempo. Lo dimostra tanto la nutrita schiera di soggetti affiliati negli anni, presso entrambi gli ospedali (il che metteva i vertici in condizione di operare con sistematicità, e dunque non soltanto in costanza di turno di lavoro di uno o due addetti “amici” in particolare), ma anche il ricorso sempre meno frequente a linguaggio criptico nel corso delle conversazioni (indice di una grande sicurezza maturata nello specifico ambito) o la mancanza di dialoghi incentrati sul quantum da ricevere per ogni lavoro acquisito piuttosto che finalizzati a prendere appuntamenti volti a corrispondere il dovuto o trattare dettagli. Tutto secondo rodati automatismi.
venerdì 18 gennaio 2019
DOGANA E GUARDIA DI FINANZA: SEQUESTRO CORALLO
I funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Bologna – S.O.T. Aeroporto,
congiuntamente ai finanzieri del I Gruppo Bologna – hanno sequestrato nei
giorni scorsi presso l’Aeroporto G.Marconi, nell’ambito delle attività di controllo
mirate alla salvaguardia di specie di flora e fauna tutelate dalla Convenzione di
Washington, 14 frammenti di corallo appartenente all’ordine “scleractinia” e 7
valve appartenenti alla famiglia “tridacnidae”.
I coralli erano stati abilmente occultati tra gli effetti personali e nei bagagli al
seguito di 2 passeggeri italiani che rientravano dalla Thailandia e dalle Maldive.
Ai trasgressori è stata applicata la sanzione pecuniaria di € 5.000,00.
La Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Dogane deputate ai controlli in materia,
lanciano il messaggio ai turisti e ai viaggiatori in genere, di prestare molta
attenzione a trasportare qualsivoglia forma animale e vegetale al rientro da
paesi esotici in quanto potrebbero rientrare tra le specie protette dalla
Convenzione di Washington e rischiare di incorrere in pesanti sanzioni.
Foto e notizia Comando Prov. Guardia di Finanza
Foto e notizia Comando Prov. Guardia di Finanza
mercoledì 16 gennaio 2019
Bologna: arrestati in zona Piazza VIII Agosto 3 nigeriani per detenzione ai fini di spaccio di droga in concorso
Continuano i servizi di controllo straordinario del territorio disposti
dal Questore di Bologna Dott. Gianfranco Bernabei volti a prevenire e
contrastare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti in Piazza VIII
Agosto, Via Irnerio, Via Maroncelli e vie limitrofe, dando così seguito anche
alle numerose e preziose segnalazioni dei cittadini che arrivate tramite
l’applicativo “YOU POL” che consente di inviare immagini o segnalazioni scritte
direttamente alla Sala Operativa della Questura.
Nel corso dei servizi, la Polizia di Stato ha tratto in arresto tre
cittadini nigeriani ODIGIE Happy classe 1998, IGUMOYI Blessing classe1988 e
AIGBOGUN Endurance classe 1987, tutti richiedenti asilo, per detenzione ai fini
di spaccio di sostanza stupefacente in concorso.
In particolare, personale della locale Squadra Mobile ha notato due
uomini, Blessing e Endurance, che prendevano contatti con un ragazzo per poi
indirizzarlo verso un terzo uomo, l’Happy, il quale si allontanava con
l’acquirente nella via Capo di Lucca e gli consegnava un involucro di
cellophane contenente 1,98 gr di marijuana in cambio di alcune monete.
Dopo lo scambio, il venditore si è ricongiunto ai connazionali
consegnando loro i soldi per poi allontanarsi verso Piazza VIII Agosto dove è
stato fermato e controllato dai poliziotti. L’ODIGIE, è stato trovato in
possesso di due involucri contenenti della marijuana per un totale di 4,16 gr.
Gli operatori della Squadra Mobile hanno subito fermato e controllato
anche gli altri due nigeriani trovati in possesso di altri due involucri contenenti
marijuana per 9,77 gr.
I tre, trovati anche in possesso di denaro considerato provento
dell’attività illecita, sono stati tratti in arresto per detenzione ai fini di
spaccio di sostanza stupefacente in concorso.
martedì 15 gennaio 2019
Sequestro Kebab
Nella giornata di ieri la Polizia di
Stato, nel corso dell’ordinario servizio di vigilanza stradale effettuato da
personale in servizio presso la Sottosezione Polizia Stradale di Bologna, ha
sottoposto a controllo un’autovettura VW Golf condotta da un cittadino
straniero sulla tangenziale di Bologna nelle adiacenze del Comune di
Casalecchio di Reno.
Nel corso del controllo, sono stati
rinvenuti nel bagagliaio e sui sedili posteriori 150 kg di carne in rotoli (più
comunemente nota come kebab) contenuta in involucri di medie - grandi
dimensioni. Si è potuto verificare, con
l’ausilio di personale del Dipartimento Sanità pubblica azienda U.S.L. di
Bologna, che la carne trasportata era in cattivo stato di conservazione, poiché
la temperatura della stessa era di poco sopra ai +3 gradi centigradi mentre sull’etichetta
dei prodotti la temperatura prescritta prevedeva i – 18 gradi centigradi.
La merce, non più considerata idonea per
il consumo umano, è stata sequestrata e successivamente inviata per lo
smaltimento con spese a carico del trasgressore.
Il conducente è stato denunciato in
stato di libertà per aver trasportato la carne senza alcuna idonea
conservazione e alcun sistema refrigerante.
lunedì 14 gennaio 2019
CONTROLLI ALLA CIRCOLAZIONE STRADALE – TRE AUTOMOBILISTI DENUNCIATI DAI CARABINIERI
I
Carabinieri della Compagnia di Imola hanno denunciato tre automobilisti
durante i controlli alla circolazione stradale del fine settimana.
I tre soggetti, tutti italiani, un 48enne, un 32enne e un 24enne, dovranno rispondere di guida sotto l’influenza dell’alcol
perché sono risultati positivi all’alcol test con valori piuttosto
alti, soprattutto il 48enne che, intercettato nei pressi di via
Correcchio da una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di Sesto
Imolese, era talmente ubriaco che non riusciva a mantenere il controllo
di una Fiat Punto, guidando con un’andatura “zig-zag”. Per fortuna, i
militari lo hanno visto e costretto a fermarsi, altrimenti avrebbe
procurato un incidente stradale. L’etilometro a cui è stato sottoposto
ha rilevato che si era messo al volante con un tasso alcolico di 2,38 g/l.
MEDICINA
Infortunio sul lavoro – Intervengono i Carabinieri
Sabato
scorso, i Carabinieri della Stazione di Mordano sono intervenuti
all’interno di un capannone di una cooperativa agricola situata in via
Canale a Medicina, dove un’operaia ferrarese di 55 anni è rimasta
gravemente ferita a una mano mentre stava ispezionando i rulli di una
macchina per la lavorazione degli ortaggi. La donna è stata soccorsa dai
sanitari del 118 e trasportata d’urgenza al Pronto Soccorso
dell’Ospedale Maggiore di Bologna.
GUARDIA DI FINANZA BOLOGNA: ESEGUITE TRA LOMBARDIA E TOSCANA TRE ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE
GUARDIA DI FINANZA BOLOGNA: ESEGUITE TRA LOMBARDIA E
TOSCANA TRE ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE E UN ARRESTO
IN FLAGRANZA DI REATO PER TRAFFICO DI SOSTANZE
STUPEFACENTI. SEQUESTRATI OLTRE 4 KG DI DROGA.
I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, al termine di complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, nella persona del Sost. Proc. dott.ssa Valeria Sottosanti, hanno dato esecuzione, tra la Toscana e la Lombardia, a 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. del Tribunale di Milano, dott.ssa Sara Cipolla, nei confronti dei fratelli K.A (cl. 1985) e K.Y (cl. 1991), nonché di E.G.H (cl. 1986), cittadini marocchini residenti in Cesano Maderno (Mi) facenti parte di un’organizzazione delinquenziale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, prevalentemente di hashish e cocaina, con canali di approvvigionamento nel milanese e che tra l’altro riforniva anche la “piazza emiliano-romagnola”. Le investigazioni, condotte dagli specialisti della Sezione G.O.A. del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, hanno permesso di ricostruire, tramite lo svolgimento di indagini tecniche, analisi di tabulati telefonici e pedinamenti, le attività illecite portate avanti dal gruppo criminale che aveva la sua base principale tra Cesano Maderno e Rozzano, nel milanese, delineando il ruolo di ciascun appartenente: nello specifico, è stata documentata l’esistenza di un ben rodato sistema di trasporto e occultamento della droga, basato sul supporto di “corrieri” di fiducia. In particolare, i due fratelli erano stati già tratti in arresto dalle fiamme gialle felsinee lo scorso ottobre in quanto trovati in possesso di 1,8 kg di cocaina ed attualmente si trovavano ancora reclusi nel carcere di San Vittore dove hanno ricevuto la notifica del provvedimento. In fase di esecuzione, al fine di rintracciare l’ultimo destinatario della misura di custodia cautelare in carcere, i militari del G.I.C.O. hanno effettuato altresì una perquisizione domiciliare, a Carrara, presso l’abitazione di un ulteriore cittadino di origini marocchine, F.A (cl. 1986), che condivideva il proprio appartamento con il ricercato. Nel corso della stessa, oltre alla cattura di E.G.H., sono stati rinvenuti 1,1 kg. di cocaina, 1 kg. di hashish e 12.800 euro in contanti, bilancini di precisione e sostanze da taglio. Di conseguenza si è proceduti all’arresto in flagranza di reato anche della persona che aveva la disponibilità dell’appartamento che è stato tradotto presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria toscana.
I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, al termine di complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, nella persona del Sost. Proc. dott.ssa Valeria Sottosanti, hanno dato esecuzione, tra la Toscana e la Lombardia, a 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. del Tribunale di Milano, dott.ssa Sara Cipolla, nei confronti dei fratelli K.A (cl. 1985) e K.Y (cl. 1991), nonché di E.G.H (cl. 1986), cittadini marocchini residenti in Cesano Maderno (Mi) facenti parte di un’organizzazione delinquenziale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, prevalentemente di hashish e cocaina, con canali di approvvigionamento nel milanese e che tra l’altro riforniva anche la “piazza emiliano-romagnola”. Le investigazioni, condotte dagli specialisti della Sezione G.O.A. del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, hanno permesso di ricostruire, tramite lo svolgimento di indagini tecniche, analisi di tabulati telefonici e pedinamenti, le attività illecite portate avanti dal gruppo criminale che aveva la sua base principale tra Cesano Maderno e Rozzano, nel milanese, delineando il ruolo di ciascun appartenente: nello specifico, è stata documentata l’esistenza di un ben rodato sistema di trasporto e occultamento della droga, basato sul supporto di “corrieri” di fiducia. In particolare, i due fratelli erano stati già tratti in arresto dalle fiamme gialle felsinee lo scorso ottobre in quanto trovati in possesso di 1,8 kg di cocaina ed attualmente si trovavano ancora reclusi nel carcere di San Vittore dove hanno ricevuto la notifica del provvedimento. In fase di esecuzione, al fine di rintracciare l’ultimo destinatario della misura di custodia cautelare in carcere, i militari del G.I.C.O. hanno effettuato altresì una perquisizione domiciliare, a Carrara, presso l’abitazione di un ulteriore cittadino di origini marocchine, F.A (cl. 1986), che condivideva il proprio appartamento con il ricercato. Nel corso della stessa, oltre alla cattura di E.G.H., sono stati rinvenuti 1,1 kg. di cocaina, 1 kg. di hashish e 12.800 euro in contanti, bilancini di precisione e sostanze da taglio. Di conseguenza si è proceduti all’arresto in flagranza di reato anche della persona che aveva la disponibilità dell’appartamento che è stato tradotto presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria toscana.
mercoledì 9 gennaio 2019
RABBIA AL PARCO
58ENNE PRENDE A PUGNI UNA SIGNORA. DENUNCIATO DAI CARABINIERI
I
Carabinieri della Stazione di Imola hanno individuato l’autore di un
fatto accaduto qualche giorno fa all’interno di un parco pubblico
situato in via Ottorino Respighi. L’uomo, 58enne, domiciliato a Imola è
stato denunciato per aver preso a pugni una 57enne imolese che gli aveva
“rimproverato” i suoi due cani razza “Bull Terrier”. In particolare, la
donna, mentre stava passeggiando col suo cane al guinzaglio – come
previsto dal regolamento comunale in merito alla conduzione dei cani nei
luoghi pubblici – era stata improvvisamente raggiunta dai due
“molossoidi” di colore bianco sprovvisti di guinzaglio
che, dopo essersi fermati a breve distanza, avevano iniziato a ringhiare
contro il suo “Shiba Inu”, una razza canina di taglia media. Nel
tentativo di allontanare i due “Bull Terrier” ed evitare ulteriori
conseguenze, la donna era stata improvvisamente “attaccata”, non dai due
“temibili” cani, ma da loro padrone che trovandosi in zona e avendo
assistito alla scena, non aveva gradito le sue rimostranze. Così, dopo
aver scansato i suoi due cani, il 58enne entrava in azione, mandando la
donna al “tappeto” con un pugno al volto. Incredula da tanta cattiveria,
la donna afferrava il cellulare e nel tentativo di chiedere aiuto al
112, si vedeva nuovamente attaccata, sempre dal padrone, che dopo averle
strappato dalle mani il telefono glie lo scaraventava a terra. A quel
punto, l’uomo si allontanava in compagnia dei suoi due cani che
restavano liberi, senza guinzaglio, mentre la donna, dopo aver chiesto
aiuto ai Carabinieri, si recava al Pronto Soccorso dell’Ospedale di
Imola per farsi medicare.
Il 58enne è stato individuato dai Carabinieri della Stazione di Imola e denunciato per lesioni personali, violenza privata e omessa custodia di animali.
lunedì 7 gennaio 2019
GUARDIA DI FINANZA BOLOGNA: SICUREZZA PRODOTTI, MAXI SEQUESTRO DI 20 MILA PRODOTTI D’USO DOMESTICO
venerdì 4 gennaio 2019
SEQUESTRATI QUASI 200 KG DI FUNGHI CONGELATI
ATTIVITÀ A TUTELA DEL MERCATO DEI PRODOTTI ALIMENTARI DA
PARTE DELLA GUARDIA DI FINANZA DI BOLOGNA E
DELL’ISPETTORATO REPRESSIONE FRODI DEL MIPAAF:
SEQUESTRATI QUASI 200 KG DI FUNGHI CONGELATI “A RISCHIO”
PRONTI PER ESSERE IMMESSI IN COMMERCIO.
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna e i funzionari dell’”Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle Politiche Agricole”, nel corso di un’attività di verifica congiunta condotta presso un’impresa operante a Zola Predosa (BO) che commercializza prodotti ortofrutticoli, hanno individuato e sottoposto a sequestro amministrativo 175 Kg. di prodotti alimentari surgelati, per lo più funghi porcini, privi delle prescritte indicazioni in materia di tracciabilità alimentare e/o della corretta etichettatura. Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna e gli ispettori ministeriali hanno, altresì, applicato una sanzione amministrativa pecuniaria, che va da un minimo di 750 euro a 4.500 euro, prevista per le violazioni di questa specie dalla normativa di riferimento, il Regolamento CE n. 178/2002 e il Decreto Legislativo nr. 190 del 2006, che stabiliscono i requisiti generali della legislazione alimentare a tutela della salute pubblica e le relative sanzioni. L’odierna operazione portata a termine dalle Fiamme Gialle bolognesi costituisce prova dell’impegno della Guardia di Finanza, nell’ambito delle specifiche competenze di polizia economico-finanziaria, anche nel campo della sicurezza alimentare, a tutela dei consumatori, in particolare durante il periodo delle festività natalizie
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna e i funzionari dell’”Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle Politiche Agricole”, nel corso di un’attività di verifica congiunta condotta presso un’impresa operante a Zola Predosa (BO) che commercializza prodotti ortofrutticoli, hanno individuato e sottoposto a sequestro amministrativo 175 Kg. di prodotti alimentari surgelati, per lo più funghi porcini, privi delle prescritte indicazioni in materia di tracciabilità alimentare e/o della corretta etichettatura. Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna e gli ispettori ministeriali hanno, altresì, applicato una sanzione amministrativa pecuniaria, che va da un minimo di 750 euro a 4.500 euro, prevista per le violazioni di questa specie dalla normativa di riferimento, il Regolamento CE n. 178/2002 e il Decreto Legislativo nr. 190 del 2006, che stabiliscono i requisiti generali della legislazione alimentare a tutela della salute pubblica e le relative sanzioni. L’odierna operazione portata a termine dalle Fiamme Gialle bolognesi costituisce prova dell’impegno della Guardia di Finanza, nell’ambito delle specifiche competenze di polizia economico-finanziaria, anche nel campo della sicurezza alimentare, a tutela dei consumatori, in particolare durante il periodo delle festività natalizie
Cerimonia commemorativa del 28° Anniversario dell’eccidio dei Carabinieri Mitilini, Moneta e Stefanini
Questa mattina, presso la Chiesa di Santa Caterina situata nel Quartiere Pilastro, si è svolta la
cerimonia commemorativa del 28° Anniversario dell’eccidio dei tre
Carabinieri, barbaramente uccisi la sera del 4 gennaio 1991 da una banda
di criminali che iniziarono a sparare da una Fiat Uno bianca. Una
valanga di fuoco investì i tre Carabinieri, il capo pattuglia, Otello
Stefanini effettivo alla Stazione Carabinieri Bologna Mazzini, e i due
membri dell’equipaggio, Andrea Moneta e Mauro Mitilini, appartenenti
alla Stazione Carabinieri Bologna Porta Lame. I tre militari, poco più
che ventenni, morirono falciati dal piombo degli assassini che, dopo
l’agguato, non esitarono ad avvicinarsi e a finirli con un colpo alla
nuca. Per tal motivo i tre Carabinieri furono insigniti di una Medaglia
d’Oro al Valor Militare.
La Santa Messa, celebrata dall’Ordinario Militare per l’Italia S.E. Mons. Santo Marcianò, ha visto la partecipazione del Comandante Interregionale Carabinieri “Vittorio Veneto”, Generale di Corpo d’Armata Enzo Bernardini,
e delle massime autorità civili e militari di Bologna, insieme ai
rappresentanti dell’associazione “Vittime della Uno Bianca” e ai
congiunti dei caduti.
Dopo la Santa Messa,
i familiari dei militari deceduti, hanno presenziato alla deposizione
delle corone presso il cippo commemorativo di via Tommaso Casini.
mercoledì 2 gennaio 2019
Ufficio di Frontiera della Polizia di Stato
Ieri
personale dell’Ufficio di Frontiera della Polizia di Stato in servizio presso
l’Aeroporto G. Marconi di Bologna, nell'ambito di mirati controlli preventivi
predisposti al fine di contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, ha
proceduto al rintraccio e all’identificazione di un cittadino cinese di 63 anni
atterrato presso questo aeroporto e proveniente da Istanbul (Turchia).
L'uomo,
che asseriva di essere un giornalista di un emittente televisiva cinese,
circostanza in corso di verifica, all'atto dei controlli, esibiva un valido
passaporto ordinario appena emesso dalle Autorità cinesi ed una Carta di
soggiorno a tempo indeterminato rilasciata dalla Questura di Prato.
Da
un più approfondito accertamento compiuto dai poliziotti si evinceva che a
carico del cittadino cinese, resosi irreperibile da oltre 2 anni, pendeva un
ordine di carcerazione per una pena a 3 anni di reclusione, comminata per
essersi reso responsabile nel 2009 del reato di bancarotta fraudolenta, ordine
emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pistoia.
Una
volta accertata l'identità dell'uomo, lo stesso veniva condotto presso la casa
circondariale di Bologna a disposizione dell'Autorità giudiziaria.
martedì 1 gennaio 2019
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